come non leggere un libro

Come non leggere un libro

Perché, vi chiederete, scrivere un post su come non leggere un libro? E soprattutto perché farlo in un Paese di non lettori (dati alla mano) e per di più dalle virtuali pagine del blog di una casa editrice, in altre parole di qualcuno che campa proprio su chi i libri li legge?

Io mi sono data varie risposte a queste domande, tra le più disparate, prima di cominciare a scrivere. Alcune di queste mi convincono, alcune meno, altre ancora affatto, sono solo scuse, esattamente come quelle che accampano i non lettori (i pochi che si rendono conto di esserlo, lo ammettono e se ne vergognano almeno un po’, che è già un passetto nella giusta direzione)… perciò ribaltiamo del tutto la questione…

Rodari per piccoli e grandi

Nell’ormai remoto 1962 Gianni Rodari (dovrei spiegare ai non lettori chi è?! Naaaahhh) da grande pedagogo qual era, scrisse un decalogo per i genitori su come insegnare ai ragazzi a odiare la lettura. Ebbene, rileggendolo attentamente, pur attualizzandolo (sono pur sempre passati 60 anni!!!) credo proprio che possa essere applicato anche agli adulti.

Come non leggere un libro: il decalogo di Rodari per far odiare la lettura

Prima regola d’oro: “Presentare il libro come un’alternativa alla tv”. Rodari scrive che i bambini sanno che la tv non è stupida, anzi, la trovano divertente, utile e piacevole. Certo, si tratta della tv degli anni 60, quando aveva ancora la sua somma funzione di insegnare la lingua italiana. Attualizziamo: presentare il libro come un’alternativa a una piattaforma digitale on demand o a internet in generale. Gli adulti sanno che seppur divertenti e piacevoli, certo non si può dire che siano utili… cambia qualcosa?

Seconda regola: “Presentare il libro come un’alternativa al fumetto”. Vedi sopra.

Terza: “Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più”. E poi che fine hanno fatto crescendo? Siamo noi adulti di oggi quei bambini di ieri, perciò è un’autoaccusa.

Quarta: “Ritenere che ci siano troppe distrazioni”. Bah.

Quinta: “Dare la colpa agli altri se non si ama la lettura”. Veramente? Ci vuole Freud qui, non un libro.

Sesta: “Trasformare un libro in uno strumento di tortura”. A questo a volte ci pensa la scuola ed è un trauma infantile, sono d’accordo con Rodari.

Settima: “Rifiutarsi di leggere agli altri”. Anche qui traumi infantili.

Ottava: “Non offrire una scelta sufficiente”. Questa con il web e l’e-commerce non regge proprio.

Nona e ultima: “Ordinare di leggere”. Autodisciplina. In via d’estinzione.

Scuse di ieri e di oggi sul come non leggere un libro

Se fino ad ora abbiamo scherzato, ora scopriremo che sulla questione era meglio riderci su, perché in realtà esistono eccome scuse collaudate, alcune fantasiose altre meno, considerate socialmente accettabili per giustificare la propria assenza di letture.

Tra le più buffe a mio avviso ci sono “ho altri passatempi”, “non ho uno spazio per leggere” e addirittura… “non ho una libreria”.

Ho altri passatempi e via dicendo

Prima di tutto, la lettura non è un passatempo ma dovrebbe essere un’esigenza vitale del cervello esattamente come l’apporto di liquidi e cibo lo sono per tutto il corpo. Secondo poi dove c’è spazio vitale per un essere umano c’è spazio per un libro e per chi non ha dove metterli… mai provato un libro elettronico o uno di quei supporti lì?

Non ho tempo

Tra le scuse più comuni che ognuno di noi ha utilizzato o anche solo ascoltato almeno una volta nella vita, invece ci sono: “Ho troppe cose da fare” e la sua variante “Non ho tempo”, “Sono troppo vecchio” e il suo contraltare “Sono troppo giovane”, infine “Mi hanno sempre obbligato a leggere”.

Smontiamole insieme: tutti, ma proprio tutti (salvo fortunatissime eccezioni) abbiamo più cose da fare di quante ne vorremmo e a tutti il tempo non basta mai, ma ci sono persone – io lo vedo di continuo con i miei occhi anche dentro casa – che credono di non avere tempo, invece ne sprecano tanto. È vero che esiste (a proposito di libri) l’elogio della lentezza, ma in certi casi è una malattia.

Quanto al resto, c’è mica un’età per leggere? No, lo dimostra il fatto che in Italia il mercato del libro è trainato – o forse dovremmo dire sopravvive grazie a – dal settore infanzia. Insomma: c’è un libro per ogni età, come c’è un libro per tutti i gusti, ma che dico uno, ce ne sono tantissimi!

Ultima giustificazione: mi hanno sempre obbligato a leggere. Lo so. Famiglie e scuola non sono sempre illuminate come Gianni Rodari consigliava, ma si sopravvive… anche grazie a un buon libro.

Foto | HayDmitriy via Depositphotos

Roberta Barbi

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