Ernesto Ferrero

È morto Ernesto Ferrero, padrone di casa al Salone di Torino

Sono certa che ad accoglierlo lassù – oltre alle persone care che lo avevano preceduto – ci sia stata almeno un’anima illustre, lusingata dalle tante ore faticose che le dedicò in vita: penso a Napoleone, in particolare, croce e delizia dell’attività letteraria dello scrittore Ernesto Ferrero, scomparso oggi all’età di 85 anni.

Ernesto Ferrero e la letteratura

La letteratura – quella prodotta dagli altri prima che da se stesso – era tutta la sua vita: se n’era occupato alla Einaudi, dove aveva cominciato come addetto stampa e concluso come direttore editoriale, carica che ha poi ricoperto anche in Garzanti, Bollati Boringhieri, perfino Mondadori. Negli ultimi anni di vita aveva assunto la guida del Salone del libro di Torino, la sua città, orgoglio e vanto dell’Italia intera. Per questo – e in particolare per le numerose collaborazioni che il lavoro gli portò – tra le animi accompagnatrici non c’era che l’imbarazzo della scelta: Italo Calvino, Elio Vittorini, Natalia Ginzburg, Norberto Bobbio, Massimo Mila, Franco Venturi e Giulio Bollati, solo per citarne alcuni.

La passione per Napoleone

Ma Napoleone, quello no, era un’altra cosa. Un mito? Forse. Materia di studio? Anche, ma soprattutto era un personaggio sul quale fantasticare. Lo aveva fatto con il romanzo N., uscito nel 2000 e subito insignito del premio Strega (Paolo Virzì ne ha tratto anche un film): è il 1814 e il Bonaparte, dopo la sconfitta subita a Lipsia, deve partire per l’esilio all’isola d’Elba, dove la sua parabola storica, la sua vicenda umana, ma soprattutto la grandezza della sua personalità, vengono ricostruite attraverso gli occhi del suo bibliotecario, probabilmente un personaggio in cui Ferrero s’identificava.

Stava seduto al tavolo dello studiolo, di traverso. Sprimacciava con irritazione le carte che il generale Drouot gli aveva passato, il budget del 1815, come se tra quelle si fosse nascosto uno scarabeo o un cerambice, entrato per caso dalla finestra in cerca di tepore. S’è lamentato tra i denti che il costo delle divise era eccessivo. Controllava che il totale delle singole voci fosse giusto, perché non si fidava di nessuno. «Portate le candele», ha detto seccamente.

Nel 2002 era stata la volta del testo teatrale Elisa, scritto dal punto di vista della sorella dell’imperatore, ma soprattutto del saggio Lezioni napoleoniche, incentrato sul metodo da manager e grande organizzatore del Bonaparte.

L’anonimo scultore aveva fatto un buon lavoro. L’imperatore ne sarebbe rimasto contento, anche se diceva di non amare i ritratti troppo stilizzati o abbelliti. Gli occhi di marmo guardavano lontano, sollecitavano l’ammirazione e il rispetto. Anche un bambino poteva capire che a quell’uomo misterioso nulla riusciva impossibile, che il miracolo era il suo mestiere.

Non solo Napoleone

Eppure l’esordio letterario era avvenuto proprio nel genere narrativa per ragazzi: L’ottavo nano, pubblicato nel 1972, vagheggia l’esistenza di Dondolo, sbucato fuori chissà dove per mettersi alla ricerca della sua famiglia, cioè gli altri sette e Biancaneve. Dedicato ai giovani anche Cervo Bianco, del 1980, la cui nuova stesura uscì, invece, nel 2001 con il titolo L’anno dell’indiano: è il 1924 e la personalità istrionica protagonista di queste pagine è quella di un sedicente capo indiano che incanta gli italiani. Nel 2014, infine, Storia di Quirina, di una talpa e di un orto di montagna, romanzo infantile in cui si scontrano due mondi: il passato fatto di rimedi della nonna e il presente affollato di nuove indiavolate tecnologie.

Il suo ultimo libro è stato Italo dedicato a Calvino e uscito per Einaudi.

Ricordiamo anche I migliori anni della nostra vita, sulla propria esperienza in casa Einaudi; La misteriosa storia del papiro Artemidoro, romanzo storico tra Efeso, la Roma imperiale e l’Egitto; e Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del capitano Salgari, che ricostruisce gli ultimi giorni di vita del grande scrittore d’avventura.

Foto | Wikipedia

Roberta Barbi

Avatar Roberta Barbi

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.