Ogni riferimento è puramente casuale

Per Antonio Manzini ogni riferimento è puramente casuale

Con Ogni riferimento è puramente casuale lo scrittore Antonio Manzini si prese una pausa dalla serie, fortunatissima, di romanzi che vedono protagonista il vicequestore di polizia Rocco Schiavone, impersonato con grande successo sullo schermo televisivo dal bravissimo Marco Giallini.

Il libro, pubblicato dall’editore Sellerio, comprende sette racconti tutti imperniati sul mondo dell’editoria, o meglio della cosiddetta industria culturale.

Si corre dietro al best seller del momento che non arriva mai, sempre meno gente che legge e più gente che scrive.

Ogni riferimento è puramente casuale: la visione di Manzini

Non è difficile cogliere il punto di vista dell’autore sulla situazione nella quale versa il mondo dei libri di casa nostra. Inutile nascondersi dietro un dito: Manzini, che di libri ovviamente se ne intende, punta l’indice contro il cinismo dilagante nel nostro Paese (anche) in ambito culturale: il destino del prodotto libro oggi è dominato dalle spietate leggi del marketing più becero, con buona pace della libertà autoriale e della creatività.

Un pamphlet dunque? Niente affatto!

Manzini avrebbe potuto scrivere più semplicemente un libro di denuncia, osserveranno alcuni. E invece a mio giudizio la scelta di adoperare la forma che più gli è congeniale, ossia la narrativa, si è rivelata senz’altro vincente.

La mano sicura dello scrittore di razza è infatti avvertibile appieno in questi racconti, che lasciano il segno in chi li legge.

L’incubo delle presentazioni librarie

Già dal primo racconto, Lost in presentation, s’intuisce la direzione che l’autore ha deciso di intraprendere con il libro Ogni riferimento è puramente casuale. A essere preso di mira è il trito meccanismo delle presentazioni librarie, fenomeno oggi in affanno e che vedrà il malcapitato protagonista precipitare in un’avventura a dir poco grottesca.

Il difficile mestiere del critico letterario

Critica della ragione è dedicato alla figura – al giorno d’oggi scomoda, messa in discussione da molti – del critico letterario. È una vera perla: caustico, feroce, suona assolutamente vero, più che verosimile.

Tra le righe, ma neanche tanto, emerge poi con chiarezza il punto di vista dell’autore sull’allegro carrozzone letterario, tra uffici stampa che letteralmente si prostituiscono e scrittori indegni di tale qualifica. Bellissima la trovata della recensione criptica “Capo-verso” sulla quale non voglio però rivelare altro…

L’editoria? Può essere criminale

Racconto Andino, forse il testo migliore di Ogni riferimento è puramente casuale, è iperbolico, esagerato, un po’ alla Paolo Villaggio per capirci, ma forse proprio per questo molto divertente, ancorché amaro.

Il mondo dell’editoria, suggerisce neanche troppo larvatamente l’autore, è ormai svilito, dominato com’è dalle aride e spietate leggi del commercio.

[…] Eppure quando aveva cominciato a lavorare nell’editoria le intenzioni erano altre. I libri servono. I libri sono i mattoni di una società, si diceva, i libri sono la barriera al pensiero unico, ai terrorismi teocratici, ai pensieri acritici, i libri sono l’ancora di salvezza e il livello di civiltà di una società. I libri siamo noi, ci rappresentano, pensiamo e viviamo perché ci sono dei libri da leggere. […] E adesso? Rendicontazioni, grande distribuzione, grafica accattivante, quarta di copertina, sconto editoriale, in una parola: marketing.

Il racconto è intriso di uno humour nero tagliente, come in effetti tende ad essere la narrativa noir di Manzini. Ed è proprio a tale categoria che si può ascrivere, vista la piega drammatica, addirittura horror splatter verso cui vira a un certo punto la storia.

A puntellare e si direbbe anche a controbilanciare il tutto la consueta verve sarcastica e dissacrante del buon Manzini.

L’amore per il paradosso

Il gusto per il paradosso è ampiamente presente anche in È tardi, con echi di narrativa gotica celati dietro un abbondante strato di cinismo.

Il successo affievolitosi nel tempo a volte ritorna, ma non sempre, verrebbe voglia di dire, in tempo utile per poterne godere…

L’ingrato mestiere del libraio

La parete azzurra racconta l’epica (dis)avventura di un giovane che ha la malaugurata idea di aprire una libreria in una località del Sud Italia nota per la sua innata, scarsissima propensione alla lettura.

Il racconto, per certi versi forse il più debole della raccolta, può essere considerato una sorta di divertente omaggio a quella che qualcuno considera quasi una specie in via d’estinzione, ossia la figura del libraio.

Tuttavia la storia si chiude su una nota di speranza: «Sentì che fra poco la parete azzurra si sarebbe riempita. E forse anche la libreria.»

La moda dei ringraziamenti: insomma, davvero ogni riferimento è puramente casuale…

Ringraziamenti è un racconto aspro ma veritiero, che dovrebbe indurre gli scrittori a qualche riflessione, dal momento che mette alla berlina con implacabile verosimiglianza e precisione tutto il ridondante ventaglio di frasi più o meno scontate – i ringraziamenti appunto, da qualche anno così in voga – collocate dagli autori di solito in coda alle proprie opere più o meno immortali.

Diciamocelo francamente: a chi interessano i famigerati ringraziamenti? Al lettore? O non sono piuttosto – come sembra suggerire il perfido Manzini – l’ennesima manifestazione di egocentrismo e vanità dell’autore?

Sia come sia, nel suo piccolo il sottoscritto in futuro ci penserà su due volte prima di scrivere la fatidica parola “Ringraziamenti”….

Lo scrittore sul banco degli imputati

L’arringa finale è un gioiellino di perfidia, scritto in forma di arringa della pubblica accusa pronunciata innanzi a un ipotetico tribunale editoriale.

In questo caso sul banco degli imputati troviamo uno scrittore alla moda, forse un sociologo da strapazzo, colpevole di dispensare per mero interesse commerciale consigli di vita destinati a provocare seri danni.

Due annotazioni su Ogni riferimento è casuale di Antonio Manzini

La raccolta di Antonio Manzini è un libro di facile e rapida lettura, divertente ma veritiero. Tuttavia potrebbe piacere più agli addetti ai lavori che non al lettore generico.

Il libro

Antonio Manzini
Ogni riferimento è puramente casuale
Sellerio, 2019

Luigi Milani

Avatar Luigi Milani

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.