Bonnie Parker

Bonnie Parker: la vera storia della biondina con la pistola

Fra Texas e Louisiana, soprattutto. Dicembre 1927-maggio 1934. L’irrequieta allegra minuta carina Elizabeth Bonnie Parker era nata il primo ottobre 1910. Pur continuando a vivere poveramente tra campi e sobborghi di Cement City accanto a mamma e nonna, fratello e sorella, si era già sposata con Roy Thornton il 25 settembre 1926, nemmeno 16enne. Lui quasi sempre fuori per lavoro.

Bonnie Parker

A fine 1927, quando comincia a non avere più notizie del marito, cerca lavoro e col nuovo anno diventa cameriera a chiamata, da febbraio 1928 abbastanza stabile e apprezzata al Marco’s Cafè.

Dopo la caduta di Wall Street, a gennaio 1930 si trova disoccupata e accetta di aiutare la ragazza del fratello che si è rotta un braccio e ha bisogno di averla a casa, dove vive col proprio di fratello, a West Dallas. Lì conosce quasi subito un loro amico, il quasi 21enne Clyde Barrow, curato ed elegante, capelli corti con ciuffo in ordine, occhi azzurri vivaci e penetranti, capace di preparare bene ottima cioccolata calda. Ed è improvvisa travolgente passione per entrambi!

Clyde suona un poco sassofono e armonica a bocca. Dopo qualche settimana Bonnie lo presenta alla madre Emma, che li farebbe pure dormire insieme, ma arriva la polizia e lo ammanettano. Era ricercato in una dozzina di cittadine per rapine a piccoli negozi e pompe di rifornimento.

Un destino chiamato Clyde

Si scrivono lettere d’amore. Lei lo va a trovare spesso. Riesce a portargli una pistola alla prigione di Waco. Lui fugge. In qualche modo continuano a frequentarsi, finché Bonnie non scappa con Clyde, pur tornando spesso da amici e parenti, e diventando famosi, la celebre leggendaria “coppia” di giovanotti ricercati statunitensi, attivi negli Stati Uniti centro meridionali, commettendo lui diverse rapine e omicidi talora assieme ad altri membri della Barrow Gang, lei complice, decisa a non abbandonarlo mai.

Traditi, furono uccisi. Da taluni osannati al funerale e in seguito, mai scordati.

Ottimo noir storico di Arianna Destito Maffeo

La brava fisioterapista, ottima intraprendente operatrice culturale e sensibile scrittrice Arianna Destito Maffeo (Genova) riesce nella non facile impresa di farci conoscere meglio un peculiare personaggio storico, mal descritta nei giornali dell’epoca e solo parzialmente compresa anche in tanti film e romanzi.

Stile e struttura di Bonnie Parker

La narrazione è in prima persona al presente, una venticinquina di capitoli con la protagonista (precisamente cronologici dopo il prologo, con pagine di diario), una decina (spesso più brevi) retrospettivamente con la mamma dopo la notizia della morte.

Il titolo contraddistingue una sorta di (auto) biografia noir molto ben romanzata (opportunamente non c’è mai un controcanto ufficiale in terza, i poliziotti sono comparse e vittime).

Il sottotitolo sottolinea la crucialità della relazione a due, pur se il “destino segnato” riguarda anche altro, sempre con il punto di vista di due donne acute (il legame affettivo e la deriva delittuosa).

Emma riflette sulla figlia “destinata a morire” che getta via tutta sé stessa “come se non fosse più padrona del proprio destino”.

Bonnie si domanda di continuo come si sia venuta a trovare in quelle disperate situazioni non perché sia pentita, piuttosto rispetto a

come facciano gli eventi a trasformarsi e mutare così velocemente, a sedurti per poi legarti senza scampo a una vita fatta di fughe, paure e incertezze.

Concludendo che non era

il mio destino quello di esistere e basta, come un manichino in posa, come quelli che usava mia madre quando cuciva.

Forse.

All’origine della leggenda e delle fake news

L’autrice si è molto documentata. Senza ideologismi e manierismi spiega l’origine della leggenda (poco rispondente alla dimensione della giovanissima immatura criminale, ossessionata dal tornare a casa), delle fake news e delle foto (decontestualizzate) apparse sui giornali.

Accurata la descrizione degli ecosistemi e del periodo storico, con il toccante esempio della Dust bowl del settembre 1933.

Quando Bonnie s’arrabbia in auto giustamente furiosa con Clyde, alla radio trasmettono Put That Sun Back In The Sky delle Boswell Sisters. Per il resto molto jazz accanto alle sue canzoni e poesie (una incisa sulla lapide).

Il libro

Arianna Destito Maffeo
Bonnie Parker. Un destino chiamato Clyde
Morellini, 2023

Valerio Calzolaio

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