La porta dell'Inferno di Dante secondo Gustave Doré

La scritta sulla porta dell’Inferno di Dante: testo, analisi e significato

Nel Canto III dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri si trova una delle frasi più famose dell’intero libro. È la frase scritta sulla porta dell’Inferno. Il testo integrale recita così:

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e ‘l primo amore;

dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, o voi ch’ intrate.

Il verso più famoso, tuttavia, rimane l’ultimo: «Lasciate ogne speranza, o voi ch’ intrate» o «Lasciate ogni speranza, o voi che entrate». Quando Dante si incammina insieme a Virgilio per entrare nell’Inferno si trova davanti alla porta dell’Inferno: su di essa campeggia questa scritta dal colore scuro. Dante ovviamente viene preso da forte scoramento, la scritta non è molto invitante e Virgilio, per fargli coraggio, lo prende per mano e lo conduce verso l’interno.

Il significato della scritta sulla porta dell’Inferno di Dante

Il significato della scritta è abbastanza chiaro: avvisa chi sta per entrare nell’Inferno del fatto che si sta per accedere nel luogo dell’eterno dolore. Spiega, inoltre, che una volta entrati dentro non c’è nessuna speranza di poter tornare indietro (qui si ricorda un simile verso dell’Eneide, quando Enea scende all’Averno). Dante subito non riesce a capirne il significato e per questo motivo Virgilio lo esorta a non aver paura e a prepararsi a entrare all’Inferno dove troveranno le anime dannate, «la perduta gente». Virgilio gli spiega che deve abbandonare ogni esitazione (il sospetto) in quanto qui ci sono le persone che hanno perduto Dio (le genti dolorose). Così Virgilio e Dante possono entrare nelle segrete cose, ovvero i posti separati dal mondo.

L’iscrizione ci spiega anche che la porta dell’Inferno è stata costruita sulla base della giustizia della Trinità, che viene citata con i suoi tre attributi: «Divina potestate» è il Padre, «Somma Sapienza» è lo Spirito Santo e «’L primo amore» è il Figlio.

Nell’ultima parte ci spiega come l’Inferno sia stato creato solo dopo la caduta di Lucifero, fatto che diede origine al Male. Prima della Caduta c’erano solo gli angeli, i cieli, gli elementi, la materia pura, tutte cose che non erano corruttibili. Quindi l’iscrizione spiega come sia stata creata solo dopo che furono create le cose eterne, quindi anche essa è eterna.

Foto | Di Gustave Doré (1832 – 1883) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

Nymeria

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Commenti

2 risposte a “La scritta sulla porta dell’Inferno di Dante: testo, analisi e significato”

  1. Intuitivamente suona meglio: «’L primo amore» è il Figlio e «Somma Sapienza» è lo Spirito Santo

    1. Grazie della segnalazione

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