Frasi sulla Patria per la festa del 2 giugno
Frasi sulla Patria per la festa del 2 giugno

Festa della Repubblica, 2 giugno: frasi sulla Patria

Sembra fuori tempo massimo, se non addirittura demagogica, una riflessione oggi sul concetto di “patria”. Viviamo in una dimensione che fra richiami e timori si proietta verso una dimensione planetaria che parrebbe azzerare il legame con la terra e con la storia risolvendolo in un rapporto che ha cittadinanza solo nei libri scolastici, nemmeno i migliori.

Cos’è patria oggi? Una possibilità. Partecipare alla costruzione di una dimensione allargata portando un contributo originale, paritario, che non voglia cioè prevaricare altre posizioni, e unico.

Per questo motivo, in occasione della Festa della Repubblica Italiana, il 2 giugno, vi proponiamo alcune frasi sulla Patria di autori celebri.

Frasi sulla Patria

  • A chi non ama la patria non sta istà bene l’essere sacerdote, né padre. (Ugo Foscolo)
  • Anche il fumo in patria ci è dolce e gradevole (Aleksandr Sergeevič Griboedov)
  • Se dovessi scegliere fra tradire la mia patria e tradire un mio amico, spero che avrei il coraggio necessario per tradire la mia patria (Edward Morgan Forster)
  • Ben io ti dico, che mia patria è quella / che nel popolo sta. (Vincenzo Monti)
  • Se la guerra è una cosa orribile, il patriottismo non è forse l’idea madre che la nutre? (Guy de Maupassant)
  • Chi ama la patria è fedele nel più profondo dell’anima. (Theodor Fontane)
  • Chiunque combatte contro la patria è un figlio che vuole uccidere la madre. (Napoleone Bonaparte)
  • Chi rispetta la bandiera da piccolo, la saprà difendere da grande (Edmondo De Amicis)
  • È bello e dolce morire per la patria. (Orazio)
  • Fino a tanto che il fuoco sacro dell’amor di patria si conserva, una nazione è libera, attiva e potente. (Louis Philippe de Ségur)
  • Se conoscessi qualcosa di utile alla mia patria, che però fosse pregiudizievole per l’Europa, oppure fosse utile all’Europa e pregiudizievole al Genere umano, lo considererei come un delitto (Charles de Montesquieu)
  • I patrioti parlano spesso di morire per il loro paese, e mai di ammazzare per la loro patria. (Bertrand Russell)
  • «Il mio paese, a torto o a ragione» è una cosa che nessun patriota potrebbe nemmeno pensare di dire, tranne un caso disperato. È come dire: «Mia madre, sobria o ubriaca» (Gilbert Keith Chesterton)
  • Il patriottismo è quando l’amore per la tua gente viene per primo; nazionalismo quando l’odio per quelli non della tua gente viene per primo. (Charles de Gaulle)
  • Il problema della patria forse alla fin fine non è altro che un problema di linguaggio! Dovunque si trovi, dovunque vada, l’uomo continua a pensare con le parole, con la sintassi del suo paese (Roger Martin du Gard)
  • Il tesoro di una nazione è la sua onestà. (Ezra Pound)
  • L’idea di patria è quasi morta, grazie a Dio. (Gustave Flaubert)
  • L’uomo si ricostruisce una patria sotto qualsiasi lembo di cielo. (Johann Gottlieb Fichte)
  • La cenere dei morti fu quella che creò la patria. (Alphonse de Lamartine)
  • La civiltà di una nazione dovrebbe essere misurata in base alla deferenza verso il sesso debole. (Henry James)
  • La famiglia è la patria del cuore. (Giuseppe Mazzini)
  • La nostra patria si trova là dove siamo amati (Michail Jur’evič Lermontov)
  • La nostra vera nazionalità è l’umanità (Herbert George Wells)
  • La patria è come la madre, della quale un figlio non può parlare come d’altra donna. (Carlo Cattaneo)
  • La patria è dovunque ci si trova bene (Aristofane)
  • La Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi. (Sandro Pertini)
  • La vera patria è quella in cui incontriamo più persone che ci somigliano. (Stendhal)
  • Mi sembra che l’esclamazione «La patria è in pericolo!» non sia così terribile come «La cultura è in pericolo!» (Maksim Gor’kij)
  • Mia soltanto è la patria della mia anima. (Marc Chagall)
  • Morirei per la mia patria ma non vorrei che la mia patria morisse per me. (Neil Kinnock)
  • Nessuno è patriottico quando si tratta di pagare le tasse. (George Orwell)
  • Non esiste infatti maggior trionfo di quello che può offrire la patria. (Franco Corelli)
  • Per me non esiste più “patria” alcuna e non vi sono più ideali; tutto questo non è che semplice decorazione per i potenti che governano preparando la prossima carneficina (Herman Hesse)
  • Per un vecchio, la patria è dovunque faccia caldo. (Maksim Gor’kij)
  • Se mi interesso prima a me, il massimo che io possa conseguire, abbracciare nella mia considerazione, nel mio amore, è la patria. (Jean Cardonne)
  • Sono nato per un solo angoletto, la mia patria è il mondo intero. (Seneca)
  • Un uomo che si rispetti non ha patria. Una patria è una colla (Emil M. Cioran)
  • Vincerà l’amor di patria e l’immenso desiderio di gloria. (Virgilio)
  • Vogliamo la patria, la patria una e rapidamente. Possiamo cedere su tutto, su questo no. (Giuseppe Mazzini)

