Proverbi sull'estate
Proverbi sull'estate

Proverbi sull’estate: la bella stagione nella saggezza popolare

È un dato di fatto. Non solo non ci sono più le mezze stagioni e anche le altre due (estate e inverno) non sono più come quelle di una volta! Ma noi continuiamo ad aver fiducia e ci addentriamo nei mille rivoli della cultura, intesa nel senso più ampio, e guadiamo a come l’estate viene presentata nella saggezza popolare.

I proverbi sull’estate mettono spesso in relazione questa stagione a quella diametralmente opposta, cioè l’inverno. Da questo confronto scaturiscono varie considerazioni (alcune apocalittiche, come quella che riguarda la tosse!).

Ci sono anche proverbi sull’estate che evidenziano come in questa stagione anche chi non ha nulla può essere lieto e, inoltre, quanto sia facile andarsi andare dopo aver tracannato del vino fresco di cantina.

Curioso il proverbio che spiega come si possa trovare l’inferno anche qui in terra. Anzi i proverbi: perché se uno illustra quest’aspetto con il lavoro pesante, un altro ha connotazioni negative per due città siciliane. Sarà veritiero o frutto di campanilismo?

Proverbi sull’estate

  • A quattro cose non prestar fede: sole d’inverno, nuvole d’estate, amor di donna e discrezione di frate.
  • Se l’inverno è stato asciutto, l’estate c’è roba per tutti; se è stato bagnato, anche l’estate è cattiva.
  • Calda e umida l’estate, fredda e asciutta l’invernata.
  • Cattivo inverno fa cattiva estate.
  • Chi imita la formica nell’estate, non va a chieder pane in prestito nell’inverno.
  • Chi vuol sapere cosa sia l’inferno, faccia il cuoco d’estate e il carrettier d’inverno.
  • Il fresco dell’estate, fa dolere il capo nell’inverno.
  • Il prudente compra d’estate il suo cappotto per l’inverno.
  • L’estate è la mamma dei poveri.
  • La tosse d’inverno vuol governo, ma la tosse d’estate porta al sagrato.
  • Molta neve d’inverno promette un’estate secca e calda.
  • Nel bel mezzo dell’estate, state lontani dalle donne e dai cani arrabbiati.
  • Non c’è estate senza mosche.
  • Quando appare la nespola piangete, perché è l’ultimo frutto dell’estate.
  • Se non c’è inverno non c’è estate.
  • Triste quell’estate, che ha saggina e rape.
  • Se vuoi provare le pene d’inferno, l’inverno a Messina e l’estate a Palermo.
  • Vino vinello, tu sei rosso e bello, l’estate stai in cantina al fresco e l’uomo fai parlar mezzo tedesco.

Foto | Pixabay

Roberto Russo

Roberto Russo

Roberto Russo è nato a Roma e vive a Perugia. Dottore in letteratura cristiana antica greca e latina, è appassionato del profeta Elia. Segue due motti: «Nulla che sia umano mi è estraneo» (Terenzio) e «Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo» (Tommaso da Kempis). In questa tensione si dilania la sua vita. Tra le altre cose, collabora con alcune testate online, è editore della Graphe.it, e tanto tempo fa ha pubblicato un racconto con Mondadori.

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