Aprile

Aprile, tra poesie, proverbi e filastrocche

A quanto pare, il nome Aprile deriva dall’etrusco Apro che si rifà al greco Afrodite: a lei, dea dell’amore, era infatti dedicato questo mese. Altri, invece, ritengono che il termine derivi dal latino aperire, che vuol dire aprire, perché è il mese in cui si aprono, si schiudono le piante e i fiori. In ogni caso, il quarto mese dell’anno è considerato uno dei più dolci, per via del suo clima mite. In questo mese sono ambientate diverse poesie.

Tre frasi per il mese di aprile

Prima di proporvene alcune, ecco intanto tre frasi che provano a spiegare brevemente l’essenza di questi giorni:

  • Aprile prepara il suo semaforo verde e il mondo pensa: “Vai!”. (Christopher Morley)
  • Aprile, il mese crudele (Vinicius de Moraes)
  • Meglio un istante ad aprile che tutto un lungo mese in autunno. (Adam Mickiewicz)

Non dimentichiamo, inoltre, un appuntamento importante per noi amanti dei libri e della lettura: il 23 del mese cade la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore.

Poesie per il mese d’aprile

Passiamo in rassegna alcune poesie per il quarto mese dell’anno.

Canzone d’aprile, di Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli (1855-1912) scrive la Canzone d’aprile che troviamo nella raccolta Myricae. Il testo del Pascoli si rifà a un componimento di William Wordsworth dal titolo To the cuckoo, tradotta in italiano dal Chiarini. Ed è il cuculo, il personaggio principale della Canzone d’aprile di Giovanni Pascoli. È lui, il cuculo, che arriva come un fantasma e sparisce come fosse un mistero. Il suo canto – Cu… cu… – è diverso da quello degli altri uccelli che cinguettano lungo i fiumi e il poeta vede in lui un motivo di gioia: quando arriva, infatti, l’uomo sorride e quando il cuculo se ne va, fa scorrere lacrime di tristezza.

Fantasma tu giungi,
tu parti mistero.
Venisti, o di lungi?
ché lega già il pero,
fiorisce il cotogno
laggiù.

Di cincie e fringuelli
risuona la ripa.
Sei tu tra gli ornelli,
sei tu tra la stipa?
Ombra! anima! sogno!
sei tu…?

Ogni anno a te grido
con palpito nuovo.
Tu giungi: sorrido;
tu parti: mi trovo
due lagrime amare
di più.

Quest’anno… oh! quest’anno,
la gioia vien teco:
già l’odo, o m’inganno,
quell’eco dell’eco;
già t’odo cantare
Cu… cu.

Sono giorni dolcissimi, di Diego Valeri

Per Diego Valeri (1887-1976) questi che iniziamo sono giorni dolcissimi:

Sono giorni dolcissimi
questi che ci preparano le piogge
dolcissime di aprile. Luce bianca
filtrata da nebule bianche,
appena un sospiro di vento
che si sprigiona dal cuore del mondo.
In quest’ora del tempo
il vecchio mondo, come il vecchio Adamo,
ha un cuore giovanetto:
quel suo cuore (o Leopardi!) d’una volta.

L’arca, di Eugenio Montale

Eugenio Montale (1896-1981) scrive ne L’arca:

La tempesta di primavera ha sconvolto
l’ombrello del salice,
al turbine d’aprile
s’è impigliato nell’orto il vello d’oro
che nasconde i miei morti,
i miei cani fidati, le mie vecchie
serve – quanti da allora
(quando il salce era biondo e io ne stroncavo
le anella con la fionda) son calati,
vivi, nel trabocchetto. La tempesta
certo li riunirà sotto quel tetto
di prima, ma lontano, più lontano
di questa terra folgorata dove
bollono calce e sangue nell’impronta
del piede umano. Fuma il ramaiolo
in cucina, un suo tondo di riflessi
accentra i volti ossuti, i musi aguzzi
e li protegge in fondo la magnolia
se un soffio ve la getta. La tempesta
primaverile scuote d’un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti.

Sotto il cielo di aprile la mia pace, di Sandro Penna

Sandro Penna (1906-1977) ambienta un suo componimento sotto il cielo di questo mese:

Sotto il cielo di aprile la mia pace
è incerta. I verdi chiari ora si muovono
sotto il vento a capriccio. Ancora dormono
l’acque ma, sembra, come ad occhi aperti.

Ragazzi corrono sull’erba, e pare
che li disperda il vento. Ma disperso
è solo il mio cuore cui rimane un lampo
vivido (oh giovinezza) delle loro
bianche camicie stampate sul verde.

