Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie… (Soldati, Giuseppe Ungaretti)
Accingersi a scrivere un post sui cinque migliori libri sul foliage d’autunno, al di là della psicologia spicciola, può voler dire una sola cosa: che dentro di noi lo sappiamo che l’estate è proprio finita, le vacanze sono archiviate ed è ora di fare ogni sforzo umanamente possibile per guardare avanti e rientrare nei ritmi della normalità.
I libri sul foliage d’autunno per vivere profumi e colori di questa stagione
Settembre serve un po’ a questo, e anche se non posso accompagnarvi per mano nell’inserimento al nuovo anno di lavoro come si farebbe per un bimbetto all’asilo nido, posso cercare di farvi vedere le cose belle che la nuova stagione ci regala, ovviamente sfogliando le pagine non di uno, ma di ben 5 libri almeno, selezionati tra i migliori in grado di raccontarci l’autunno con i suoi profumi e i suoi colori.
Le foglie d’autunno di Paolo Pejrone e Dario Fusaro
Partiamo con una pubblicazione, per così dire, tecnica, dell’interessante collana Electa edita da Mondadori. A metà strada tra l’architettura, il design e la grafica – infatti i due autori che lo firmano sono rispettivamente un architetto e un fotografo – ecco l’autunno, stagione che gli antichi contadini definivano l’ultima prima del riposo della terra, declinato però in una forma nuova, che ne esalta la bellezza dei colori che si trovano in terrazze, giardini e perfino negli orti, che regalano sapori forti ingiustamente dimenticati.
Ma è anche la stagione dei primi freddi, dai quali potrebbe essere molto cool difendersi con il lavoro di una stufa a legna…. Ce ne sono da far girare la testa! Da non perdere l’edizione illustrata per trasformare le parole in immagini e i desideri in realtà.
- Paolo Pejrone – Dario Fusaro, Le foglie d’autunno, Mondadori Electa, 160 pagine
Foliage, vagabondare in autunno di Duccio Demetrio
Non solo una stagione, ma uno stato d’animo, è, l’autunno: da questo assunto piuttosto diffuso tra filosofi e letterati, parte l’autore, che riempie pagine e pagine di gradevoli divagazioni sul tema, liberandosi, però, dei pregiudizi nostalgici e malinconici che in genere l’autunno suggerisce. Se è vero, quindi, che si tratta della stagione sospesa per eccellenza, quella che introducendo il letargo dell’inverno annuncia neanche troppo metaforicamente l’ultima stagione della vita, la vecchiaia, è anche vero che viverla bene non è solo una questione di fortuna nel godere o meno di buona salute, ma anche di attitudine alla vita.
Insomma, un’ottima lettura per chi vuole cambiare vita o semplicemente ottica, impreziosita da passi interessanti come quelli sul carattere personale degli alberi da cui dipenderebbe il far imbrunire e poi cadere le foglie in anticipo o in ritardo rispetto all’avanzare della stagione.
- Duccio Demetrio, Foliage. Vagabondare d’autunno, Raffaello Cortina, 253 pagine
Il rumore delle foglie d’autunno di Giada Bensi
Cambiamo decisamente registro con questo romanzo indipendente che racconta una storia di sofferenza e riscatto, quella di Viola, nome che è un colore funereo come quello delle foglie che in autunno, in effetti, muoiono. Un’infanzia di dolore e violenza, la sua, il cui unico ricordo felice sono proprio le foglie autunnali, ma che dopo esperienze estreme come l’orfanotrofio sa reagire e cogliere al volo le occasioni, come un aereo di sola andata verso Londra dove l’aspetta un nuovo lavoro e forse una nuova vita.
Adatto a chi si trova in fase di stallo, a chi manca il coraggio, a chi vuole condividere il proprio dolore e a chi non ha ancora capito che la perfezione non esiste ma la felicità sì e a volte si trova nel luogo più vicino possibile: noi stessi.
- Giada Bensi, Il rumore delle foglie d’autunno, Giovane Holden, 208 pagine
Foglie cadute di Vasìlij Ròzanov
Dopo Tolstoj, Gogol e Dostoevskij la letteratura russa tra Ottocento e Novecento ci regala un’altra perla rara: il poeta Ròzanov. Anzi: se non si legge Ròzanov non si può dire davvero di conoscere la Russia dell’epoca perché nessuno come lui è detentore della parola non dopo che questa è stata pronunciata, ma la parola che descrive nel momento in cui tutto avviene.
Questa, dunque, la grandezza di questo autore semi-sconosciuto che non ha scritto poesie o romanzi, ma solo impressioni fissate sulla carta, momenti ed evoluzioni che fa il pensiero, annotazioni del vivere. Il tutto, ovviamente, con la società sua contemporanea che scorre sullo sfondo. Tra frecciate, arguzie, ritratti, aforismi, frizzi e lazzi, l’unica cornice forse davvero riscontrabile all’interno della quale costringere i suoi componimenti, è quella legata alla grande tradizione del cristianesimo orientale. Da non perdere.
- Vasìlij Ròzanov, Foglie cadute, a cura di Alberto Pescetto, Adelphi, 501 pagine
I falò dell’autunno di Irène Némirovsky
“Vedi, le diceva, sono i falò dell’autunno; purificano la terra, la preparano per nuove semine. Voi siete giovani. Nella vostra vita, questi grandi falò non hanno ancora cominciato ad ardere. Si accenderanno. Devasteranno molte cose …”.
C’erano tanti modi per concludere questo post: cruciale, ovviamente, era la scelta del quinto libro da consigliarvi. Ebbene: ho deciso di lasciarvi così come vi ho trovato, ma stavolta adottando una prospettiva diciamo più classica, quella dell’autunno mesto, che porta con sé “il sottile dispiacere” di battistiana memoria.
Questo romanzo racconta la storia di un sogno fatto da un’anziana pochi istanti prima di morire: prendere per mano la nipote e condurla in un viaggio a ritroso nel tempo e nei suoi ricordi della Grande Guerra, che come ogni conflitto e ogni dolore trasforma in profondità le persone… un passaggio di testimone ideale tra generazioni tessuto da una che con la penna ci sa fare. Eccome.
- Irène Némirovsky, I falò d’autunno, a cura di Laura Frausin Guarino, Adelphi, 238 pagine
Foto | Pixabay
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