Basta poco per comprendere il fascino vulcanico di Francesco Algarotti (1712-1764). Una personalità mossa, eclettica, pronta a misurarsi, sostenuta come era da irrefrenabili slanci di acume e intelligenza, con ogni campo del sapere umano. Dalla filosofia al collezionismo d’arte, dalla poesia alla politica, la figura del conte veneziano spicca e appunta su di sé in un secolo tutto illuminato (siamo in pieno Settecento) lo sguardo ammirato di Imperatori, filosofi, personalità di primo piano del mondo dell’arte e delle lettere. Di lui si innamorarono invariabilmente uomini e donne di alto lignaggio (celebre e scandaloso il triangolo con il politico inglese John Hervey e Lady Montagu). Sussurrato, ma ormai certo, anche il suo legame d’amore con Federico il Grande di Prussia per cui fu anche ambasciatore alla corte di Torino.
Tra vita mondana e culturale
Una vita quella di Francesco Algarotti intensa, itinerante, spesa tra le grandi capitali d’Europa, da Parigi a Londra, da San Pietroburgo a Roma. Un uomo non solo di mondo, ma che a soli venticinque anni seppe dare prova di una mente filosofica non comune, pubblicando un’opera come il Newtonianismo per le dame, saggio che suscitò l’interesse e l’ammirazione anche di Voltaire (non per nulla il filosofo francese per anni lo chiamò amichevolmente “il mio caro Cigno di Padova”).
L’Algarotti ritornò in pianta stabile in Italia solo dopo il 1753, vivendo tra Venezia, Bologna e Pisa. Fu proprio nella città toscana che il celebre saggista si spense per la tubercolosi a soli cinquantatré anni, assistito fino alla fine dall’amico prediletto Mauro Antonio Tesi, da lui affettuosamente chiamato Maurino.
Alcune citazioni di Francesco Algarotti
Qui di seguito, per saggiarne intelligenza e ironia, alcune delle sue più celebri citazioni:
- A ogni poeta mediocre vengono talvolta fatti alcuni buoni versi.
- Buona parte della felicità nostra sta nella distrazione da noi medesimi.
- Gli epigrammisti in poesia sono come i fioristi in pittura.
- L’uomo non pensa mai all’avvenire se non quando li dà noia il presente.
- La critica è venefica, e benefica.
- La donna non pone tanto studio nel vestirsi se non perché l’uomo vi è meglio desideri di vederla spogliata.
- La falsa letteratura è peggiore assai dell’ignoranza. Meglio è non si muover di luogo che far cammino e aver smarrito la via.
- La gelosia ha da entrar nell’amore, come nelle vivande la noce moscata. Ci ha da essere, ma non si ha da sentire.
- La ignoranza dell’uno è la misura della scienza dell’altro.
- Molti vanno a Parigi e pochi ci sono stati.
- Quel poeta che non saprà che la lingua volgare non sarà che un poeta volgare.
- Sotto alle più belle azioni ci è la vanità, come sotto a’ più bei ricami ci è lo spago.
Foto | Jean-Étienne Liotard [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
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