La cucina dell'amore

La cucina dell’amore: un classico italiano della cucina afrodisiaca

Nel 1926, a Catania, venne pubblicato per la prima volta uno strano e malizioso ricettario. È La cucina dell’amore di Omero Rompini. Un testo capace non solo di stuzzicare il palato mediante la più raffinata arte culinaria, ma anche o soprattutto di tentare i sensi risvegliando l’erotismo a tavola, laddove le malie di un sapore prelibato ben si combinano con il buon esito di un corteggiamento.

La cucina dell’amore

Il signor Rompini, infatti, gaudente e raffinato gentiluomo, ci erudisce sulla cucina afrodisiaca. Ma non si limita a decantare vigori ritrovati grazie a sostanze eccitanti. Il suo manuale va ben oltre. Affianca alle ricette l’estetica di una portata, l’importanza di un profumo, l’ammiccante sensualità del nome di un piatto, la festa di un colore o di un adattamento, suggerendo così una cucina squisitamente letteraria e insegnando a preparare le pietanze con lo stesso rapimento con cui si dipinge, si suona, si scrive…

Non tralascia nulla, il Rompini, neppure la scelta dei colori in tavola che dovranno essere differenti se l’ospite sarà biondo o bruno per esempio, perché nulla strida.

Ci guida sui profumi per l’ambiente, le composizioni floreali – anch’esse variabili a seconda del menù – suggerisce le sostanze da mescolare ai vini o ai liquori, assolutamente necessarie ad esaltarne il gusto, rinfrancare i vacillanti e incitare i timidi…

Alcuni esempi di ricette

Un esempio? Mettete in un bicchiere 2 zollette di zucchero, quattro gocce di Curaçao e del Porto. Aggiungete dell’acqua e portate ad ebollizione. Servite con una fetta di limone, 4 cappelletti di garofani e cospargetevi un poco di noce moscata. Pare rinfocoli i desideri di gioventù anche ai più fiacchi!

E che dire delle Uova alla Gaudente, i Filetti di sogliola alla Messalina, i tartufi alla Favorita… A proposito dei tartufi: a essi dedica ben 2 capitoli, definendoli i diamanti della cucina. “Il tartufo – dice – dispone chi se ne ciba a ricercare le voluttà date dalla soddisfazione del senso genesico”.

Il misterioso autore de La cucina dell’amore

Certo, voi direte che il Rompini nulla ha inventato. Gli stessi antichi romani univano l’eros al cibo. Anche intorno al 1600 si parlò in maniera raffinata ed elegante di cucina dell’amore, dando peso a materie prime, accostamenti, preparazioni.

La Francia del Re Sole, come lo stesso Rompini ci fa notare, fu patria dell’eros gastronomico e divenne una moda l’utilizzo di ambra o muschio per profumare cibi e bevande.

Si potrebbe tacciare l’autore di questo manuale di plagio? In realtà non si tratta di un manipolatore bensì di un intellettuale della cucina che a suo modo inventa, suggerisce, ma anche riporta indietro attraverso cenni storici, evocazioni, citazioni, aneddoti e colti riferimenti.

Nondimeno, la sua figura resta avvolta dal mistero, poiché di questo poeta dei fornelli pare non esista alcuna traccia! Si suppone abbia usato uno pseudonimo per dilettarsi a scrivere un intrigante trattato di cucina lussuosa ed eccitante, che ha finito per rappresentare il primo manuale italiano di gastronomia erotica, dove ogni ingrediente è ricercato e diviene quasi un simbolo.

Volete qualche dritta per rendere più efficaci le vostre armi di seduzione? Le ricette sono tante: carne, uova, pesce, menù per “circuire” bionde o brune, bevande inebrianti, ce n’è per tutti i gusti!

Il libro

Omero Rompini
La cucina dell’amore
Manuale culinario afrodisiaco per gli adulti dei due sessi

introduzione di Pietro Meldini
Atesa, 2000

Susanna Trossero

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