Mottetto della sera d’aprile, di Alfonso Gatto

Alfonso Gatto (1909-1976) dedica al mese di aprile un mottetto. Per la precisione il componimento poetico è dedicato a una sera di questo mese: sappiamo bene quanto possano essere gradevolmente tiepide le serate d’aprile e quanti pensieri portino con sé.

Come la pioggia il cuore
scende in sé solo eterno
come in un lungo inverno
la neve dell’amore.

Tutta dolcezza e pianto
vorresti le parole
che chiudono da sole
la verità del canto.

Parole in cui la sera
si spenga a poco a poco
sola in quel fiume fioco
di cielo a primavera.

In questa calda serra
un palpito che sveli
le cose è già parola.
Cade la pioggia, sola.
Sei come i grandi cieli
che fuggono la terra.

Sera d’aprile, di Antonia Pozzi

Antonia Pozzi (1912-1938) si sofferma a guardare le tiepide sere di questo mese, in un componimento che reca la data del primo giorno del quarto mese del 1931:

Batte la luna soavemente
di là dai vetri
sul mio vaso di primule:
senza vederla la penso
come una grande primula anch’essa,
stupita,
sola,
nel prato azzurro del cielo.

Aprile, di Evgènij Rejn

Evgènij Rejn (1935) nella raccolta Balcone e altre poesie (edizione italiana a cura di Alessandro Niero) scrive:

Aprile, precoce estate.
Su, ripieghiamo il paraorecchie nel cassetto.
Tiriamo fuori camicie, cotton wear e altre minuzie vestiarie.
Al rombo delle auto fragorose, apriamo le finestre.
Ventiquattro gradi Celsius. Dunque, che fare?

È sempre una sorpresa. Forse che, staccando dal gancetto
il pellicciotto, t’aspettavi questo volgere del sole?
Sapevi, forse, che saresti vissuto fino a questo
strepito e chiasso? E comunque si ha lo stesso voglia,

di mattina, di uscire vestiti leggeri e di azzurro,
e camminare fino al metrò: solo là c’è protezione.
Chi ha visto il cambio di stagione, dirà: “Sia pure.
Fuori è estate: Pasqua e Risurrezione”.

Proverbi per il quarto mese dell’anno

E veniamo ai proverbi di questo mese.

  • Aprile, esce la vecchia nel cortile.
  • Acqua d’aprile, ogni gocciola val mille lire
  • Aprile e conti, per lo più son traditori.
  • Dio ci guardi dal fungo di gennaio e dalla polvere di aprile.
  • Aprile temperato, non è mai ingrato.
  • L’acqua d’aprile il bue ingrassa, il porco uccide e la pecora se ne ride
  • Aprile, aprilante, quaranta giorni durante (variante: Se piove il quattro di aprile, pioverà per quaranta giorni).
  • La prima acqua di aprile, vale un carro s’oro con tutto l’assile.
  • Aprile, apriletto, un dì freddo un dì caldetto.
  • Nel mese d’aprile, aspro ragliare e dolce dormire.
  • Aprile, con un occhio ride e con l’altro piange
  • Il mese di aprile, quando piange e quando ride

Filastrocche popolari per il quarto mese dell’anno

Alcuni proverbi per il quarto mese dell’anno sono delle vere e proprie filastrocche. La prima ha a che fare con il dormire:

Aprile dolce dormire e forte sospirare;
i granai sono vuoti e le botti cominciano a sonare;
gli uccelli a cantare e gli alberi a fiorire.

Mentre la seconda filastrocca invita a non scoprirsi:

Aprile non ti scoprire;
maggio vai adagio;
giugno getta via il cuticugno,
ma non lo impegnare,
che potrebbe abbisognare.

I santi del mese di aprile nella saggezza popolare

Per quel che riguarda i santi principali di questo mese, ecco quel che dice la saggezza popolare:

  • 23, san Giorgio:
    • Quando san Giorgio vien di Pasqua, per il mondo c’è una gran burrasca
    • Quando san Giorgio, semina l’orzo
    • Se piove il dì di san Giorgio, carestia di fichi
  • 25, san Marco:
    • A san Marco, le vacche passano il varco
    • Per san Marco goccia lo spino, abbondanza di pane e vino
    • Per san Marco il baco in processione
    • San Marco, merenda in campo
  • 30 aprile, san Mercuriale:
    • San Mercuriale, la merenda è nel grembiale

Foto | Di Illustratedjc (Opera propria) [Public domain o CC BY-SA 4.0], attraverso Wikimedia Commons

Roberto Russo

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