Giorno della memoria
Giorno della memoria

Cos’è il Giorno della memoria e perché cade il 27 gennaio

La Giornata della memoria – o anche Giorno della memoria – è una ricorrenza celebrata a livello internazionale il 27 gennaio di ogni anno. La Giornata è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005, ma in Italia si celebra già da prima.

Cos’è il Giorno della memoria

Quella del 27 gennaio è una giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. La data scelta è dovuta al fatto che il 27 gennaio 1945 furono abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. La legge italiana che istituisce il Giorno della memoria così recita:

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Solitamente si parla di Olocausto per intendere il genocidio portato avanti dalla Germania nazista e con Shoah si descrive lo sterminio degli ebrei in quel periodo.

Perché celebrare la Giornata della memoria

La Giornata della memoria sottolinea l’importanza del ricordo e, per citare sempre la legge che ha istituito tale Giorno in Italia, serve per «conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere».

Le Pietre di inciampo

Sono oltre cinquantamila le Pietre d’inciampo che si trovano piantate a terra in diverse città europee. Si tratta di un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per celebrare la memoria di coloro che sono stati deportati nei campi di concentramento. In varie città della Germania, dell’Austria, dell’Ungheria, dell’Ucraina, della Cecoslovacchia, della Polonia, dei Paesi Bassi e dell’Italia vengono collocate delle targhe d’ottone quadrate (il lato misura 10 centimetri) dinanzi alle case in cui abitavano le vittime del nazismo o nei pressi del luogo in cui vennero arrestate: su ogni Pietra d’inciampo è inciso il nome della persona, la data di nascita, dell’arresto e della morte. L’inciampo non è fisico, quanto visivo e, di conseguenza, mentale, per riflettere sullo sterminio portato avanti dai nazisti.

Foto | Stefan Kryszak [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

Roberto Russo

Roberto Russo

Roberto Russo è nato a Roma e vive a Perugia. Dottore in letteratura cristiana antica greca e latina, è appassionato del profeta Elia. Segue due motti: «Nulla che sia umano mi è estraneo» (Terenzio) e «Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo» (Tommaso da Kempis). In questa tensione si dilania la sua vita. Tra le altre cose, collabora con alcune testate online, è editore della Graphe.it, e tanto tempo fa ha pubblicato un racconto con Mondadori.

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