Le più belle poesie dedicate ai cavalli

Poesie dedicate ai cavalli che ti emozioneranno

Eleganza, fierezza, libertà: quali altri aggettivi usare per descrivere un cavallo? Grandi autori hanno creato poesie dedicate ai cavalli, fantastici animali capaci di emozionarci, versi che ne richiamano la maestosità e l’animo indomabile.

Alla scoperta delle poesie dedicate ai cavalli

Lev Tolstoj disse che l’unica ragione per la quale il cavallo non parla, è perché la conformazione della sua bocca non lo permette, mostrando così la sua sconfinata ammirazione per l’animale.

Ma è del grande drammaturgo inglese Ben Jonson, nato nel ‘500, la frase che racchiude la motivazione di tanti scritti: “Chiedimi di mostrarti poesia in movimento, e ti mostrerò un cavallo”.

Il cavallo nella poesia di Lord Byron

A proposito di movimento, Lord Byron – poeta e politico inglese – ci emoziona con i suoi cavalli selvaggi, narrandoli a suo modo in una suggestiva corsa in versi:

Con coda ondeggiante e criniera al vento,
le froge selvagge mai contratte dal dolore,
e bocche non insanguinate da morso o redine,
e piedi che il ferro mai calzò,
e i fianchi intatti da sprone o frusta,
un migliaio di cavalli, selvaggi, liberi,
come onde che si inseguono nel mare,
giunsero fitti tuonando.

Il tuono del ritmico battere sul terreno mentre avanzano, nessuna briglia, corsa senz’ali, metafora del mare: noi li vediamo, quei cavalli, e ci scalpitano dentro grazie alla bellissima descrizione, non è vero? Non è difficile incontrare il cavallo nella poesia: al trotto, a briglie sciolte, alato oppure no, accompagna da sempre il desiderio di libertà di tutti noi.

Gli zoccoli dei calli secondo Ogilvi

Zoccoli ferrati invece, sono quelli che abbiamo estrapolato dagli scritti del poeta scozzese Wile H. Ogilvi:

Gli zoccoli dei cavalli!
Oh! Ingannevole e dolce
è la musica che la terra ruba dallo zoccolo ferrato,
nessun sussurro di innamorato, nessun trillo di uccello
può eccitarmi così tanto come mi eccitano gli zoccoli dei cavalli.

Nuno Oliveira e i cavalli

Mentre il portoghese Nuno Oliveira, che ai cavalli ha dedicato tutta la sua vita, ci lascia importante traccia della sua passione con una varia produzione letteraria. Grande e indimenticabile maestro dell’equitazione, è considerato un poeta che ha impregnato d’amore per i cavalli ogni momento della sua vita, ogni più piccola azione, pensiero o scritto. Fu ammirato anche per la capacità di mettere la sensibilità dell’animale al primo posto. Abbiamo scelto per voi queste poche righe:

Esiste il tatto della mano,
il tatto delle gambe,
il tatto dell’assetto
ed il tatto della testa.
Il cavaliere dotato di tatto ricompensa
al più leggero cenno di obbedienza;
quando chiede di nuovo,
il cavallo risponde con calma,
fiducia e piacere.

La cavalla storna: in memoria del padre

Il 10 agosto 1867, Ruggero Pascoli rientrava a casa sul suo carro ma a casa non giunse mai, poiché fu assassinato. Gli autori del terribile gesto non furono mai presi, sebbene si suppose che fossero stati assoldati da rivali di lavoro. Il carro era trainato da una giumenta dal manto scuro macchiato di bianco (gli stessi colori dello storno), unica testimone della tragedia. Al tempo, il figlio di Ruggero, Giovanni, aveva soltanto dodici anni; l’evento lasciò un segno indelebile nel bambino, che ritroviamo in molte liriche del Giovanni Pascoli adulto e poeta.

La più famosa è La cavalla storna, che racconta proprio di quell’agosto lontano ma sempre presente in colui che così da vicino lo ha vissuto.

O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto…

La ricordate? L’abbiamo incontrata tutti, sui banchi di scuola.

Poesie dedicate ai cavalli per bambini

Per il piccolo Giovanni, quella giumenta è rimasta per sempre avvolta da tristi pensieri, ma per fortuna non è così per tutti. Sappiamo quanto piacciono ai più piccoli le storie di animali, e per loro abbiamo trovato una deliziosa poesia sui cavalli per bambini, quella di Francesca Castellino, poetessa e scrittrice, nonché autrice di numerose filastrocche. Si intitola Cavallino op op là e regala ai bimbi la corsa sfrenata di un cavallo che pare volare.

Non è l’unica, la Castellino, a mostrare in questo modo l’animale, il quale – criniere al vento e desiderio di libertà – spesso spicca il volo quasi avesse le ali. Il più famoso dei cavalli alati infatti, risale alla mitologia greca e si chiama Pegaso, una figura presente anche in molti cartoni animati.

Corri corri come il vento
ed il vento ti porterà …
Se le redini rallento
come il vento volerà.
Volerà sulla montagna
ululando uh uh uh uh!
C’è un gigante che si lagna
il gigante sta lassù!
Cavallino arrò arrò
io le briglie tirerò,
e tu allora scenderai
giù giù al piano tornerai,
e la biada ti darò,
ti darò lo zuccherino …
Arrò arrò, bel cavallino!

Tra le poesie dedicate ai cavalli è senza dubbio particolare.

Poesia del cavallo al suo padrone

E se fossero gli animali a scrivere di noi? Abbiamo cercato una poesia del cavallo al suo padrone, e la più bella è quella attribuita (ma senza alcun fondamento) a W. Shakespeare intitolata La gara, della quale per questioni di spazio vi proponiamo soltanto una parte, invitandovi però a leggerla per intero:

Mi piace spiarti, lo sai,
mentre ti prendi cura di me,
assicurandoti che tutto sia in ordine,
sussurrando a entrambi amabili frasi,
stringendo nervosamente qua e là una fibbia,
immersa in chissà quali pensieri che ti sistemano gli stivali.
Ti ammicco mentre tu ammicchi
coi tuoi bei lineamenti tirati,
il nero copricapo sopra le candide ciocche,
poco prima di salire in groppa,
in quell’istante eterno,
imbrigliato anche lui negli occhi di zaffiro.

Si tratta di una poesia d’amore rivolta dal cavallo alla sua “padroncina”, dalla quale lui non desidera altro che ricevere una carezza sul collo, capace di cancellare ogni fatica, ogni momento di solitudine.

Una leggenda beduina dice che Allah prese una manciata del Vento del Sud, vi alitò sopra creando il cavallo e disse: “Il tuo nome sarà arabo e la virtù risiederà nel ciuffo della tua fronte e nella forza nel tuo dorso”.

E se è vero che l’uomo ha inventato briglie e morso, è anche vero che mai riuscirà del tutto a imbrigliare la natura del cavallo, creatura libera e selvaggia legata alla terra e al vento.

Foto | Pixabay

Susanna Trossero

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