Grazia Deledda, una delle grandi scrittrici italiane che ti consigliamo di leggere

5 grandi scrittrici italiane che ti consigliamo di leggere

Vi proponiamo grandi scrittrici italiane – contemporanee o no – che si sono rivelate interessanti e hanno saputo risvegliare l’attenzione di chi ancora – per fortuna – di libri si ciba avidamente.

Le grandi scrittrici italiane che devi leggere

Di grandi scrittrici il nostro Paese non è mai stato avaro, e una scelta ci ha messo in serie difficoltà. La letteratura offre tanti nomi che hanno avvinto, commosso, intrigato, appassionato, lasciando in ogni lettore ricordo indelebile e nel panorama letterario segno importante. E, tra questi…

Grazia Deledda

Desideriamo cominciare con Grazia Deledda, poiché fu la prima donna italiana (e fino a ora unica) vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura (1926).

Nata a Nuoro nel 1871 da una famiglia colta e benestante ma sfortunata nel tempo, studiò da autodidatta e mostrò subito un grande talento letterario. Già nel 1888 furono pubblicati alcuni suoi racconti e un romanzo a puntate, e fu soltanto l’inizio.

Morì di tumore al seno a quasi dieci anni dal premio (1926), lasciandoci numerosi scritti impregnati di sentimenti intensi, quasi selvaggi così come l’isola in cui li ambienta. Ve ne proponiamo tre.

  • La via del male, (1896), che rimase in lavorazione per quasi vent’anni, offre i temi cari all’autrice: passioni violente dettate dall’odio o dall’amore, la natura e le tradizioni isolane, la giustizia che muta di senso davanti alle debolezze degli uomini.
  • Cenere, romanzo del 1904 sul disonore e la colpa, sul giudizio morale della comunità in grado di far compiere scelte che non sempre si rivelano felici, bensì portatrici di un prezzo troppo alto da pagare.
  • Canne al vento (1913), dove appare una Sardegna primordiale, povera (che eppure già procede verso il progresso), superstiziosa, con una visione chiusa dell’onore in nome del quale tutto si compie. Il titolo funge da metafora: siamo noi, gli uomini, canne piegate dal vento degli eventi. Romanzo conosciuto in tutto il mondo.

Lalla Romano

Graziella Romano, nota come Lalla, è considerata una delle grandi scrittrici italiane del ‘900. E pensare che inizialmente era attratta da ben altra arte: la pittura! Penna incoraggiata da Montale, si dimostrò ammaliante sia con la prosa che con i versi.

Vincitrice del Premio Strega nel 1969, basa la sua scrittura su temi cari ai lettori: il senso della memoria, l’importanza della verità, i rapporti interpersonali, il legame tra vita e letteratura. Nata nel 1906, ci ha lasciati nel 2001 oramai cieca ma ancora propensa a produrre nonostante la menomazione.

  • Le metamorfosi. Rappresenta la sua prima pubblicazione in prosa (1951) e pare quasi un gioco: cinque personaggi e altrettanti sogni da approfondire, sviscerare, tentare di tradurre. Allegorie, significati reconditi, simbolismi, miti e leggende. Tutti strumenti necessari a darci la chiave dei nostri stessi personali enigmi privati. Un libro interessante, originale, quasi un esperimento ma di certo ben riuscito.
  • Le parole tra noi leggere. Con questo libro che l’autrice si aggiudica il Premio Strega. La prima edizione fu pubblicata nel 1969 e il titolo è “rubato” da una frase di Montale. Una difficile storia tra madre e figlio: due generazioni, due differenti visioni della vita. Ne scaturiscono naturali incomprensioni e conflitti nei quali forse molti di noi si riconosceranno.
  • Nei mari estremi. Premio Grinzane Cavour, pubblicato nel 1987, narra di una storia d’amore, di comunione e di mutilazione: quella fra l’autrice e il suo amato marito Innocenzo Monti, interrotta dalla morte di lui. Amare qualcuno e poi accompagnarlo durante una malattia che non dà scampo in attesa della fine; è dolore che annienta, spaventa ma che conferisce forza a chi deve compiere un simile viaggio senza ritorno. La forza di affrontare ogni giorno cercando di cogliervi qualcosa che non siano solo lacrime.

Alda Merini

Nata nel 1931 e morta nel 2009, Alda Merini può essere definita una delle grandi scrittrici italiane più tormentata, e non solo tra questo ristrettissimo elenco. Una vita non facile, la propensione all’isolamento, un carattere malinconico e una grande sensibilità, emergono nei suoi meravigliosi scritti, sia in prosa che in versi.

