colpo di scena

Il colpo di scena ovvero come gli scrittori manipolano il nostro cervello

Il dibattito pubblico (e anche privato) sul ruolo degli spoiler è da tempo aperto. Vi sono persone che si ritraggono inorridite al solo pensiero di vedere svelati stratagemmi e colpo di scena del nuovo film o dell’ultimo best seller in circolazione. Altre che invece trovano in essi una sorta di ulteriore incentivo a guardare (o leggere) l’opera di cui tanto si parla.

Generalmente tutte le storie cinematografiche o letterarie sfruttano la nostra tendenza a voler scoprire (e qui entra in gioco l’anticipazione) ciò che sta per accadere. Questo per certi versi ci spiega come le nostre tendenze cognitive siano pungolate e saziate dalla svolta inattesa di una storia. Ma ci spiegano anche come queste rivelazioni, questi colpi di scena, in verità non ci guastino affatto con le loro calcolate anticipazioni, l’esperienza che stiamo per vivere.

Il colpo di scena e la maledizione del sapere

Non va certamente negato che la paura dello spoiler ha i suoi motivi d’essere, i suoi innegabili perché. Esiste, infatti, una sola possibilità di sapere. Di conoscere per la prima volta. Questo influenzerà per sempre quello che siamo destinati a notare, cosa ci viene anticipato, ponendo in tal modo dei limiti anche alla nostra stessa immaginazione.

Una serie di incespicamenti e trabocchetti che ci vengono incontro durante il nostro cammino di lettori; incespicamenti e trabocchetti altresì noti come la cosiddetta maledizione del sapere. Si sa che una volta che abbiamo, ad esempio, compreso e scoperto la tessera mancante a questo o quel mistero, sarà per noi più difficile avvertire la difficoltà degli altri nell’arrivare alla nostra stessa soluzione. Dentro di noi siamo a quel punto convinti che sia facile, molto più facile di quanto non lo sia in realtà. In breve, le informazioni che ci vengono offerte condizionano prontamente la nostra valutazione di quello che accadrà in un secondo momento (e questo, naturalmente, in tutti campi).

Come pieghe e svolte di una trama mettano alla fine ogni cosa al posto giusto

Un fatto questo che ogni scrittore più o meno consciamente sa molto bene. Una storia dalla narrazione ben riuscita sfrutta almeno in parte sia questa caratteristica che gli abituali percorsi mentali delle persone, mettendo sul piatto diversivi fuorvianti che alla fine renderanno la trama più ricca di sorprese. Spesso, va detto, non è tanto il coup de théâtre in sé, ma il fatto di poter poi tornar indietro nella storia e cogliere nuove sfumature e nuance, permettendoci così di dare un senso nuovo o almeno certamente più pieno e completo all’intero intreccio.

Pro e contro degli spoiler

Gli studi in materia hanno evidenziato come il fatto di conoscere in anticipo pieghe e svolte della trama non tolga affatto suspense allo spettatore/lettore. Anzi, secondo alcuni ricercatori gli spoiler aumenterebbero il godimento del pubblico. Anzi quando un evento importante ma del tutto inatteso si abbatte sulla storia, il godimento dello spettatore ne risulterebbe pesantemente intaccato. Il sapere, il conoscere permettono infatti di dare una maggiore unità e coerenza a tutta la storia.

Tuttavia non è neppure negabile che conoscere già il colpo di scena, le pieghe e gli sviluppi di un film o di un romanzo tolga alla fine eccitazione al tutto. Gli esperti di marketing sanno infatti benissimo che gli spoiler possono altresì guastare l’urgenza, il bisogno dello spettatore di vedere, convincendoli a restare a casa anziché andare al cinema (cosa che magari avrebbero fatto nel caso in cui non avessero già conosciuto… il colpo di scena finale!)

Via | The conversation
Foto | photography33 via Depositphotos

Giorgio Podestà

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