Narrare la terra di Sicilia può sembrare semplice, perché di fatto offre molte moltissime interpretazioni e storie, ma non fatevi ingannare. Persone e luoghi siciliani sono tutto fuorché semplici. Nascondono mezze verità, paesaggi mozzafiato, angoli, costumi e sussurri. Raccontare queste storie richiede una notevole conoscenza del luogo e delle persone, assieme a un’abilità narrativa non indifferente. Doti che Costanza DiQuattro ci ha già dimostrato di avere e rimarca con fermezza, ma anche con una buona dose di garbo che la contraddistingue, in Arrocco siciliano (Baldini+Castoldi).
Arrocco siciliano
Siamo a Ibla, in Sicilia appunto, nel 1912. Il romanzo si apre con il funerale, improvviso, dell’amato farmacista. La farmacia all’alba del Novecento era un luogo di ritrovo, di sapere e consiglio. Medicinali e cure venivano preparate sul momento, seguendo le indicazioni del dottore, a volte; basandosi sulle conoscenze del farmacista, altre. La sparizione di un farmacista senza figli, avvenuta in circostanze non proprio candide, lascia la cittadina stordita.
Chi è Antonio Fusco?
Ma ecco apparire tra le strade della silenziosa cittadina un giovane misterioso, chiamato con un telegramma dalla vedova. Un giovane voluto dallo stesso compianto per gestire la farmacia. Antonio Fusco arriva da Napoli e porta con sé il fascino del continente assieme a tante domande senza risposta. È elegante, colto, capace. Eppure, il giovane è avvolto da una notevole tristezza, come uno strato di consapevole inadeguatezza.
Don Firili si lavò le mani, se le asciugò con cura e, ripiegando con voluta lentezza lo strofinaccio per appenderlo alla cintura, disse: “Giovedì notte, quel galantuomo del dottor Albanese, passò a miglior vita”. “Beata morte la sua”, chiosò il Continentale con un sorrisetto beffardo. ”Macari iu vulissi morriri accussì”. ”Beatissima morte”, confermò don Firili, ”ma non è questo il fatto. Sabato pomeriggio, quando tutti aspettavamo la particola della comunione, durante il funerale del dottore, spuntò un uomo”. L’espressione del Continentale era ormai attenta come quella di un bambino durante una favola.
”E cu era?”
”Un picciotto, sulla quarantina. Alto, magro, con due baffetti sottili sottili e i capiddi liccati ra vacca. Attraversò tutta la navata come se la chiesa era sua, e si assittò tra il cavalier Cosentini e il generale La Pira”.
”E che mi viene a significare?” domandò quasi indispettito il Continentale.
”Quando il funerale finì”, riprese don Firili, ”questo picciotto andò al cimitero con la vedova e poi…”
“E poi?” incalzò il Continentale.
”E poi entrò in casa con donna Carmela e ci restò!”
Cosa vuole realmente Antonio Fusco? Perché si è recato a Ibla? Per quale motivo il farmacista ha lasciato a questo giovanotto la sua farmacia?
Tra passato e presente
Le domande si rincorrono, mentre il sospetto viene alimentato dalle cattiverie del paese. Antonio cerca di farsi amare, ma la diffidenza è palpabile, e mentre trova il giusto equilibrio fra quotidianità e passioni ecco tornare il suo enorme peso nel cuore. Un vizio che sperava aver abbandonato a Napoli ma che l’ha inseguito fin dentro le mura della farmacia. Una cattiva abitudine che all’epoca non risparmiava i nobili, anzi li spronava ad andare oltre i limiti: il gioco d’azzardo.
Dal gioco con le carte all’ultima partita a scacchi, il giovane Antonio dovrà fare i conti con un passato e un presente che non intende dimenticare. Dovrà ammettere le proprie debolezze, e scoprire in un bambino la motivazione per reagire, confessare e scappare. Un’altra volta.
Perché leggere Arrocco siciliano
Un ritmo incalzante, una storia dolorosa ma che può rispecchiare l’io di molti. Un passato che torna e un futuro che si fa nebuloso. In Arrocco siciliano troviamo un intreccio mirabile di vite e sogni, speranze e storia. Incontriamo una Sicilia amata, ma anche diffidente. Sicura, ma attenta. E mentre ci lasciamo trasportare dalla storia di Antonio Fusco, l’autrice ci accompagna nella storia, ci invita a scoprire costumi, odori e sapori. Ci ammalia attraverso le tradizioni, riuscendo a conquistarci con le parole e le suggestioni che pagina dopo pagina riesce a materializzare.
Il libro
Costanza DiQuattro
Arrocco siciliano
Baldini+Castoldi, 2022
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