Il Principe è un trattato politico di Niccolò Machiavelli (Firenze, 3 maggio 1469 – Ivi, 21 giugno 1527). Il titolo in latino è De principatibus (Sui Principati).
Struttura e contenuto de Il Principe
Il Principe è stato scritto nel 1513 e poi completato e ritoccato non più tardi del primo semestre del 1514. Il trattato – anche se è improprio chiamarlo così perché non rispetta i canoni della trattatistica – è stato dedicato in un primo momento a Giuliano di Lorenzo de’ Medici e, dopo la morte di questi nel 1516, a Lorenzo de’ Medici, figlio di Piero “fatuo”; ma il libro uscì solo dopo la morte di Machiavelli nel 1532.
Struttura dell’opera
Il Principe è composto da una dedica e ventisei capitoli, di lunghezza diversa tra loro, con l’ultimo capito che è un appello ai Medici perché facciano proprie le idee scritte nel libro. Possiamo dividere Il Principe in tre parti. Questo l’ordine dei capitoli:
- II-XI: i vari tipi di principati con interesse speciale per i principati di nuova costituzione e contenente un esame della politica di Cesare Borgia;
- XII-XIV: il problema delle milizie;
- XIV-XXV: dopo aver distinto tra politica e morale, vengono illustrate con spregiudicatezza le norme cui deve attenersi il principe.
Contenuto del testo di Machiavelli
L’opera Il Principe così inizia:
Tutti gli Stati, tutti i dominii che hanno avuto, e hanno imperio sopra gli uomini, sono stati e sono o Repubbliche o Principati. I principati sono o ereditari, de’ quali il sangue del loro Signore ne sia stato lungo tempo Principe, o e’ sono nuovi. I nuovi o sono nuovi tutti, come fu Milano a Francesco Sforza, o sono come membri aggiunti allo stato ereditario del Principe che gli acquista, come è il Regno di Napoli al Re di Spagna. Sono questi dominii, così acquistati, o consueti a vivere sotto un Principe, o usi ad esser liberi; ed acquistansi o con le armi di altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù.
Uno sguardo più da vicino a Il Principe di Machiavelli
Il Principe è un trattato dalla natura unitaria e tra i vari capitoli, come anche tra le diverse argomentazioni, ci sono rapporti logici molto stretti; tuttavia è nella terza parte che prende forma la teoria machiavelliana che poi viene citata molte volte, anche a sproposito. In questa parte de Il Principe, infatti, il riconoscimento dell’autonomia della politica assume un colorito drammatico per il quale Machiavelli, anziché assertore di moralismo, sembra più il fondatore di etica piuttosto realistica: l’uomo politico che deve usare la ragione della forza e sapere «stare in su la golpe e in sul lione» non è certo una celebrazione della tirannide, quanto piuttosto una constatazione.
Sempre nella terza parte de Il Principe c’è la formulazione dei concetti di virtù e di fortuna, che sono anche alla base della concezione moderna della storia, evento squisitamente umano governato dal rapporto dialettico tra l’azione dell’individuo nella realtà nella quale egli si trova a operare e non già da una sorta di mano esterna (Dio, per esempio) che ne tesse la trama.
Via | Dizionario della letteratura italiana, a cura di Ettore Bonora
Foto | Santi di Tito [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
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