La preposizione è una parte invariabile del discorso che, posta dinanzi a un nome, a un pronome, a un avverbio, a un verbo all’infinito, mette ognuno di questi elementi in relazione sintattica con le altre parti della frasi o anche, nel caso del verbo all’infinito, con un’altra frase. Per esempio:
- La casa di Marco
- Lavoro per vivere
Le preposizioni proprie e quelle improprie
Una distinzione fondamentale è fra preposizioni proprie (quelle che possono essere usate solo come preposizioni: per esempio, di), improprie (aggettivi, verbi o avverbi usati in funzione di preposizioni: per esempio, contro) e locuzioni preposizionali (formate da una locuzione avverbiale + una preposizione: per esempio, in cima a; oppure formate da un verbo o un avverbio preceduto o seguito da una preposizione: per esempio, contrariamente a). Schematizzando abbiamo la seguente situazione:
- sono preposizioni proprie: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra;
- le improprie invece sono: davanti, dentro, dietro, fuori, lontano, lungo, mediante, oltre, secondo, senza, sopra, sotto, verso, vicino;
- sono locuzioni preposizionali: insieme con, insieme a, indipendente(mente).
Preposizione semplici e articolata
Ancora un’altra distinzione è utile. Le preposizioni proprie elencate sopra (quelle che a scuola ci facevano imparare come una filastrocca: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra) possono essere semplici se sono così come elencate. Quando, invece, si combinano con un articolo determinativo diventano articolate, che a loro volta possono avere forma analitica (la preposizione e l’articolo restano separate: per + il = per il) o sintetica (la preposizione e l’articolo si presentano uniti: di + il = del).
Via | Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi
Foto | Pixabay
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