Per un momento eliminate dalla mente l’immagine di Robert Downey Jr che interpreta Sherlock Holmes (lo so, è difficile, ma si può fare) e pensate invece al personaggio letterario creato da Sir Arthur Conan Doyle.
Sherlock Holmes: alla scoperta del personaggio
La sua prima apparizione avvenne nel romanzo Uno studio in rosso del 1887. L’autore non fornisce mai molte indicazioni sul passato di Holmes. In un racconto ambientato nel 1914 si dice che abbia 60 anni, quindi da ciò si deduce che è nato nel 1854.
Ha un fratello di nome Mycroft (secondo Holmes il suo metodo deduttivo è anche migliore del suo, ma è troppo pigro per impegnarsi sul serio). Il suo miglior amico è il suo coinquilino, il dottor John Watson. I due abitano al 221B Baker Street. Watson è laureato in medicina ed è lui a descrivere la maggior parte delle avventure di Holmes.
Sherlock Holmes è molto attivo, ha notevoli abilità deduttive, è abilissimo nei travestimenti e ama risolvere casi impossibili. Per Holmes il processo deduttivo è una scienza.
Il background di Sherlock Holmes
Nel primo romanzo Watson ci spiega che non conosce quasi nulla di letteratura, filosofia, astronomia, di politica sa solo lo stretto necessario (ma è un esperto di diritto inglese), di botanica sa molte cose sui veleni e le droghe, ma per il resto niente. Conosce qualcosa di geologia, ma solo dal lato pratico, mentre conosce benissimo la chimica e l’anatomia. Sa tutto di letteratura scandalistica e delitti. È un buon violinista, un ottimo pugile e spadaccino (conosce anche il bartitsu, sistema di lotta derivante dal jujitsu) e la logica e il metodo deduttivo per lui non hanno segreti.
Successivamente, però, Doyle corregge il tiro. Apprendiamo così che in realtà la filosofia e la letteratura interessano notevolmente Sherlock Holmes: lo dimostrano le numerose citazioni da lui fatte nel corso della storia. Holmes ha studiato all’università, ma si è ritirato prima della laurea. Ha conoscenze pratiche in numerosi ambiti, tanto da avergli permesso di scrivere numerosi trattati. Ha numerosi informatori, conosce bene il mondo del crimine londinese, ha un segugio, non crede nel paranormale e non si sa in che religione creda.
Watson, Irene Adler e l’ispettore Lestrade
Dal punto di vista personale, l’unico vero amico di Sherlock Holmes è Watson. Con il resto dell’umanità si può dire che non abbia alcun rapporto. È sempre molto freddo e distaccato, talvolta arrogante quando mostra di sapere tutto di tutti prima degli altri. (Si crogiola nella sua superiorità, però noi gli vogliamo bene lo stesso).
Soprattutto con le donne non va per niente d’accordo (ve l’avevo detto di scordarvi di Robert Downey Jr): per lui l’amore è inutile e distoglie l’attenzione, l’amore è emozione e ciò entra in contrasto con la freddezza della logica. L’unica donna a cui sembra interessarsi è tal Irene Adler, ma non in senso romantico, solo perché è l’unica donna che sia mai riuscita a ingannarlo. Quindi si parla più di ammirazione che di amore.
Anche con l’Ispettore Lestrade di Scotland Yard non si può parlare di amicizia. Si diverte ad aiutarlo più che altro per ottenere una propria gratificazione, ma non sono veramente amici. Anche perché Holmes non crede nelle tecniche investigative di Scotland Yard.
Sherlock Homes muore. O forse no
Il carattere di Sherlock Holmes oscilla sempre fra momenti di attività iperfrenetica a momenti di profonda depressione quando non ha nessun caso affascinante da risolvere.
In questi casi Holmes fa spesso uso di cocaina e morfina per stimolare la mente. A dire il vero man mano che la serie va avanti, Doyle cercherà di eliminare questo particolare e di sostituirlo con la pipa (il cui odore dà notevolmente fastidio a Watson).
A un certo punto Doyle si stancò di essere ignorato da tutti a favore del personaggio da lui creato e decise di farlo morire precipitando nelle cascate di Reichenbach insieme al suo nemico di sempre, il Professor Moriarty. Solo che i lettori protestarono. Rivolevano Holmes! Quindi prima Doyle fu costretto a scrivere una storia ambientata prima della sua morte (Il mastino dei Baskerville) e poi lo fece risuscitare ne L’avventura della casa vuota. In fin dei conti nessuno aveva mai trovato il suo corpo e per giustificare ciò, Doyle spiegò che durante quegli anni Holmes aveva lavorato in segreto per il governo inglese.
Alla fine persino Holmes, però, decide di ritirarsi. Prima va nel Sussex per studiare l’apicoltura. Poi studia filosofia e agricoltura in una fattoria vicino a Eastbourne, concedendosi nel frattempo di aiutare il Regno Unito durante la Prima Guerra Mondiale.
Una piccola chicca. La celebre frase “Elementare Watson” compare in realtà solo nei film tratti dai romanzi e dai racconti, in essi Sherlock Holmes si limita solo a piazzare qua e là un “Elementare”.
Foto | Wikipedia
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