Karen Blixen

Karen Blixen e la sua Africa

“In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong”. L’incipit de La mia Africa (traduzione di Lucia Drudi Demby per Feltrinelli) di Karen Blixen (1885-1962) sembra racchiudere tutto il destino di una scrittrice che nel grande continente nero aveva lasciato il cuore. Un imperfetto che subito annuncia un addio. Un abbandono sofferto. Un rivolgimento del sangue.

La passione di Karen Blixen per l’Africa

In Kenya, Karen Blixen era arrivata giovane sposa innamorata nel 1913. Il marito, il barone Bror von Blixen-Fineck vi aveva acquistato una casa e una tenuta per la coltivazione del caffè. Un passo inavveduto. Mal calcolato, sussurravano i più. A quella quota, le piante del caffè crescevano con fatica. Una riluttanza a prosperare che fin da subito segnò il destino dell’azienda e della stessa scrittrice.

Là nell’ Africa lontana, all’ombra degli orgogliosi villaggi Masai, Blixen dovette fare i conti con imprevisti e avversità che di notte le rubavano il sonno; dalla sifilide contratta dal marito infedele (i due si separarono nel 1921) ai problemi economici che sembravano accerchiarla da ogni dove. Eppure tra quelle foreste esotiche e incontaminate trovò anche un bene raro: la felicità. Felicità portata dal grande amore della sua vita: l’inglese Denys Finch Hatton.

Tuttavia il destino aveva in serbo per lei ben altre sorprese. L’addio definitivo e tragico all’Africa giunse infatti nel dicembre del 1931. Persa la fattoria, perduto l’uomo della sua vita in un fatale incidente aereo, Karen Blixen tornò, a pezzi, nella natia Danimarca. Qui nella grande casa avita di Rungsted scrisse i suoi più grandi capolavori, da Sette storie gotiche a Ombre sull’erba e naturalmente quel distillato d’amore per un intero continente che rimane La mia Africa. Un successo letterario che la consolò solo in parte di quel distacco lacerante che aveva drammaticamente scisso la sua vita in due. Un prima e un poi destinati a nutrire fino alla fine tutti i suoi giorni.

Foto | SAS Scandinavian Airlines, Public domain, attraverso Wikimedia Commons

Giorgio Podestà

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