Letteratura cavalleresca: miniatura medievale dal romanzo Yvain, il cavaliere del leone di Chrétien de Troyes.

Letteratura cavalleresca: origini e caratteristiche

Con il termine di letteratura cavalleresca si intende un insieme di poemi che parlano delle gesta dei cavalieri medievali. Non è un sinonimo di letteratura epica, in quanto nella letteratura cavalleresca oltre ai toni dell’epica possiamo trovare anche toni satirici, oltre al fatto che ci sono interventi in prima persona dell’autore e vengono descritte parecchie tipologie di azione.

Caratteristiche della letteratura cavalleresca

Tutto ruota intorno alla figura del cavaliere, personaggio che difende i deboli, gli indifesi e la Chiesa. È un uomo coraggioso, forte e pieno di onore che mette a rischio la propria vita a tutela del Bene. Tuttavia col trascorrere degli anni l’immagine del cavaliere senza macchia e senza paura verrà traviata. Si inizierà a interessarsi anche delle ricchezze e dei beni materiali, perdendo un po’ di nobiltà. Questa trasformazione si nota anche nel campo della letteratura. I primi poemi cavallereschi vedono un cavaliere pronto a perdere la vita pur di difendere i suoi ideali, mentre col passare del tempo questa figura sarà poco a poco svilita fino ad arrivare al poema eroicomico dove il cavaliere viene preso in giro e beffeggiato (un esempio è Don Chisciotte della Mancia di Cervantes).

La letteratura cavalleresca vede la Francia al centro delle sue origini: l’emergere della nobiltà feudale, l’inserimento del cristianesimo nel mondo politico e la rinascita dell’amore cortese furono la spunta che diede vita alla letteratura cavalleresca. Furono due le tematiche principali: quella della guerra nel Ciclo Carolingio e quella dell’amore nel Ciclo Bretone. Nel primo caso si parla delle gesta dei paladini di Carlo Magno e la sua opera più famosa è la Chanson de Roland. Nel secondo caso, invece, abbiamo opere più avventurose e romanzesche con la celebrazione di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda.

Dalla letteratura cavalleresca al romanzo cortese

Come naturale fusione di questi generi nacque poi il romanzo cortese. In pratica mescola i temi dei due precedenti generi, ma ci si concentra di più sulla tematica amorosa.

Mentre le canzoni di gesta venivano tramandate oralmente, i romanzi cavallereschi venivano trascritti e scritti da chierici e venivano poi narrati di fronte a dame e cavalieri. La società cortese qui descritta era decisamente più idealizzata rispetto alla realtà. Nel Nord della Francia l’amor cortese veniva espresso maggiormente tramite la narrativa dei romanzi in lingua d’oil, mentre nel sud della Francia si espresse di più sotto forma di poesia nella lingua d’oc.

Come caratteristiche questi romanzi cortesi avevano l’amor cortese come ruolo principale; si narrano gesta epiche lontane da casa in luoghi fantastici popolati di strane creature; non ci sono riferimenti storici precisi, si tende di più ad usare le leggende; le storie erano aperte, potevano continuare all’infinito; presenza di colpi di scena e di parecchia azione; utilizzo dell’ottonario a rima baciata. Autore molto noto nel panorama del romanzo cortese cavalleresco è Chrétien de Troyes.

La letteratura cavalleresca in Italia

In Italia il tutto si diffuse in Veneto grazie ai giullari, con traduzioni franco-venete. Poi le leggende francesi arrivarono anche in Toscana fra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento assumendo la forma del Cantare, una narrazione in versi in ottave di rima che venivano narrate dai cantastorie accompagnandosi con musica e semplici scenografie. Poi grazie all’Umanesimo questa forma si trasformò nel poema cavalleresco destinato alle corti dei nobili. Fra le opere principali in Italia ricordiamo l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto (una sorta di continuazione dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo) e la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.

Foto | WikiCommons

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