Con Agostino, Alberto Moravia conquistò il suo primo premio letterario, ottenendo il riconoscimento che meritava e che il tempo confermò fino a trasformare il giovane autore nel grande scrittore che noi tutti conosciamo.
Il romanzo breve fu scritto nell’agosto del 1942. Non passò la censura fascista per via del contenuto al tempo considerato riprovevole dal punto di vista morale. Fu poi pubblicato nel ’43 da un amico editore ma con tiratura limitata. Quando vide ufficialmente la luce nel 1944 con Bompiani, fu premiato dal Corriere Lombardo. Quell’edizione, conteneva anche due illustrazioni di Guttuso.
L’adolescenza che insinua ripugnanza e timore
La storia di Agostino rappresenta uno dei capolavori dell’autore. Del resto ha dedicato ampio spazio alle difficoltà dell’adolescenza anche in altri suoi libri: avete letto, per esempio, La disubbidienza o Gli indifferenti?
Sapeva bene, Moravia, come trattare l’argomento. Conosceva come ammaliare i lettori attraverso i pensieri introspettivi, o la difficoltà di superare quel labile confine che divide la fanciullezza dall’età adulta, difficile da superare senza rimanerne schiacciati o delusi.
Il passaggio non è indolore. Mescola tra loro emozioni come il timore di non avere le giuste armi per affrontarlo, la ripugnanza per un cambiamento ora agognato ora non voluto, il senso di pietà per le proprie debolezze…
La trama di Agostino
Siamo in Versilia. Il sole è caldo. L’atmosfera è quella indolente delle vacanze, che Agostino – orfano di padre – trascorre con sua madre, una bella e giovane donna non ancora pronta a vivere in solitudine, condizione ingiusta a qualunque età. Tuttavia, ingiusto o no, Agostino non vede di buon occhio l’arrivo di un aitante ragazzo della zona che comincia a flirtare con lei, rompendo quella giocosa e intima alleanza di sempre tra madre e figlio. Un intruso che rivela al ragazzino una madre diversa, dai modi ridicolmente seducenti che lo mettono a disagio.
Tutto cambia, tutto si trasforma
Delusione, imbarazzo, noia, lo spingono in un altrove a lui ancor più sconosciuto. Accolto in malo modo da una banda di ragazzetti del luogo, dediti a piccoli furti e dalle maniere piuttosto distanti rispetto alle sue.
Se all’inizio subisce la malia di quelle differenze, poi tutto per lui si complica. Nessuno gli parla se non per prenderlo in giro, spesso anche in modi osceni, o per insinuare allusioni lascive sulla madre. Tuttavia, in quella vacanza, non ha che da scegliere: i ragazzi perfidi e corrotti, o le smancerie tra sua madre e il giovanotto a caccia di donne sole.
Si rendeva oscuramente conto di essere entrato in un’età di difficoltà e di miserie, ma non riusciva ad immaginare quando ne sarebbe uscito.
Apprendere il nuovo senza vergogna…
La spensieratezza dell’infanzia lo abbandona definitivamente dinnanzi alle porte spalancate dell’adolescenza, passaggio confuso e deviato da ciò che ha intorno: la derisione degli omosessuali; le prostitute per sfogare gli istinti sessuali; le donne che o sono madri e dunque “sante” o si giudicano perché ancora soltanto donne.
È questo crescere? E ancora: è questo che si intende con il sesso? Una cosa che crea condizioni sgradite, disagio, offese o punzecchiamenti?
Chissà che forse, camminando sempre diritto davanti a sé, lungo il mare, sulla rena bianca e soffice, non sarebbe arrivato in un paese dove tutte quelle brutte cose non esistevano. In un paese dove sarebbe stato accolto come voleva il cuore, e dove gli fosse stato possibile dimenticare tutto quanto aveva appreso, per poi riapprenderlo senza vergogna né offesa, nella maniera dolce e naturale che pur doveva esserci e che oscuramente avrebbe voluto.
In conclusione: cosa vorrebbe Agostino
Che fare, quando ogni cosa precipita nella direzione che mai si era ipotizzata? Quale soluzione alle cocenti delusioni e lezioni impartite da quella vacanza, Agostino vorrebbe la fuga. Meglio tornare a casa, a Pisa, a una “normalità” che spera di ritrovare ma che mai ritorna quando la vita ti impone di crescere e mette al mondo ricordi nostalgici e frustrazioni.
Il libro
Alberto Moravia
Agostino
con illustrazioni di Renato Guttuso
a cura di Simone Casini
Bompiani, varie edizioni
Lascia un commento