Thomas Merton (1915-1968)

Thomas Merton: tutto ciò che esiste, esiste per l’amore

Thomas Merton, monaco trappista che ha ispirato correnti come la new age e influenzato il pensiero di tanti spingendo alla riflessione attraverso i suoi libri, è ancor oggi in grado di trasmettere la sua essenza poiché ci ha lasciato un importante eredità che possiamo racchiudere in una sua frase:

Tutto ciò che esiste, esiste per l’amore, e se l’amore non si rivela in tutte le cose, è soltanto perché noi non vogliamo vedercelo. L’amore, è l’unica possibilità.

Scrittore, poeta, nemico della guerra, consigliere dei grandi Papi del novecento, amico di Giovanni XXIII, ora eremita ora viaggiatore…

Ma chi era Thomas Merton e come ha vissuto?

Un futuro monaco dalla condotta “dissoluta”

Nato a Prades, in Francia, nel gennaio del 1915 da madre americana e padre neozelandese, entrambi pittori, li perde quando era ancora molto giovane seppure in anni diversi, segnati dal medesimo destino: il cancro.

Thomas, da sempre intellettualmente vivace e curioso, compie i suoi studi dapprima a Long Island, poi a Bermuda, e ancora in Francia e poi in Inghilterra.

A Cambridge studia lingue e letterature straniere, qui però la sua condotta lascia molto a desiderare: considerata dissoluta si ripercuote nei suoi studi, tanto che deve lasciare Cambridge e decidere di completare la sua formazione a New York.

Si converte al cristianesimo studiando letteratura, ponendosi domande sul senso della vita, ma anche dopo aver visto a Roma e in altre città italiane meravigliosi mosaici presenti in diverse basiliche.

Il 10 dicembre 1941, appena ventiseienne e insegnante di letteratura inglese, bussò al portone del monastero trappista di Nostra Signora del Gethsemani, in Kentucky, e si può dire che fu in quel preciso momento che cominciò il suo concreto percorso religioso, attratto da questo particolare ordine dedito alla vita contemplativa e alla clausura.

Non molto tempo dopo, il suo pensiero sui temi dei diritti civili, della giustizia sociale, del razzismo, del possibile dialogo fra differenti religioni fu conosciuto dal mondo intero. Forse fu proprio quest’ultima sua convinzione a far sì che la gerarchia ecclesiastica lo guardasse con sospetto.

Un leader spirituale

Thomas Merton è stato un grande leader spirituale, perché capace di essere seguito e amato allo stesso modo da atei, cristiani o appartenenti a qualunque religione: un uomo e un religioso aperto a tutti, moderno, in grado di affascinare ogni generazione, da sempre particolarmente attratto dal pensiero buddista e dalla vita di quei monaci.

Divenne egli stesso monaco nel 1947, pronunciando in quell’anno i voti solenni, e nel 1949 fu ordinato sacerdote.

Testimonianza del suo pensiero è raccolta in sessanta pubblicazioni, tra prosa e poesia, saggistica e scritti introspettivi, nei quali si evidenzia la costante di una sua personale ricerca del senso della vita, ma anche l’onestà di ammettere un cammino fatto di errori, di dubbi, di perplessità e cadute di cui non vergognarsi.

Il suo approccio alla religione fu più filosofico; infatti non seguì mai regole e dogmi alla cieca prima di comprenderli appieno o farli propri.

Nessun uomo è un isola

Interessante, tra i suoi numerosi bellissimi scritti, è “Nessun uomo è un isola”, pubblicato nel 1955; ogni uomo è parte di tutto, elemento integrante dell’intera umanità, dice qui Thomas Merton, invitando l’uomo alla meditazione indipendentemente dal proprio credo, e condividendo con grande umiltà le sue riflessioni e i frutti delle sue contemplazioni.

La coscienza non dobbiamo crearcela. L’abbiamo avuta nascendo e, per quanto possiamo ignorarla, non possiamo mai mettere a tacere la sua voce insistente che vuol farci scegliere il bene ed evitare il male. Per quanto possiamo rinnegare la nostra libertà e responsabilità morale, la nostra parte intellettuale invoca a gran voce una moralità ed una libertà dello spirito senza le quali sa di non poter essere felice.

Il titolo del libro, fu ripreso dal pensiero del poeta John Donne.

Thomas Merton e il suo messaggio di pace

Uomo capace di grande generosità e altruismo, negli anni ’60 fu una figura di spicco nel movimento pacifista. Scrisse di pace e combatté apertamente la guerra, e non solo perché proprio la guerra si portò via l’unico fratello, ma perché da lui considerata un flagello assurdo e inutile, grande espressione di inciviltà e dei limiti umani.

Proprio questo tema a lui caro, lo condusse in Thailandia a conoscere il XIV Dalai Lama e a vivere la realtà dei monaci buddisti.

Questo viaggio tuttavia gli costò un caro prezzo per una fatalità: a Bangkok, nel 1968 e a soli 53 anni, perse la vita folgorato da un ventilatore difettoso, e ciò accadde proprio il 10 dicembre, una data a lui cara perché aveva segnato l’inizio del cammino spirituale.

Per conoscere altri particolari della sua vita e del suo pensiero, potete visitare il sito dell’Associazione Thomas Merton Italia.

Foto | Mind meal da en.wikipedia.org, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons

Susanna Trossero

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