Che Guevara

Che Guevara, il comandante che scriveva libri

All’anagrafe di Rosario era registrato come Ernesto Rafael Guevara de la Serna; tutti lo conoscevano, lo conoscono e probabilmente lo conosceranno come “el Che”. La colpa è di quell’intercalare tipicamente argentino per cui lo prendevano in giro i compagni di lotta cubani. E per sempre è Che Guevara.

Negli anni della formazione giovanile, gli anni dell’asma fiaccante e dei tornei di scacchi, degli studi di medicina e delle domeniche passate a giocare a rugby, si guadagnò anche il soprannome di ”Furioso Serna”, poi abbreviato in “Fuser”. Come anche quello“el chanco“, che tradotto dallo spagnolo significa “il maiale”.

Le letture di Ernesto Che Guevara

Pur provenendo da una famiglia borghese, stentava a trovarsi bene in quell’ambiente e preferiva la compagnia dei ragazzi poveri del suo quartiere, iniziò a simpatizzare con i movimenti antifascisti locali e soprattutto si appassionò alla letteratura: su tutte adorava le poesie di Pablo Neruda, ma leggeva Verne, Dumas, Stevenson, Cervantes e Salgari, con qualche incursione nella filosofia di Russell e nelle teorie psicanalitiche di Freud e Jung.

Ma a determinare la nascita del grande guerrigliero che tutto il mondo conosce, fu un viaggio in motocicletta attraverso il Sudamerica compiuto nel 1951 con l’amico Alberto Granado. Da questa lunga esperienza in sella a “La Poderosa” che li condusse tra i poveri cileni, gli indigeni peruviani, in mezzo a lebbrosari e lazzaretti, non solo uscì un’opera letteraria come Latinoamericana, lunghissimo diario di viaggio, ma anche riflessioni seguite all’osservazione da vicino delle profonde ingiustizie create dai sistemi economici vigenti e la forte esigenza di un mondo più equo, alla luce di una teoria – battezzata mestizo – secondo cui il Sudamerica dovesse essere un’unica grande nazione senza confini né barriere tra gli Stati.

Era nato il comandante Che Guevara.

3 libri di Che Guevara

«Siamo realisti: esigiamo l’impossibile!…»

Siamo qui per ricordare il Che Guevara scrittore, anche se le sue opere hanno poco di letteratura e molto di politica ed economia sociale. Non tutte, inoltre, sono state tradotte in italiano e molte di esse pubblicate troppo tardi rispetto all’epoca in cui furono redatte.

La guerra di guerriglia

Del 1960, infatti, immediatamente dopo la rivoluzione cubana del ’59 in cui assieme al movimento dei Barbudos rovesciò la dittatura di Fulgencio Batista, è il libro La guerra di guerriglia, in cui il Che teorizza la tattica del “foco”, efficace solo contro i regimi totalitari in cui è impossibile un’opposizione civile e legale. Si tratta di accendere veri e propri focolai – appunto – di guerriglia nella speranza di sollevare le masse; metodo valido sia per i Paesi sudamericani che per quelli africani o asiatici che versano in queste condizioni.

Nonostante alcuni storici ravvisassero alcuni parallelismi con la celeberrima opera sulla guerra di lunga durata di Mao Tse Tung, il condottiero argentino sostenne di non aver mai letto quel libro. Affermò di essersi ispirato alla rivoluzione cubana e ad alcuni scritti risalenti alla guerra civile spagnola. Il volume, preso poi a modello dai guerriglieri di tutto il mondo, era dedicato al compagno Camilo Cienfuegos, morto in circostanze misteriose durante la rivoluzione.

Diario in Bolivia

Secondo molti studiosi, però, la teoria guevariana della necessità di sollevazione delle masse popolari per un esito efficace della rivoluzione, si sgretolò in Bolivia. La causa? La particolare diffidenza dei boliviani nei confronti degli stranieri che affermavano di combattere per la loro libertà. Questa sua ultima esperienza (proprio qui il Che cadde in un’imboscata e venne ucciso il 9 ottobre del 1967) è descritta nel Diario in Bolivia, in cui racconta i mesi trascorsi sulle montagne a combattere la dittatura militare di Barrientos.

Prima di morire

Un’altra raccolta interessante per capire meglio il controverso personaggio, sicuramente uno dei più avvincenti del Novecento, è Prima di morire. Appunti e note di lettura, tratta dai vari taccuini scritti di suo pugno dal Che. Il libro si apre con le poesie dell’amato poeta nicaraguense Rubén Dario; prosegue con citazioni di sociologi come Wright Mills, pensieri attribuibili a Rosa Luxemburg, Lenin, Stalin, Trotsky, Marx ed Engels e naturalmente il compagno di una vita, Fidel Castro.

Perché leggere questi libri di Ernesto Che Guevara

Tutte letture molto utili a comprendere una figura così multiforme e in primo piano nell’ultimo secolo di storia, per capire meglio il mondo di oggi. Cuba è certamente molto cambiata da allora. Ma siamo certi che il profilo del “guerrillero heroico” ritratto nel 1960 dal fotografo cubano Korda, campeggerà ancora per molti anni sulla parete del ministero dell’Interno affacciato sulla Plaza de la Revolucion di L’Avana.

Per quanto ancora? Come direbbe lui, hasta la victoria… siempre!

Foto | Di René Burri (1933-2014) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

Roberta Barbi

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