Monte Quarzerone, prima e dopo l’agosto 1976. Forse esiste davvero quel massiccio incastrato tra l’Appennino tosco-emiliano e le Apuane. La cima non acuta però vasto, con numerose grotte e balze scure, pareti a strapiombo, crepacci e rocce friabili, cunicoli naturali e artificiali, sentieri solo accennati e spesso bloccati. Non lontano da Aulla e Fivizzano, cuore della Lunigiana in provincia di Massa Carrara, sedimenti rocciosi e strati di leggende (sibille, fate, eremiti, briganti, partigiani, ribelli, demoni, un cinghiale bianco, creature di galassia lontane), un alto Pian del Cielo (ideale per il campeggio) subito fuori del grande bosco.
Alla fine di agosto 1976 vi scomparvero due quindicenni partecipanti al campo scout, Jacopo e Margherita. Erano capisquadra segretamente messi insieme al termine dell’anno scolastico e si erano appartati un’ora nel bosco.
In tanti batterono la montagna palmo a palmo, facendo base nel piccolo borgo più vicino, Forravalle, senza trovarli né capire cosa potesse essere accaduto.
Famiglie, amici e amiche d’avventura e di scuola, esperti e guide del paese, tutti furono segnati dalla vicenda. Non certo l’unico mistero della zona: le statue stele, la nave senza equipaggio con l’ampolla del sangue di Cristo, la piccola Stonehenge di Camporaghena, il castello di Fosdinovo, i faciòn di pietra di Cervara, i simboli sui capitelli della pieve di Codiponte, fra gli altri.
Ufo 78
Dopo due anni, fra marzo e maggio 1978 (nei mesi cruciali del sequestro e dell’omicidio Moro), accade qualcosa che può gettare qualche luce sulla vicenda.
A Roma il paleocosmonauta Martin Zanka (celebre pseudonimo del 54enne Gianmaria Zanchini) sta scrivendo un libro su quei posti, Astronavi su Luni, e scopre che il figlio ex tossico si è rifugiato lì presso la comunità Thanur a Villa Malaspina.
A Torino la 26enne antropologa Milena Cravero sta facendo una ricerca sull’ambiente ufologico e presto dovrà andare proprio lì, soprattutto quando gli Ufo aggrediscono uno. Aiuteranno a scavare il passato recente.
Il romanzo di Wu Ming
Come noto, Wu Ming è un bravissimo collettivo di scrittori attivo ormai da quasi un trentennio.
Lo spunto del romanzo è la vita straordinaria del “fantarcheologo” Peter Kolosimo (Modena, 1922 – Milano, 1984). Il personaggio di Zanka è costruito per raccontarla con cura ed empatia.
Stile e struttura di Ufo 78
La narrazione è in terza varia al passato, congegnata come un’inchiesta contemporanea (insieme scientifica e noir) in quattro movimenti cronologici, su alcuni avvenimenti dei primi mesi del 1978 che coinvolgono Zanka e Milena nel caso dei due ragazzi, spesso alla luce dei libri, dei racconti, delle testimonianze loro e degli altri personaggi (immaginari come i luoghi), raccolti retrospettivamente, alla luce delle conoscenze approfondite (reali) sul contesto geografico, storico e culturale (in fondo trovate pure l’ottima bibliografia selezionata conseguente, frutto della fervida coerente immaginazione).
La genesi del romanzo di Wu Ming
Gli autori pensarono di scriverne già nel 2006 (anche con Giuseppe Genna), accumularono materiali cambiando intreccio molte volte, inframezzarono altri testi sugli stessi argomenti.
La prima stesura risale all’estate 2021, tagliando poi altre scene e sottotrame fino al corposo tomo uscito quasi alla vigilia del centenario della nascita della personalità che li ha in parte ispirati (15 dicembre 1922).
Riprendono giudizi noti sulla gestione del sequestro di Moro e sui partiti in quegli anni, pur se l’attenzione resta concentrata sulla grande ondata Ufo nel 1978 (da cui il titolo): duemila avvistamenti nei cieli d’Italia e relativa invasione di notizie su ogni mezzo d’informazione, saggi convegni interviste feste studi.
Ufo 78: narrazione colta e avvincente
Il romanzo si apre così con un convegno che avrebbe dovuto tenersi a Roma iniziando proprio il 16 marzo mattina. Poi tutto scorre con stile lentamente coinvolgente, con la dovuta attenzione per le dinamiche relazionali sociali e interpersonali dell’epoca (i differenti e contrapposti gruppi di ufologi, le comuni, gli estremismi, le famiglie, la droga, la meditazione, l’autocoscienza, il sesso), fino alla fine dell’indagine con le trame nere pervasive in quel periodo e i titoli finali circa le sorti dei personaggi.
Narrazione colta e avvincente, abbastanza riuscita.
Segnalo i diffusi campi magnetici mitologici, a pag. 162.
In quell’ecosistema a Thanur (1974-1994) si ascolta anche Battiato e Battiato andrà al funerale dell’ufofilo Giacomo “Jimmy” Fruzzetti ad agosto 2002.
Molta altra notevole discografia, specie inglese e tedesca (s’inizia coi Popol Vuh), vino in bottiglia o sanamente sfuso (a Thanur si produceva).
Il libro
Wu Ming
Ufo 78
Einaudi, 2022
Commento questa recensione, che trovo scritta maluccio, per la definizione “narrazione abbastanza riuscita”, il che significa che il collettivo non ha convinto appieno neppure l’estensore della recensione, che a me colta e avvincente non pare proprio, sembra un noioso pastiche di banalità su argomenti già all’epoca ampiamente dibattuti, almeno negli ambienti vicini ai personaggi del romanzo, stereotipi senza originalità. Non basta buttar lì un cinghiale bianco e i Magma per renderli memorabili, così come inventare tutta una serie di luoghi e persone, legandole con alcune delle tragiche storie purtroppo vere che ci hanno tormentato non mi ha, in questo caso, per niente convinto. Ancor meno poi finire con l’anziano giustiziere solitario, già letta così spesso, messa lì forse a presunta consolazione della frustrazione del lettore, già consapevole di tutti i buchi neri di questa Italia dove anche gli UFO, se atterrassero, scomparirebbero nel segreto di stato. Grazie