scrittura a mano

La scrittura a mano? Un piacere senza tempo che arricchisce l’anima

Sono tempi di dibattiti e polemiche questi, sull’importanza della scrittura in corsivo per i ragazzi. Da una parte c’è chi sostiene che la scrittura a mano sia una perdita di tempo e produca testi illeggibili creando problemi di comunicazione. Dall’altra chi sostiene invece che stimoli la riflessione e insegni la disciplina, la pazienza, sviluppando anche fondamentali capacità cognitive e motorie.

L’uso della scrittura a mano tra i giovani d’oggi

Da tempo gli studenti hanno più dimestichezza con le tastiere di pc, tablet, smartphone. Se proprio non possono evitare di scrivere a mano spesso usano farlo in stampatello. Più comodo e pratico in particolar modo per i nativi digitali usare una tastiera, forse meno problematico per i mancini, inutile nostalgia per il passato.

Voi cosa ne pensate? Conoscete dei ragazzi che ancora adesso amano la scrittura a mano e lasciano traccia di sé sulla carta provando un piacere senza tempo né paese?

Noi abbiamo incontrato dei giovanissimi in occasione di un seminario di scrittura terapeutica. Abbiamo fatto la piacevole scoperta che alcuni di loro si differenziano dalla massa perché quasi timidamente “confessano” il segreto piacere della scrittura a mano.

Abbiamo scelto di intervistare per i lettori di Libri e parole la sedicenne Gioia, studentessa al terzo anno di un liceo scientifico. Riteniamo che valga la pena di sentire dalla stessa voce dei ragazzi un punto di vista totalmente scevro da nostalgie del passato di noi adulti.

Intervista a Gioia: una sedicenne appassionata di scrittura a mano

Gioia, benvenuta su Libri e Parole. Tu hai di certo grande dimestichezza con tutti gli strumenti tecnologici che facilitano e velocizzano la scrittura. Eppure ci hai detto che ti piace molto di più scrivere a mano: perché? Ovvero, che differenze incontri tra le due modalità e cosa provi quando scegli di dare qualcosa di te al foglio bianco?

Ritengo che l’invenzione della tecnologia sia stata fondamentale per vari aspetti e, in certi casi, può essere particolarmente utile usare alcuni strumenti tecnologici per scrivere ricerche o per occupare meno tempo. Ma esistono vari modi di scrivere.

Per esprimere ciò che viene dal profondo è necessario che questo ci appartenga e non è la stessa cosa farlo con un dispositivo elettronico. Schiacciare dei semplici tasti di una tastiera è una cosa che potrebbe fare chiunque. Nel momento in cui siamo noi a prendere la penna in mano, affidiamo al foglio bianco una parte intima di noi stessi. E questo non lo affermo basandomi sul contenuto o sul modo di esprimersi. Mi riferisco ad alcune piccole cose come il modo di tenere la penna, l’inclinazione che viene data ad essa e la nostra calligrafia. Questa, anche se è qualcosa che cambia da persona a persona, può  subire cambiamenti anche per la stessa persona, magari in periodi diversi della sua vita o in base a quello che sente: per esempio, se una persona è agitata, tende a scrivere più velocemente e più disordinata.

Perciò amo scrivere a mano. Non solo per i contenuti, ma perché posso esprimere quello che sento anche solo con la mia calligrafia, che dice molto di ciò che sono. In questo modo sento quello che scrivo ancora più vicino a me di quanto già non lo sia rimanendo solo nei miei pensieri, e mi aiuta a comprendere meglio me stessa.

Le lettere: un ponte tra emozioni e persone

Concordiamo con te Gioia: con la scrittura a mano, in particolar modo con il corsivo, si rivelano tratti personali di chi scrive, le emozioni provate, la voglia di essere accurati, o al contrario la fretta, l’urgenza. Questo vale in particolar modo per la stesura delle lettere, oggi ancor più in disuso in favore di email e messaggi WhatsApp. Per secoli hanno deliziato il genere umano – Voltaire ne ha scritte più di 20 mila, Proust ne ha raccolte in ben 19 volumi – ma oggi sono viste come pratica antica e inutile. Eppure tu ami anche le lettere, sebbene non facciano parte della tua generazione! Vuoi raccontarci cosa provi nello scriverle e perché le preferisci a una email?

Le lettere sono qualcosa di unico e di speciale che provocano un’emozione molto più forte di un qualsiasi email o SMS. Nessun tipo di notifica può farci sobbalzare il cuore come riesce a farlo qualcuno che ci consegna nelle mani una lettera scritta pensando a noi. La lettera crea un importante legame tra chi la scrive e chi la riceve, ma aiuta anche a conoscere meglio se stessi considerando lo stile unico e personalizzato di ognuno di noi.

In generale considero le lettere come messaggi che riflettono la profondità della nostra anima: prendere in mano una penna e buttare giù i nostri pensieri può essere una valvola di sfogo liberatoria che ci allontana dai pensieri che si creano nella nostra mente. Come si cresce, si inizia a dimenticare l’emozione dello scrivere le lettere a mano, del creare qualcosa di nostro e personale. Solitamente, un’e-mail è breve, ha uno schema preciso che va rispettato e i caratteri solo quelli già prestabiliti dal computer. Tutto questo, nella lettera, è reso più magico: i “caratteri” sono i nostri personali che escono dal movimento che diamo alla penna… E, alla fine, si può anche scegliere di lasciare ciò che si è scritto solo visibile a noi e di far diventare la lettera un patto tra noi e il foglio.

