classici della letteratura che non hanno venduto

7 classici della letteratura che non hanno venduto (almeno agli inizi)

Non sempre il buon giorno si vede dal mattino. Un adagio popolare perfetto, una volta rovesciatone il significato, per tutti quei capolavori letterari che hanno avuto, usiamo pure un eufemismo per non sembrare imperdonabilmente “blasfemi”, un’accoglienza tiepida o, perlomeno, scioccamente distratta.

Il mondo delle Lettere, si sa, è pieno zeppo di romanzi (o raccolte poetiche) che, al momento della loro pubblicazione, non hanno riscosso alcun successo, trasformandosi, almeno dal punto di vista delle vendite, in clamorosi fiaschi. In catastrofici flop.

Celebri classici della letteratura che non hanno venduto

Tuttavia finché vi è vita, sopravvive da qualche parte anche un barlume di speranza, così ecco che questi capolavori, tralasciati sprezzantemente dal pubblico, vituperati senza pietà dalla critica, si sono poi rivelati delle vere e proprie pietre miliari della letteratura universale. Qui di seguito troverete sette classici della letteratura che non hanno venduto. Sette opere che, al loro primo timido apparire sulle scene del mondo, hanno piazzato soltanto una manciata di copie, nonostante il loro valore intrinseco fosse incommensurabilmente alto.

Henry David Thoreau, Walden

Una delle più note opere di Thoreau non ebbe certo un’accoglienza calorosa. Nei primi tre anni della sua pubblicazione, Walden rimase ampiamente sotto la soglia della 1000 copie, acquistato in prevalenza dagli abitanti di Boston. Un magro bottino, nonostante l’indiscutibile valore dell’opera.

Herman Melville, Moby Dick

Uno dei grandi classici della Letteratura americana non ebbe vita facile. Non dal punto di vista delle vendite almeno. Il romanzo, mentre era ancora in vita il suo autore, non riuscì infatti a superare le 4000 copie. Numeri ahimè del tutto modesti per un’opera come Moby Dick.

T.S.Eliot, La terra desolata

Una delle opere poetiche più importanti e seminali del Novecento fu un vero fallimento. Nei primi sei mesi La terra desolata vendette soltanto 330 copie. Un’indiscutibile débâcle per il poeta di Saint Louis che aveva scelto l’Inghilterra come proprio Paese d’adozione.

James Joyce, Gente di Dublino

499 è l’ammontare complessivo delle copie vendute da James Joyce del suo romanzo più celebre durante i primi mesi. Un risultato miserrimo, considerando che l’autore ne acquistò per proprio conto 120!

William Faulkner, L’urlo e il furore

Tra il 1929 e il 1944, il libro di Faulkner vendette poco più di 3000 copie. Non solo, ma per anni L’urlo e il furore finì fuori catalogo. Quasi un romanzo fantasma. Si dovette attenderne la ristampa perché finalmente il libro riuscisse in qualche modo ad affermarsi.

F.Sott Fitzgerald, Il grande Gatsby

Il romanzo più noto di Fitzgerald non riuscì a bissare il successo di altri suoi lavori come Di qua dal paradiso che aveva portato successo e la fama allo scrittore americano. Il grande Gatsby si dovette infatti accontentare di circa 20000 copie e recensioni poco entusiastiche.

William Golding, Il signore delle mosche

Il signore delle mosche stentò a farsi conoscere (e leggere), ci vollero anni perché le vendite riuscissero a prendere quota. Il primo anno il romanzo vendette tra Gran Bretagna e America soltanto 7000 copie. Un altro inaspettato e immotivato fiasco su entrambe le sponde dell’Atlantico.

Via | Lithub
Foto | Gian Franco, CC BY-SA 2.0, attraverso Wikimedia Commons

Giorgio Podestà

Giorgio Podestà

Nato in Emilia si occupa di moda, traduzioni e interpretariato. Dopo la laurea in Lettere Moderne e un diploma presso un famoso istituto di moda e design, ha intrapreso la carriera di fashion blogger, interprete simultaneo e traduttore (tra gli scrittori tradotti in lingua inglese anche il premio Strega Ferdinando Camon). Con Graphe.it ha pubblicato la silloge poetica «E fu il giorno in cui abbaiarono rose al tuo sguardo» e il saggio «Breve storia dei capelli rossi».

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