Catania (con la solita veloce puntata nel capoluogo siciliano). Aprile 2017.
La banda dei carusi
Dopo tre anni a Milano e una promozione sul campo, da circa un paio d’anni la tenace, attraente e decisa 39enne poliziotta palermitana Giovanna Vanina Guarrasi è tornata sull’isola, a Catania. Vicequestore aggiunto. Dura. Temuta dirigente della sezione Reati contro la persona, e molti la vorrebbero alla sezione Criminalità organizzata. Lei è soddisfatta del lavoro e della squadra formale e informale che guida.
Questa volta, però, l’omicidio di un ragazzo non la lascia indifferente e concentrata. Lo aveva conosciuto alla parrocchia di don Rosario Limoli, il prete di frontiera che a San Cristoforo ha impiantato un centro di recupero per quei tossicodipendenti che vogliono uscirne e per coloro che cercano di affrancarsi da giri criminali.
Gli era proprio piaciuto, si era affezionata. Si tratta di Thomas Ruscica, un ragazzo dal passato difficile, proveniente da una famiglia malavitosa da cui aveva preso le distanze, impegnato a salvare altri nelle stesse condizioni.
Lo ammazzano in un capanno del lido in cui lavorava, al confine tra la sabbiosa Playa e l’oasi del Simeto. Viene trovato dalla sua carusa Emanuela Greco, brava figlia di un noto avvocato, la quale tuttavia presto diventa la principale sospettata, in base a indizi forse lasciati ad arte.
Vanina ne è convinta e presto scopre che Thomas continuava a cercare altri da salvare dai guai e stava anche collaborando con la Questura per un’operazione antidroga a San Cristoforo. Eppure, il delitto non sembra opera di professionisti. Si tratta di farsi aiutare da colleghi e volenterosi, poi di scavare a fondo nelle relazioni sociali.
I gialli di Cristina Cassar Scalia
La brava medica oftalmologa Cristina Cassar Scalia (Noto, 1977) continua a scrivere bei gialli. La divertente serie di Vanina va a gonfie vele e nel 2023 ne sono usciti due: il settimo era un breve prequel (ambientato nel 2015), questo è l’ottavo, sequel delle precedenti avventure, che si svolgono tutte a pochi mesi di distanza l’una dall’altra, fra il 2016 e il 2017 (molto prima della pandemia).
Stile e struttura de La banda dei carusi
La narrazione è in terza al passato, fissa (quasi) su Vanina, che ormai conosce meglio sia colleghi che città, pur continuando ad appuntare le “catanesate”, i carusi sarebbero picciotti a Palermo.
Lei gira sempre con la pistola, preserva fondente nei cassetti, fuma Gauloises, ama vecchi film, ingozza dolci e altre specialità.
Ormai si è definitivamente sistemata in una casetta alle pendici dell’Etna, a Santo Stefano, un’oasi di pace all’interno di una proprietà più grande, circondata da giardino e agrumeto, con l’edificio principale abitato dalla padrona di casa, la materna amabilissima 76enne vedova Bettina, originaria di Ragusa e brava solidale cuoca, alla quale questa volta capita un incendio a casa, forse casuale forse sospetto.
Gli altri personaggi del romanzo
Quelli che amiamo, colleghi, parenti, magistrati e magistrate, amici e amiche, ci sono tutti: come ben sanno gli editori (almeno dai tempi di Holmes e Conan Doyle), ogni nuova avventura di personaggi seriali è per il lettore una sorta di ritorno in famiglia, bimestre (o anno) dopo bimestre (anno), passione dopo passione, tribolazione dopo tribolazione.
Inevitabile ripetersi, basta solo aggiornare le linee esistenziali: con Paolo le cose a distanza vanno bene e reclamano maggiore amorevole presenza, Maria Giulia De Rosa ha fatto le sue scelte, Tito e Marta sono un poco ammalati, l’83enne Biagio contribuisce molto come sempre all’indagine e accetta (o subisce) di coinvolgere in vario modo Angelina, pure Carmelo riallaccia qualcosa con la (ex) moglie, gli agenti maturano, Chanel s’impone sulla scena insieme all’intera banda dei carusi (da cui il titolo).
Segnalo Romanzo criminale, a pagina 140. E la Timpa, a pagina 214.
Speciale il vino dell’Etna che procura Gregorio.
Vanina s’arrangia con una vecchia raccolta di Vasco o con musica techno.
Il libro
Cristina Cassar Scalia
La banda dei carusi
Einaudi, 2023
Lascia un commento