La Pasqua si sta avvicinando a grandi, primaverili passi. Così ci prendiamo un altro piccolo momento per noi per rifletterci un po’ su e, in particolare, per vedere il significato dei simboli della Pasqua.
Per la religione cattolica è la festa più importante, quella che ricorda la Resurrezione di Cristo che ha vinto la morte (e con lei il peccato) per donarci la salvezza di una vita assai più grande e più lunga di quella terrena.
Ma la festa di Pasqua – Pesach – esisteva già per gli ebrei, che con essa celebrano l’esodo verso la Terra promessa. Entrambe, comunque, sono ricalcate su festività pagane ancora più antiche, legate alla fine dell’inverno che lascia spazio alla primavera (da qui il concetto di rinascita) e seguono il calendario lunare – per questo cambiano data ogni anno – cadendo la domenica successiva al primo plenilunio primaverile.
La settimana che precede la Pasqua, nei Paesi cattolici, è chiamata Settimana Santa, durante la quale si ripercorre tutta la Passione e morte di Cristo, spesso rievocandola con processioni. Tra le più famose c’è quella del Venerdì Santo a Braga, nel nord del Portogallo, guidata dai «farricocos», uomini incappucciati delle confraternite che attraversano la città a piedi nudi e con una fiaccola in mano in segno di penitenza. Una ricorrenza, insomma, intrisa di simbologie e significati che oggi cerchiamo di ripassare insieme…
I principali simboli della Pasqua
Colomba
Simbolo di pace e salvezza per eccellenza, ma anche di purezza, gentilezza e amore, è tratto dalla Bibbia e precisamente dalla storia di Noè che al termine del diluvio mandò proprio una colomba in ricognizione. Al terzo giro di perlustrazione, questa tornò recando nel becco un ramoscello di ulivo, segno della riconciliazione tra l’uomo e Dio. Anche il ramoscello d’ulivo, in effetti è un simbolo, ma più legato alla Domenica delle Palme, in cui si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. In omaggio a quell’episodio, in Spagna ancora oggi si usa appendere rami di palma alle finestre in questo periodo, a garanzia di prosperità.
Agnello
Simbolo di innocenza, umiltà e purezza, è la vittima sacrificale senza macchia. Perciò nel cattolicesimo ha finito per coincidere con la figura di Cristo, chiamato nella liturgia anche l’Agnello pasquale.
Coniglio
Fertilità e rinnovamento della natura grazie alla primavera, questa la simbologia del coniglio che deriva dalla lepre che Sant’Ambrogio aveva associato alla Resurrezione per via della sua caratteristica di cambiare il colore del proprio manto a ogni stagione.
Fu nel XV secolo in Germania che s’iniziò a preparare per Pasqua dolcetti e biscotti a forma di coniglietto, poi la tradizione sbarcò in America e si amplificò fino alla creazione del famoso Easter Bunny che ancora oggi per Pasqua porta doni ai bambini. È uno dei simboli della Pasqua che diventano sempre più diffusi, soprattutto sul web.
Campana
Più che uno dei simboli della Pasqua, è un oggetto vero e proprio, presente in tutte le chiese del mondo, che suona a festa per annunciare la Resurrezione di Cristo.
Cero pasquale
Molto legato alla simbologia del fuoco, al trionfo della luce sulle tenebre e quindi della vita sulla morte, al rinnovamento e alla purificazione, come accade per il Battesimo. Infatti nelle processioni pasquali si procede sempre tenendo un cero acceso in mano. In Germania, ad esempio, c’è la tradizione di accendere fuochi con elementi naturali, cioè strofinando il legno, utilizzando la silice oppure una grossa lente d’ingrandimento e la luce del sole.
Pulcino
Legato anch’esso alla simbologia del rinnovamento e della rinascita, è molto legato all’uovo.
Uovo
È la vita nuova che racchiude, in realtà, il vero simbolo della Pasqua. L’usanza di colorare e poi scambiarsi le uova risale addirittura al Medioevo: in Russia, ad esempio, le uova venivano tinte solo di rosso a simboleggiare il sangue versato da Cristo sacrificatosi in croce affinché l’umanità ottenesse la vita nuova. Anche in Inghilterra alle uova è connessa una singolare tradizione: quella di nasconderle e farle cercare ai bambini, quindi di giocarvi facendole rotolare lungo un prato o su una strada finché i gusci non si saranno tutti spezzati. Pare che porti bene. Quanto alle uova di cioccolato, invece, furono preparate la prima volta a corte nella Francia di Luigi XIV, mentre l’uso di lasciarle vuote affinché venissero riempite da una sorpresa pare ispirato alle bellissime e preziose uova Fabergé.
Foto | Sebastian Staines via Unsplash
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