gatti in biblioteca

Breve storia dei gatti in biblioteca

Idolatrato dagli antichi egizi che in lui vedevano l’incarnazione di Bastet, dea della maternità, addomesticato per la prima volta in Mesopotamia, ma in un periodo non ancora ben definito, il gatto (questo, grazie al cielo, lo sappiamo con certezza) ha attraversato a passo elegantemente felpato i millenni.

Senza mai troppo scomporsi o affrettarsi, si è ingraziato l’uomo, accontentandosi – sempre un po’ altezzosamente va detto – di vivergli accanto. Di condividerne, in un modo o nell’altro, la quotidianità. Questi, dunque, i suoi primi passi al nostro fianco.

Poi a un certo punto, qualcuno molto argutamente pensò che potessero essere un ottimo rimedio contro i topi, sempre pronti a infestare a frotte le biblioteche.

Gatti in biblioteca
Matisse nella biblioteca di Luigi Milani, autore della Graphe.it edizioni e collaboratore di Libri e parole

I gatti in biblioteca grazie all’imperatrice Elisabetta di Russia

In Russia l’imperatrice Elisabetta proprio per arginare l’esercito di roditori che scorrazzavano nelle sale dell’Ermitage, mettendo a rischio libri e incunaboli, emise un decreto perché le porte del palazzo di San Pietroburgo si aprissero senza ulteriore indugio ai gatti, iniziando così una tradizione lunga diversi secoli. Ancora oggi, i loro augusti discendenti sono infatti graditissimi ospiti del museo.

Un’abitudine, questa degli amici felini come custodi del sapere e della cultura che ha preso, insomma, saldamente piede.

In giro per il mondo esistono migliaia e migliaia di librerie e biblioteche che vantano ed esibiscono il loro gatto del cuore. Una vera e propria mascotte da esibire con affetto e orgoglio.

Tuttavia non sempre i felini delle biblioteche hanno vita facile. Negli ultimi anni con il diffondersi dell’allergie, molti hanno formalmente richiesto che i gatti venissero rimossi, allontanati definitivamente.

Non tutti, però, vogliono Micio tra i libri

Non sempre le richieste sono state però accolte. Le cronache ci raccontano, infatti, con dovizia di particolari (siamo in una biblioteca del Texas negli Stati Uniti) di come il gatto Browser, minacciato di sfratto proprio per i sopraddetti motivi, abbia alla fine invece trionfato, grazie a una petizione internazionale. 12.000 firme provenienti da ogni dove del mondo hanno fatto sentire il loro profondo dissenso, chiedendo formalmente al consiglio comunale che il felino potesse rimanere (in santa pace) tra le mura della biblioteca.

Dopotutto certe tradizioni vanno tassativamente rispettate. Senza i gatti in biblioteca, il mondo andrebbe a gambe all’aria in quattro e quattr’otto!

Via | Mentalfloss

Giorgio Podestà

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