Maledizioni medievali per proteggere i libri
Maledizioni medievali per proteggere i libri

Come proteggere la tua biblioteca con maledizioni medievali

Se oggi è abbastanza fastidioso che un libro prestato non torni indietro, si provi a immaginare quanto fosse catastrofico nel Medioevo, quando i libri erano beni di lusso, oggetti unici e quasi insostituibili. Mille anni fa era normale porre all’inizio dei libri avvertenze, minacce e maledizioni per evitare che qualcuno portasse via un libro. Oltre alle maledizioni, comunque, c’erano anche delle utilissime catene che tenevano ben fermi i libri al loro posto.

Queste maledizioni medievali solitamente venivano inserite all’inizio o alla fine dei libri, mettendo bene in evidenza le sofferenze che sarebbero sopraggiunte non solo per chi quel testo l’avesse rubato, ma anche solo danneggiato. Le minacce più comuni richiamavano l’Inferno:

Ruba questo libro e sarai colpito da una spada demoniaca, costretto a sacrificare le tue mani, ti verranno strappati gli occhi e poi sarai gettato nelle fiamme dell’inferno.

Magari oggi queste maledizioni medievali ci fanno un po’ sorridere, ma allora ci credevano, eccome! E, spesso, i libri rimanevano al loro posto.

Alcune maledizioni medievali per evitare il furto dei libri

Se anche tu sei stanco del fatto che i libri prestati non tornino mai indietro, potresti provare a scrivere qualcuna di queste maledizioni sulla tua copia, come fosse un ex-libris. Tipo:

Se qualcuno lo ruba
che sia trafitto dalla spada dell’anatema.

Poi ce ne sono di più interessanti, diciamo così:

Possa morire chi ruba questo libro; che sia fritto in una padella; che cada malato e che sia perseguitato dalla febbre; che sia sottoposto al supplizio della ruota e finisca sulla forca. Amen.

Alcune, infine, sono estremamente fantasiose:

Che questo libro possa trasformarsi in un serpente e mordere la mano di colui che l’ha rubato, l’ha preso o non l’ha restituito al suo proprietario. Che l’autore del furto resti paralizzato e con tutte le ossa rotte. Che agonizzi con dolore invocando clemenza e che la sua agonia non cessi fino alla di lui morte. Che i vermi dei libri gli divorino le interiora come simbolo del Gran Serpente Immortale e che quando sarà giunta l’ora del suo castigo finale, che le fiamme dell’Inferno lo consumino per sempre.

A proposito dei libri prestati

Quella dei libri prestati è una storia lunga. Si sa che, spesso, prestare un libro vuol dire non rivederlo mai più. A tal proposito ebbe a dire Oskar Kokoschka (1886-1980): “I libri si offendono quando vengono dati in prestito, per questo spesso non ritornano”. Aforisma confermato da Anatole France (1844-1924): “Non prestare mai i libri, perché nessuno li restituisce. I soli libri della mia biblioteca sono quelli che mi hanno prestato”.

Chissà se delle «belle» maledizioni medievali servirebbero in casi come questi…

Via | Atlas Obscura
Foto | Fedor Ouspenski da Pixabay

Roberto Russo

Roberto Russo

Roberto Russo è nato a Roma e vive a Perugia. Dottore in letteratura cristiana antica greca e latina, è appassionato del profeta Elia. Segue due motti: «Nulla che sia umano mi è estraneo» (Terenzio) e «Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo» (Tommaso da Kempis). In questa tensione si dilania la sua vita. Tra le altre cose, collabora con alcune testate online, è editore della Graphe.it, e tanto tempo fa ha pubblicato un racconto con Mondadori.

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