  • La terra Santa, nasce nel 1979 dalla sua terribile esperienza in manicomio, e viene pubblicato nel 1984. Si tratta di una raccolta di 40 poesie che sovrappongono la terra promessa al manicomio, avvolgendoci con la vicenda umana dell’autrice che si fa densa e indimenticabile anche per il lettore.
  • L’altra verità. Diario di una diversa, regala altrettanta intensità ma in prosa; un testo scritto sotto forma di diario e di lettere. Contiene anche qualche verso e il tutto rappresenta un’autobiografia pubblicata nel 1986. Considerata non tanto una testimonianza quanto la descrizione di uno spazio in cui la sua anima si è mossa, mostrata ed è stata mutilata.
  • Un’anima indocile. A proposito di anima, questa è un’opera che contiene racconti brevi, pagine di diario e poesie pubblicata per la prima volta nel 1996, in cui l’autrice mostra e dimostra che la poesia non può essere soltanto parola nata dall’interno del proprio dolore, bensì la si deve scovare anche all’esterno, laddove tanta ce n’è ancora, a dispetto di tutto.

Oriana Fallaci

Scrittrice e giornalista (1929-2006), vanta con i suoi dodici libri ben venti milioni di copie vendute in tutto il mondo.

Di storie da raccontare ne aveva davvero tante poiché la sua vita ne racchiudeva d’ogni genere: fin dall’adolescenza, per esempio, fu un attivista durante la guerra, e ciò le fece conseguire a soli quattordici anni (nel 1943) un riconoscimento d’onore dell’Esercito Italiano. Tanti altri riconoscimenti ottenne in seguito grazie alla sua penna e vi sono anche suoi libri pubblicati postumi, ma noi citiamo tre titoli che abbiamo apprezzato particolarmente.

  • Se il sole muore. Pubblicato nel 1965, è un reportage che vede l’autrice condividere con gli astronauti la preparazione di una missione spaziale. Li intervista per approfondire non solo l’importanza del viaggio che li aspetta, ma anche per conoscere più intimamente gli uomini che segneranno la storia di una evoluzione tecnologica, di un futuro alle porte, del cambiamento.
  • Niente e così sia. Si tratta di un saggio sulla guerra in Vietnam scaturito dalla sua presenza per un anno intero proprio sul luogo, nel 1967. Scritto sotto forma di diario, nasce per l’intento di rispondere alla domanda di sua sorellina: la vita cos’è? Domanda difficile, soprattutto se si cerca la risposta in un campo di battaglia dove è vitale uccidere il nemico e i morti non si contano più. Efficace forma di inchiesta, vincitrice del Premio Bancarella 1970.
  • Un uomo. Pubblicato nel 1979, narra la storia di Alekos Pangulis, eroe della lotta contro la dittatura in Grecia. Panagulis fu il compagno della Fallaci, una storia forte e intensa nata in occasione di una intervista dell’autrice al grande uomo che si battè fino alla morte per il suo ideale di libertà. Un libro avvincente e dialaniante.

Romana Petri

Terminiamo la nostra breve carrellata di grandi scrittrici italiane con la contemporanea Romana Petri, classe 1965, Collabora con testate giornalistiche importanti, è una scrittrice, critica letteraria e traduttrice. Una penna degna di nota, diretta e potente, che si è aggiudicata innumerevoli e prestigiosi premi e vive tra Roma e Lisbona, paesi in cui dà vita ai suoi sempre incisivi libri. Tra questi, vi suggeriamo per primo quello dedicato a suo padre, il basso Mario Petri.

  • Le serenate del ciclone. Edito da Neri Pozza nel 2015, rappresenta una biografia romanzata dell’attore e cantante lirico Mario Petri (1922-1985), coinvolgente al punto da farcelo amare come se lo avessimo conosciuto. Una vita di successo, vulnerabilità, benessere economico e cadute, di incontri giusti che rappresentano valori aggiunti al vivere, e sbagliati che feriscono, mutilano, tradiscono.
  • Il mio cane del Klondike. Quanto si può amare un cane? E quanto lui può amare noi? Ce lo racconta l’autrice, coinvolgendoci nella storia di Osac, un essere ribelle, indomabile, suscettibile, ma dall’animo ferito e puro. Il trauma dell’abbandono non si dimentica mai e può affiorare in modi non facili da tradurre e comprendere per l’uomo.
  • Pranzi di famiglia. È una storia ambientata in una famiglia di Lisbona. I sentimenti e i legami di sangue sono i veri protagonisti della storia, che ci mostra la vita e i problemi di tre fratelli. Così come in ogni dinamica familiare che si rispetti, ci addentreremo nel bene e nel male in situazioni che mettono alla prova, spingono i più deboli a fuggire e lasciano emergere la forza a volte inaspettata di chi sa restare.

Foto | Grazia Deledda ritratta da Plinio Nomellini [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

Susanna Trossero

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