Come la scrittura a mano aiuta a comprendere se stessi

È vero, ci sono lettere che mai giungeranno a destinazione: hanno valenza di sfogo e danno spesso più una risposta a noi stessi. Inoltre rappresentano un valido strumento per i più sensibili offrendo la possibilità di esprimere emozioni e sentimenti. Quando ne hai scoperto i benefici?

In realtà, questa mia passione è nata proprio dal fatto che, all’inizio, scrivevo lettere che non facevo leggere al destinatario. Considerando la mia sensibilità, è sempre stato un mezzo per esprimere quello che provavo e i miei sentimenti, e sebbene fossero parole indirizzate ad un’altra persona, non arrivavano mai a destinazione.

Si crea una sorta di meccanismo dove sento quasi di star affidando le emozioni negative che provo, alla persona che me le sta provocando anche se poi, non facendogliela mai leggere, non è realmente ciò che accade. Eppure solo il fatto di scrivere queste lettere, è liberatorio e non si ha neanche la paura di peggiorare la situazione con le proprie parole. Quando parli con le persone spesso puoi sentirti non capito, giudicato, o veder sminuiti i tuoi problemi. Invece, un foglio resta al tuo fianco nonostante ciò che scrivi e non ti fa sentire sbagliato o giudicato. Ti concede il silenzio di cui spesso una persona ha bisogno per ritrovare la sua pace interiore, silenzio che non puoi ottenere così facilmente con la presenza degli altri intorno. È fondamentale riuscire a fare di sé stessi la propria forza e questo è quello che provo ogni volta che scrivo.

Gioia e la sua passione per la lettura: tra fantasy, gialli e l’amore per i libri

Ci sono tanti modi di avvicinarsi alla scrittura, e ci sembra di capire che tu hai cominciato proprio con la stesura delle lettere…

Sì, ho iniziato a scrivere lettere alle medie quando ho avuto la mia prima cotta. Prima di questo momento in realtà avevo sempre desiderato scrivere un libro perché fin da piccola, ero una ragazza con tanta fantasia e tante idee in testa e avrei voluto esprimerle. Sono, però, sempre state idee per lo più fantasiose o che non mi riguardavano in prima persona.

Ho sentito la vera e propria necessità di scrivere solo quando ho iniziato a provare un’emozione che mi coinvolgeva e che non avrei saputo descrivere a nessun altro a parole. Perciò, ho preso la penna in maniera un po’ titubante e ho pensato a cosa potesse farmi stare meglio. L’unica via di uscita che ho trovato è stata proprio la lettera. Poter dire tutto direttamente a quella persona, in questo caso un ragazzo, senza farlo davvero e senza la paura del disagio o dell’imbarazzo. La lettera, è stata improvvisamente la mia via di svolta, è stata fondamentale per la mia crescita e, da quando ho iniziato a scriverle, non ho più smesso. È diventata quasi una sorta di strumento terapeutico in grado di aiutarmi nei momenti di difficoltà.

Gioia, sei una lettrice? Se la risposta è sì, che cosa ami leggere e quale libro ti resterà sempre nel cuore?

Leggere è stata fin dalle elementari la mia più grande passione che ho scoperto grazie alla mia insegnante di italiano. Ogni anno organizzava una gara di lettura e, grazie alla mia competitività, per cercare di vincerla leggevo 30/40 libri ogni anno scolastico. Pian piano è diventato un vero e proprio passatempo: ritengo che, quando si leggono le pagine di un libro, si entri in un mondo completamente estraneo in cui si può quasi trovare un rifugio.

Essendo una persona sognatrice, amo molto i fantasy e i libri di fantascienza perché, mostrando creature e situazioni spesso inesistenti, creano un distacco con la realtà, ma anche i romantici perché sono sempre stata innamorata dell’idea dell’amore, quello puro che ti riempie e ti stravolge l’anima. Devo ammettere, però, che il mio genere preferito in assoluto è il giallo: amo dover attivare la mente per cercare di capire la realtà dei fatti e scoprire l’assassino, anche perché solitamente, viene mostrato anche il lato psicologico delle persone e le ragioni di certi loro comportamenti.

È proprio per questo motivo che non posso scegliere un unico libro che porto nel mio cuore bensì due: Harry Potter e la pietra filosofale, uno dei miei primi libri e quello che mi ha fatto appassionare alla lettura e, in generale, i libri di Agatha Christie che trovo davvero particolarmente scorrevoli e intriganti, considerando le grandi abilità di scrittura dell’autrice di gialli.

Scrittura a mano: un’eredità da custodire e tramandare alle nuove generazioni

Il professor Piero Crispiani, in un’intervista ha definito la scrittura in corsivo la base dell’umanità. Non potevamo lasciarci sfuggire una sedicenne che andando controcorrente con il suo tempo conosce e difende il piacere della scrittura a mano, una pratica che trova d’accordo gli studiosi nel mondo: pensiero, linguaggio, memoria, ne traggono enormi benefici.

Noi aggiungiamo che leggere e scrivere valgono sempre la pena. In qualunque modo lo si faccia resta l’importanza del non allontanarsi mai dalla parola scritta che tutti ci rende più ricchi.

Grazie Gioia per avercelo ricordato e… buona scrittura!

Susanna Trossero

Avatar Susanna Trossero

Commenti

Una risposta a “La scrittura a mano? Un piacere senza tempo che arricchisce l’anima”

  1. Avatar Marisa

    Io come appartenente ad un’altra generazione, comprendo ciò che si cela dietro la scrittura, che un tempo era l’unico strumento che ti permetteva di dare sfogo alle tue emozioni e lo considero un momento unico e intimo che tutti dovrebbero provare.

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