Vera Brittain

Vera Brittain: una vita tra le macerie della guerra e la lotta per la pace

La sua fama è stata rinverdita dall’uscita in quasi tutto il mondo di Testament of Youth, il film ispirato alla sua celebre autobiografia Generazione perduta, pubblicata per la prima volta nel 1933 con così grande successo da far scrivere a Virginia Woolf, che di libri certo se ne intendeva: “Sono stata sveglia l’intera notte per leggerlo”.

Vera Brittain, una vita tra guerra e pacifismo

Del resto non vi è dubbio che ci troviamo di fronte a un resoconto toccante e sincero degli anni della prima guerra mondiale, preceduto solo da un breve preludio dove tutto sembrava arridere a quei giovani che proprio allora iniziavano a vivere il loro futuro. Futuro che vide Vera Brittain (1893-1970) prima frequentare l’università di Oxford (una vera rarità per le donne di quel tempo), poi partire come infermiera volontaria per il fronte. Un’esperienza che non solo la mise a durissima prova, ma la lasciò anche sola e sgomenta di fronte alla perdita sia del fidanzato Roland che dell’amatissimo fratello Edward, morto sul fronte austro-italiano solo pochi mesi prima della fine del conflitto.

Il prezzo della guerra

Un rapporto, il loro, strettissimo, esclusivo, tanto da far spargere le proprie ceneri sulla sua tomba nel cimitero di Granezza sull’altipiano di Asiago. Le sue parole a questo proposito sono dolorosissime e non lasciano dubbi sulla profondità di quel legame: “Per quasi cinquant’anni buona parte del mio cuore è stato nel cimitero di quel piccolo villaggio italiano”.

Perdite, dunque, che la segnarono in profondità e alimentarono ulteriormente il suo innato pacifismo. Convogliò, così, buona parte delle sue energie nel tentativo di salvaguardare la pace. Di allontanare il più possibile la minaccia di una nuova guerra, tenendo comizi in giro per tutta la Gran Bretagna e parlando a nome della Società delle Nazioni. Proprio mentre andava a una di queste conferenze in una buia notte di novembre, Vera Brittain cadde in una strada male illuminata di Londra, riportando una serie di fratture che diedero il la a un progressivo declino fisico e mentale. La scrittrice si spense, infatti, nel 1970, quattro anni dopo quello sfortunatissimo incidente che imponderabilmente aveva segnato l’inizio della sua fine.

Foto | Noelbabar, Public domain, da Wikimedia Commons

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Giorgio Podestà

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