Alberto Arbasino

Alberto Arbasino: tra le righe dell’Italia del Novecento

Alberto Arbasino (1930-2020) è stato, senza ombra di dubbio, una figura centrale della seconda metà del nostro Novecento. Uno scrittore vasto. Una penna sagace, ma soprattutto un ammaliatore che intrecciava abilmente citazioni e ritratti, immagini e suggestioni sbugiardando, nel suo scorrere elegante e pungente (pungente, badate bene, fino alla lacerazione), luoghi comuni e viltà, ipocrisie e arrivismo di un Italia intenzionata a lasciarsi alle spalle la guerra e le sue lugubri miserie.

Viaggio nell’opera di Alberto Arbasino: cinque romanzi imperdibili

Per approfondire ulteriormente la conoscenza di Alberto Arbasino vi consigliamo la lettura di cinque suoi libri che, dagli anni ‘50 in avanti, ci hanno mostrato, ora in modo sofisticato e graffiante, ora attraverso tutta una serie di nuance bizzarre e oniriche, i mille volti di questo inguaribile paese.

Le piccole vacanze

Pubblicato nel 1957 da Einaudi, questo libro di racconti ci porta in un mondo di piccole storie, di sentimenti confusi o sciocchi, di vecchie ville di campagna o piste da ballo troppo affollate, dove l’estate italiana trascorre mollemente tra le sue vacuità, le sue speranze di sempre e quella vita che, come un’altalena, non tocca mai il cielo.

L’anonimo lombardo

La storia di un amore omosessuale che la penna di Arbasino, partendo dalla rielaborazione del racconto Il ragazzo perduto, rende qui ancora più indimenticabile, grazie a un ampio e irresistibile gioco di citazioni, suggestioni e colte stravaganze. A volte, calandosi tra le sue pagine, il lettore si sente immerso nel cuore pulsante del Romanticismo, altre, senza quasi preavviso, si ritrova, invece, in piena avanguardia.

Fratelli d’Italia

Alberto Arbasino era uno di quegli scrittori che, come avrete già capito, amava rivedere i propri testi. Un destino toccato anche a Fratelli d’Italia, scritto per la prima volta nel 1963, ma poi rivisto e corretto nel 1967 e nel 1991. Il romanzo, ambientato negli anni ‘60, racconta le avventure e gli incontri in giro per l’Italia e l’Europa di due ragazzi gay, tuttavia l’intreccio, lo ricordiamo en passant, è poco più di un pretesto per mettere a nudo mentalità e cultura del Bel Paese.

La bella di Lodi

Dal romanzo venne tratto nel 1963 un celebre film di Mario Missiroli con Stefania Sandrelli. In primo piano le vicende di una coppia di giovani amanti (lei ricca, lui ladro e spiantato) alle prese con eros, denaro e giochi di forza, destinati via via a condizionare il loro rapporto. Il matrimonio tra i due sancirà – in un modo o nell’altro – la fine di quel loro amore nato in un motel.

Parigi o cara

Una galleria di ritratti, di incontri, di tête-à-tête con alcuni mostri sacri della Francia del secolo scorso. Da Mauriac a Céline, da Cocteau a Simenon: l’occhio acuto di Arbasino porta in scena il canto del cigno di una intellighenzia ormai agli sgoccioli. Sullo sfondo una Parigi sempre più simile a una vecchia gloria più volta al passato che aperta al futuro.

Foto | Gorup de Besanez, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons

Giorgio Podestà

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