Le intense frasi di Pasqua di don Giussani

Le intense frasi sulla Pasqua di don Giussani

Don Giussani (monsignor Luigi Giovanni Giussani) è stato un sacerdote teologo italiano, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione (abbreviato: CL). Nato a Desio (MB) il 15 ottobre 1922 morì poi a Milano il 22 febbraio 2005. È in corso il suo processo di beatificazione e canonizzazione.

Ha scritto molto, don Giussani, e tra i suoi testi ci sono, ovviamente, diverse frasi sulla Pasqua che, come è noto, è la più importante festa del cristianesimo.

Frasi sulla Pasqua di don Giussani

  • Cristo risorto sarebbe potuto essere un attimo nella storia. E invece no: è una storia, una storia nuova; alla storia antica succede la storia nuova. E il passaggio è questo; resurrezione è la pasqua di Cristo, il passaggio.
  • È nella Risurrezione la chiave di volta della novità del rapporto tra me e me stesso, tra me e gli uomini, tra me e le cose.
  • La fede in Cristo risorto è il supremo atto dell’intelligenza umana nel cogliere la realtà con lealtà e con affettività, amorosamente affermandola.
  • La Pasqua è il grande giorno del Signore: quello che dimostra la sua vittoria sul male, dimostra la vittoria di questo uomo su tutto il male del mondo.
  • La proposta di Cristo risorto e il riconoscimento di fede non sono opera dell’uomo, non il prodotto di un’ipotesi di lavoro della mente, non forza dell’intelletto, bensì possibilità della nostra intelligenza, in quanto – come creatura – è una potenza d’obbedienza al Creatore: è per grazia. È per grazia che noi possiamo riconoscerlo risorto e che noi possiamo immergerci nel suo grande Mistero.
  • La Risurrezione è il culmine del mistero cristiano. La centralità della Risurrezione di Cristo è direttamente proporzionale alla nostra fuga come da un incognito, alla nostra smemoratezza di essa, alla timidezza con cui pensiamo alla parola e ne siamo come rimbalzati via.
  • Mai, come di fronte a Cristo risorto, la nostra insistenza sul chiedere, sul pregare, sul domandare (usiamo la parola che è l’essenza della preghiera: domandare), la nostra domanda deve intensificarsi.
  • Non c’è altra alternativa che quella tra il Cristo risorto e questa illusione della vita, «il brutto / poter che, ascoso, a comun danno impera, / e l’infinita vanità del tutto», come finisce la breve poesia A se stesso di Leopardi. Non c’è alternativa a Cristo risorto, se non questa frase di Leopardi.
  • Ogni esperienza terrena, vissuta nello Spirito di Gesù, Risorto da morte, fiorisce nell’Eterno. Questa fioritura non sboccerà solo alla fine del tempo; essa è già iniziata nel crepuscolo della pasqua. La Pasqua è l’inizio di questo cammino alla Verità eterna di tutto, cammino, quindi, che è già dentro la storia dell’uomo. Cristo, come Verbo di Dio incarnato, si rende infatti presente, in quanto Risorto, in ogni tempo, attraverso tutta la storia, per arrivare dal mattino di Pasqua alla fine di questo tempo, di questo mondo.
  • Se partecipiamo all’esperienza nuova che l’uomo Cristo, risorto da morte, vive sino alla fine dei secoli, noi partecipiamo inizialmente, incoativamente di questa sua signoria sul tempo e sullo spazio.
  • Senza la resurrezione di Cristo c’è una sola alternativa: il niente.

Foto | tunnelmotions da Pixabay

Roberto Russo

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