Stoner

Stoner ovvero la scrittura limpida ed essenziale di John Edward Williams

Strano destino quello di Stoner, romanzo di John Edward Williams apparso per la prima volta nel lontano 1965 e ripubblicato solo molti anni dopo, nel 2003 (nel nostro Paese nel 2012, da Fazi Editore).

Il libro, pur accolto all’epoca da ottime critiche, non ottenne alcun successo commerciale. Destino del resto condiviso in misura più o meno analoga anche dalle altre opere, tutte di valore, pubblicate nel corso degli anni da Williams.

Il romanzo racconta la vita di un professore universitario, William Stoner, dalla povera infanzia rurale fino alla morte, dopo una lunga, ma sfortunata carriera universitaria.

Dall’iniziale insuccesso alla rinascita

Eppure, nei decenni seguenti, Stoner, e in generale tutta l’opera narrativa dello schivo autore ha conosciuto una sorta di inarrestabile rinascita. Merito soprattutto del passaparola, a dispetto delle ferree leggi del marketing o delle logiche editoriali, spesso miopi, quando non del tutto cieche. Basti pensare che alla sua prima uscita la tiratura del libro fu di appena duemila copie, per andare di lì a poco fuori catalogo.

Intendiamoci, sorte analoga è occorsa anche ad altri libri, divenuti capolavori postumi a volte a dispetto dell’accoglienza iniziale. Pensiamo alle opere di autori del calibro di Sylvia PlathHerman MelvilleMikhail BulgakovGeorge Orwell

La “resilienza” di Stoner e del suo autore

A voler usare un termine alla moda, si potrebbe parlare di resilienza a proposito della vita editoriale di Stoner, non diversamente da quanto in fondo è accaduto al suo stesso autore.

John Williams non ha mai conseguito un vero successo letterario, e anche il protagonista del romanzo assomiglia in parte allo scrittore. Stoner è un professore universitario dalla vita ordinaria, quasi squallida, che vede frustrate le iniziali ambizioni accademiche, sacrificate sull’altare di una carriera universitaria che, sia pure inizialmente promettente, tuttavia non riuscirà mai a decollare.

Il fascino dell’uomo qualunque

Anche sul piano personale, degli affetti e dell’amore, Stoner è un perdente. Ma, come tutti gli eroi negativi, e forse proprio a causa della scarsa fortuna che lo accompagna implacabile, a poco a poco conquista la simpatia e il coinvolgimento del lettore.

Non manca chi ha letto nella vicenda narrata nel libro una sorta di placida elegia dell’uomo qualunque, diviso tra iniziali, ingannevoli sogni di gloria e la quieta, finale rassegnazione alla spietata realtà della vita di tutti i giorni.

“Gli uomini semplici sono sempre eroi, che in silenzio vivono, esistono”, cantava anni fa un ispirato Eduardo De Crescenzo, cantautore anch’egli, per un crudele scherzo del destino, oggi abbastanza dimenticato.

Le possibili ragioni del successo di Stoner

Forse uno dei motivi del misterioso, perdurante successo del libro è costituito dal meccanismo d’identificazione che scatta nella mente del lettore. Non è difficile infatti identificarsi nelle sorti amare del docente universitario condannato da normali vicende lavorative ed esistenziali a una vita ordinaria, destinata a non lasciare grande traccia di sé.

Una trama e uno stile solo all’apparenza troppo piatti

La trama del romanzo, come si sarà intuito, a prima vista sembrerebbe poco stimolante per il lettore occasionale. Anche lo stile sobrio e misurato dello scrittore parrebbe agli antipodi delle tendenze stilistiche oggi più in voga. Per una precisa scelta stilistica, Williams non introduce spettacolari colpi di scena nella narrazione, né fa utilizzo di frasi o costruzioni a effetto.

La bellezza della semplicità

Al contrario, è proprio la forma lineare ed elegante, precisa e dettagliata, ma priva di orpelli e ridondanze, a costituire un innegabile punto di forza del libro. Che non cade mai nel banale o nel melenso, anche grazie al rifiuto dei sentimentalismi costantemente messo in atto dal bravissimo Williams.

Insomma, amici di Libri e parole, se c’è un libro la cui lettura merita di essere recuperata, quello è proprio Stoner, romanzo che a nostro avviso merita appieno la qualifica, spesso attribuita con troppa generosità a opere in realtà assai modeste, di vero e proprio capolavoro della narrativa moderna.

Il libro

John E. Williams
Stoner
traduzione di Stefano Tummolini
Fazi, 2012

Luigi Milani

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