Nel 1860, il 19 marzo, nasceva Vamba ovvero Luigi Bertelli ovvero l’autore de Il giornalino di Gian Burrasca. Scelse come pseudonimo il nome di uno dei protagonisti dell’Ivanhoe di Sir Walter Scott, il buffone del romanzo per esattezza.
Perché è importante leggere Vamba
Fa un po’ impressione quel 1860 perché per me Vamba è un autore della mia infanzia (sono nata nel 1970). Non so oggi quanto sia conosciuto dai ragazzi. Io stessa mi rendo conto che ne parlo poco con mia figlia e che non si usa più dire a un bambino terribile: sei un Gian Burrasca. Eppure Rita Pavone e la sua pappa col pomodoro sono ancora lì e forse è ora che la piccola di casa si avvicini al personaggio (hanno la stessa età). Da Youtube al libro, spero.
Bertelli, come molto autori che usavano il vernacolo per le sue poesie e per i suoi testi voleva tramandare la letteratura popolare, darle una lingua scritta, una storia. Ammirava Belli, Porta e Di Giacomo che lo avevano fatto rispettivamente a Roma, a Milano, a Napoli.
Alcune opere dello scrittore
Lui voleva farlo per la sua Firenze e così cominciò a scrivere su Il Fanfulla della domenica, su Il Capitan Fracassa e Don Chisciotte. Fondò anche Il Giornalino della domenica, su cui scrivevano nomi illustri come Salgari e Deledda e comparivano le illustrazioni di Scarpelli e Tofano (il celeberrimo “Sto” de Il signor Bonaventura).
Compose molte novelle per bambini e tra queste Ciondolino e Gian Burrasca lo resero famoso. Per conoscere meglio Bertelli e salvaguardare la sua eredità culturale è stato creato un fondo dedicato alla sua produzione “vambesca”. Grazie al fondo è possibile consultare non solo le sue opere, ad esempio le prime edizioni, ma anche i suoi carteggi e le fotografie.
L’incipit del celebre Il Giornalino di Gian Burrasca di Vamba
Ecco l’incipit de Il Giornalino di Gian Burrasca, che potete trovare per intero su Wikisource (qui potete trovare invece l’audiolibro mentre Ciondolino è a vostra disposizione su Liberliber):
Mercoledì 20 settembre
Ecco fatto. Ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino il foglietto del calendario d’oggi, che segna l’entrata delle truppe italiane in Roma e che è anche il giorno che son nato io, come ci ho scritto sotto, perché gli amici che vengono in casa si ricordino di farmi il regalo.
Ecco intanto la nota dei regali avuti finora:
l.° Una bella pistola da tirare al bersaglio che mi ha dato il babbo;
2.° Un vestito a quadrettini che mi ha dato mia sorella Ada, ma di questo non me ne importa nulla, perché non è un balocco;
3.° Una stupenda canna da pescare con la lenza e tutto l’occorrente e che si smonta e diventa un bastone che mi ha dato mia sorella Virginia, e questo è il regalo che mi ci voleva, perché io vado matto per la pesca;
4.° Un astuccio con tutto l’occorrente per scrivere, e con un magnifico lapis rosso e blu, regalatomi da mia sorella Luisa;
5.° Questo giornalino che mi ha regalato la mamma e che è il migliore di tutti.
Testo a cura di Mariantonietta Barbara
Via | Di Snark at it.wikisource (Trasferito da it.wikisource su Commons.) [Public domain], da Wikimedia Commons
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