Poesie d'amore per lei

Le 10 poesie d’amore per lei di autori famosi

Dire ti amo non è sempre facile. A volte diamo troppo per scontate queste due apparentemente semplici parole. Se è vero che la sincerità e la spontaneità sono bellissime, è anche vero che, magari, qualcuno vorrebbe dire alla propria donna che l’ama con qualche frase un po’ più poetica e infiorettata. Se sei alla ricerca di poesie d’amore per lei, sei nel posto giusto!

Ma non tutti siamo dei novelli Shakespeare, quindi perché non dedicare alla donna che si ama una bella poesia d’amore? Ecco dieci delle più romantiche poesie d’amore per lei.

10 struggenti poesie d’amore per lei

Se cerchi delle poesie d’amore per lei, sei nel posto giusto. Ne abbiamo scelte dieci di autori di ogni tempo e cultura, perché l’amore non ha confini

Sonetto 130 di William Shakespeare

Iniziamo con un maestro: William Shakespeare (1564-1616).

Gli occhi della mia donna nulla hanno del sole,
il corallo è ben più rosso del rosso delle sue labbra;
se la neve è bianca, il suo seno è certo bruno,
se son setole i capelli, nere setole avrebbe in capo.
Ho visto rose screziate, rosse e bianche,
ma non vedo tali rose sulle sue gote;
e in certi olezzi vi è maggior delizia
che non nell’alito che la mia donna emana.
Io amo la sua voce eppure ben conosco
che la musica ha un suono molto più gradito;
ammetto che mai vidi l’inceder d’una dea:
la mia donna nel camminar calpesta il suolo.
Eppure, per il cielo, per me è talmente bella
quanto ogni altra donna falsamente decantata

Il sorriso di William Blake

Tra le poesie d’amore per lei non possiamo non citare Il sorriso di William Blake (1757-1827).

C’è un Sorriso d’Amore,
E c’è un Sorriso d’Inganno,
E c’è un Sorriso dei Sorrisi
In cui questi due Sorrisi si incontrano.

E c’è uno Sguardo d’Odio,
E c’è uno Sguardo di Disprezzo,
E c’è uno Sguardo degli Sguardi
Che tentate di scordare invano;

Perché si pianta nel profondo del Cuore,
E si pianta nel profondo della Schiena
E nessun Sorriso che mai fu sorriso,
Ma un solo Sorriso soltanto,

Che fra la Culla & la Tomba
Si può Sorridere soltanto una volta;
Ma, quando è Sorriso una volta,
C’è una fine a tutta l’Angoscia.

La filosofia dell’amore di Percy Bysshe Shelley

Percy Bysshe Shelley (1792-1822), uno dei poeti romantici più noti, nonché marito di Mary Wollstonecraft Shelley (l’autrice di Frankenstein) scrive questa poesia d’amore per lei:

Le fonti si confondono col fiume
i fiumi con l’Oceano
i venti del Cielo sempre
in dolci moti si uniscono
niente al mondo è celibe
e tutto per divina
legge in una forza
si incontra e si confonde.
Perché non io con te?

Vedi che le montagne baciano l’alto
del Cielo, e che le onde una per una
si abbracciano. Nessun fiore-sorella
vivrebbe più ritroso
verso il fratello-fiore.
E il chiarore del sole abbraccia la terra
e i raggi della Luna baciano il mare.
Per che cosa tutto questo lavoro tenero
se tu non vuoi baciarmi?

Senza di te di John Keats, splendida poesia d’amore per lei

Di John Keats (1795-1821) vi consigliamo questo testo poetico:

Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l’anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te

L’Amore è tutto di Emily Dickinson

Ascoltiamo la voce di una donna: ecco una splendida poesia di Emily Dickinson (1830-1886).

Che l’Amore è tutto
È tutto ciò che sappiamo dell’Amore,
È abbastanza, il carico dev’essere
Proporzionato al solco

Rimani di Gabriele D’Annunzio

Tra le poesie d’amore per lei, questa di Gabriele D’Annunzio (1863-1938) ha un posto speciale.

Rimani! Riposati accanto a me.
Non te ne andare.
Io ti veglierò. Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorché d’essere venuto a me, liberamente, fieramente.
Ti amo. Non ho nessun pensiero che non sia tuo;
non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.
Lo sai. Non vedo nella mia vita altro compagno, non vedo altra gioia.
Rimani.
Riposati. Non temere di nulla.
Dormi stanotte sul mio cuore

Io non ti conoscevo di Pieter van der Meer de Walcheren

Andiamo nei Paesi Bassi e troviamo questa bella poesia di Pieter van der Meer de Walcheren (1880-1970).

Non ti pare meraviglioso?
Io non ti conoscevo,
tu ignoravi la mia esistenza.
Pensa; e se le strade della vita
sulle quali noi camminiamo
non si fossero mai incontrate?

