Karen Blixen

Karen Blixen: vita, viaggi e capolavori letterari

Karen Blixen (1885-1962). Un nome noto, amato, subito pronto a catapultarci in un universo crepitante di echi, dove viaggi e ritorni, personaggi misteriosi e pranzi pantagruelici ci ammaliano all’istante. Quasi ci trovassimo di fronte a un’abilissima e misteriosa Sherazade del raggelato Nord che, rovesciato all’improvviso lo specchio, sovvertito in un momento l’ago magnetico, trasforma luoghi e personaggi, usi e costumi, avvolgendoci nell’incanto tutto miracoloso della sua voce. Dei suoi racconti.

Ora è l’Africa a tener banco, ora il gelo fiabesco della Scandinavia, ora il mare tempestoso in cui volano e gridano – come vaticini divini – interi stormi di procellarie. Ovunque l’ala del Destino allunga la sua ombra fosca ma multicolore, ovunque la vita si compie irrimediabilmente. Mai del resto il Fato fu più crudele con lei come quando nel 1931 perse, in un colpo solo, l’amatissima fattoria ai piedi delle colline N’Gong e Denys Finch Hatton, l’uomo della sua vita.

Tornata in Danimarca, a Rungsted, la celebre casa avita dove avrebbe trascorso il resto della sua vita, la Blixen portò a compimento il suo destino di scrittrice. Lì, inseguita da fantasmi e ricordi, scrisse i suoi più grandi capolavori.

Cinque libri di Karen Blixen che dovresti leggere

A questo punto, con la speranza di aver fatto almeno in parte breccia nella vostra curiosità, vi auguriamo una buona lettura, lasciandovi con cinque memorabili libri firmati Karen Blixen.

1. Sette storie gotiche

Uno dei suoi libri più noti che segnò anche il suo clamoroso debutto letterario. Pubblicato nel 1934, le Sette storie gotiche (tra cui vanno annoverate Il Diluvio a Noderney, Il vecchio cavaliere e La cena a Elsinore) ci portano in un mondo fitto e misterioso, fatto di sotterfugi e di maschere, di fughe affannose e di fantasmi incapaci di trovare pace; fantasmi che, spesso e volentieri, albergano solo nel cuore di chi li evoca.

2. La mia Africa

Per molti è il suo capolavoro. Un libro dove l’Africa con i suoi colori, le sue suggestioni e le sue rapinose nostalgie ruggisce regalmente. Un canto d’amore che la scrittrice, ormai lontana, chiusa in un inverno sempre più minaccioso, scrisse per un intero, indimenticabile continente.

3. Racconti d’inverno

Storie del grande Nord. Di nevi turbinanti e navi in balia della tempesta. Una Karen Blixen ancora una volta abilissima nell’ammaliare il lettore. Un’inarrivabile Calipso boreale, dedita non al canto, non alla musica, ma a tessere memorabili storie per tutti noi.

4. Ultimi racconti

Dovevano essere parte di un progetto ben più ampio e ambizioso che Karen Blixen non riuscì a portare a compimento. Tuttavia anche così gli Ultimi racconti si incastonano perfettamente all’interno di un prezioso gioco di rimandi ed evocazioni che legano e attraversano tutte le storie della scrittrice, da Sette storie gotiche a Racconti d’inverno, passando per Capricci del destino.

5. Capricci del destino

Fu l’ultimo libro pubblicato da Karen Blixen in vita. Una raccolta di cinque racconti che racchiude quel piccolo gioiello noto in Italia come Il pranzo di Babette. Siamo in un piccolo villaggio della Norvegia dove dopo tanti anni di fedele servizio presso le figlie del ex pastore, Babette, un tempo rinomata cuoca francese, prepara un pranzo sontuosissimo, destinato a portare gioia e pace tra tutti i commensali.

Foto | SAS Scandinavian Airlines, Public domain, attraverso Wikimedia Commons

Giorgio Podestà

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