Una citazione di Adriana Zarri

Ma cos’è la Patria? Quale il suo significato profondo? A conclusione di queste frasi sulla Patria, vi proponiamo una riflessione di Adriana Zarri dal titolo La patria quotidiana. Tale testo è tratto dal libro La gatta Arcibalda e altre storie. Riflessioni sugli animali e sulla natura.

La patria quotidiana

Sono ben consapevole della montagna di retorica che, sulla patria, si è depositata; ma tanto più un valore è alto e tanto più la retorica è in agguato. Sono altresì ben consapevole che, in nome della patria, si son consumati delitti e milioni di giovani sono stati mandati a morire spesso senza altri motivi che non fossero un esasperato nazionalismo, una sete di potere e di dominio, un’enfasi che, per usare un aggettivo sprezzante che non amo, ma qui ci sta bene, «patriottarda». Ma anche in nome di Dio si sono commessi crimini e si sono fatte guerre fratricide: fratricide sempre, anche se i «nemici» erano di razza, di pelle e di fede diversa.

Contestare il concetto di patria per questi motivi significa avere della patria un’idea astratta, lontana e militaresca: una patria in alta uniforme, esaltata dalle fanfare e dagli squilli di tromba. Ma c’è una patria dimessa, feriale, quotidiana, che è il tessuto della nostra vita di tutti i giorni.

La patria sarà anche la scintillante divisa dei corazzieri, con la loro splendida coda di cavallo, o il cappello dei bersaglieri, sventolante di penne di cappone (che assurdo taglio di virilità per un così marziale copricapo!); ma la patria è anche, e soprattutto, il cappello di paglia che mette in testa il contadino per ripararsi dal sole. La patria è il vaso di gerani che accende di rosso e di rosa il mio balcone; è il mio bosco, il mio prato, il mio gatto. Per questa patria quotidiana, che non ha bisogno della maiuscola, dell’uniforme, della fanfara e della guerra, io voglio il rispetto della bandiera e non il suo vilipendio,  perché il vilipendio della bandiera è il vilipendio dei miei amici contadini, dei miei gerani, delle mie rose e dei miei gatti.

Foto | Pixabay

Roberto Russo

Roberto Russo

Roberto Russo è nato a Roma e vive a Perugia. Dottore in letteratura cristiana antica greca e latina, è appassionato del profeta Elia. Segue due motti: «Nulla che sia umano mi è estraneo» (Terenzio) e «Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo» (Tommaso da Kempis). In questa tensione si dilania la sua vita. Tra le altre cose, collabora con alcune testate online, è editore della Graphe.it, e tanto tempo fa ha pubblicato un racconto con Mondadori.

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