Una inezia, un ostacolo qualunque,
e noi saremmo rimasti lontani,
non ci saremmo conosciuti mai.

Sono talmente convinto
che era necessario che noi ci incontrassimo
che questo pensiero mi fa paura.
Dovevamo incontrarci,
perché Qualcuno ci guidava.

Il canto di Tom Bombadil di J.R.R. Tolkien

Di J.R.R. Tolkien (1892-1973) è Il canto di Tom Bombadil, personaggio di Arda, l’universo immaginario creato dallo scrittore inglese:

Ehi dol! Bel dol! Suona un dong dillo!
Suona un dong! Salta ancor! Salice bal dillo!
Tom Bom, bel Tom, Tom Bombadillo!

Ehi doll! Vieni bel doll! Cara dol! Mio tesoro!
Il vento soffia leggero e la stella spunta d’oro
Laggiù ai piedi della Collina che brilla alla luce solare,
Sulla soglia aspetta il debole chiarore stellare,
La mia graziosa dama, figlia della Regina del Fiume,
Esile più di un salice, più limpida dell’acqua, più brillante di un lume,
Il vecchio Tom Bombadil ha colto dei gigli d’acqua,
E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

Ehi! Vieni bel doll! Cara dol! Mio tesoro!
Boccador, Boccador, un’allegra bocca d’or!
Povero Vecchio Uomo Salice, hai nascosto le radici,
Ma Tom ha fretta adesso. La sera giungerà tosto.
Il vecchio Tom Bombadillo ha colto dei gigli d’acqua
E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

Veloci, piccoli miei che il Sinusalice risalite!
Tom va già avanti e le candele accende.
Ad ovest cala il sole e la notte vi attende.
Giunta l’oscurità, la nostra porta aprite,
Dai vetri e le finestre la luce s’intravede,
Non temete i neri ontani ed i salici canuti!
Non temete rami e radici, ché Tom vi precede.
Veloci, venite, vi aspetterem seduti.

Ehi! Vieni, bella dol! Giunti son gli amici!
Hobbit! Cavallini! Siam tutti ora felici!
Viva i divertimento! Cantiamo tutti assieme!
Viva il divertimento! Cantiamo tutti assieme
Di sole, stelle, luna, nebbia, pioggia e speme,
Luce sul bocciolo, rugiada sulle piume,
Rovi sullo stagno ombroso, gigli sull’acqua che freme.
Vecchio Tom Bombadill, e la Figlia del Fiume!

Esile più di un salice! Più limpida dell’acqua! Più brillante di un lume!
O giunco chinato sul lago! O dolce Figlia del Fiume!
Tu sei estate e primavera, e poi nuovamente estate!
Tu delle fronde le risa, e brezza sulle cascate!

Vecchio Tom Bombadil è un tipo allegro;
Ha gli stivali gialli e la giacca blu cielo.

Avevo un compito da svolgere: coglier tanti gigli,
Verdi foglie e gigli candidi per la mia dolce dama,
Per conservare gli ultimi, prima della fine dell’anno,
Al riparo dalla neve, a fiorire ai suoi piedi.
Ogn’anno sul finir dell’estate li vado a cercare per lei,
In un limpido stagno profondo, lontano dal Sinusalice;
Lì, in primavera, solo i primi a sbocciare, e lì i più lunghi a durare,
E lì, tanto tanto tempo addietro, trovai la Figlia del Fiume,
Dolce Boccador seduta in mezzo ai giunchi.

Ed è stato un bene per voi, perché ormai non tornerò più
Lì in fondo lungo le acque del fiume,
Ora che l’anno muore. E nemmeno passerò più
La casa del Vecchio Uomo Salice Grigio
Fino alla primavera, quando allegra la Figlia del Fiume
Va ballando nel sinuoso sentiero e si tuffa nell’acqua

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale di Eugenio Montale

Intensa e struggente la poesia Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale scritta da Eugenio Montale (1896-1981), Premio Nobel per la letteratura nel 1975. È a buon diritto una delle più belle poesie d’amore per lei.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Il bacio di Pablo Neruda

Concludiamo questa selezione di poesie d’amore per lei con Il bacio, testo di Pablo Neruda (1904-1973), anch’egli Nobel per la letteratura nel 1971.

Ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li.
Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.
Vorrei essere una nuvola bianca in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante.
Se sei un sogno non svegliarmi
Vorrei vivere nel tuo respiro
Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa in tutto quello che c’è di bello
Dimmi dove sei stanotte ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso arrivare fino al cuore
Vorrei arrivare fino al cielo e con i raggi del sole scriverti ti amo
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi.

Foto | John Jennings via Unsplash

Nymeria

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