John Florio

John Florio, l’uomo che era Shakespeare

Vi sono misteri che volentieri tentano lo studioso più avventuroso. Sollecitano in lui prima una ricerca attenta e meticolosa, poi una risposta che, in un modo o nell’altro, riesca a incastrare tutte le tessere del mosaico o, meglio ancora, dell’annoso e complicatissimo puzzle. Puzzle in attesa, tra poche luci e molte ombre, di essere abilmente completato. D’ottenere, dopo tanto lungo cercare, il sigillo fermo dell’autenticità.

Il sospetto che William Shakespeare potesse essere italiano non è certo cosa di questi ultimi anni. Già negli anni ‘20 del secolo scorso la notizia era più volte circolata. Aveva aperto quesiti e offerto delle soluzioni ritenute da alcuni, ma non certo da tutti, plausibili.

Oggi l’italianità del Cigno di Stratford-upon Avon è stata ripresa con nuova forza e vigore dal professor Lamberto Tassinari in un libro che non sembra ammettere repliche: Shakespeare? È il nome d’arte di John Florio.

John Florio, l’uomo che era Shakespeare

John Florio, l'uomo che era Shakespeare
John Florio, l’uomo che era Shakespeare

Indubbiamente John Florio fu un letterato di spicco del periodo elisabettiano. Definito da più parti il più grande umanista di tutta l’Inghilterra e insegnante di italiano presso gli Stuart che, con Giacomo I, da pochi anni e dopo mille tribolazioni, regnavano finalmente su Inghilterra, Scozia e Irlanda.

Figlio di Michelangelo, un toscano trapiantatosi tra le nebbie inglesi per sfuggire alle persecuzioni della Santa Inquisizione, John Florio fu anche traduttore eccelso, linguista sopraffino e amico fraterno di figure di primo piano della cultura di quegli anni, inclusi Ben Johnson e Giordano Bruno.

A favore di questa tesi, contestata però da diversi studiosi e appassionati di William Shakespeare, vengono elencati la tecnica grammaticale di Florio, usata poco dopo anche dal bardo, una conoscenza piuttosto profonda dei costumi della vita italiana (lo stesso Florio padre fu variamente citato come un possibile Shakespeare), l’ubicazione di molti drammi e diverse commedie proprio nel Bel Paese e, non ultime, le allusive parole di un contemporaneo come Robert Greene che, almeno secondo alcuni, porterebbero dritte dritte al nome di John Florio.

Per saperne di più vi rimandiamo però – non potremmo fare altrimenti – al libro di Lamberto Tassinari. Lo studioso vi guiderà attraverso un affascinantissimo viaggio tra paesi e culture diverse, ma destinate a trovare, proprio grazie al letterato italiano, un punto di fusione.

Giorgio Podestà

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