L'uomo è un grande fagiano nel mondo

L’uomo è un grande fagiano nel mondo, allegoria dell’impotenza umana

Ci sono romanzi che si divorano. Altri che – seppur densi di significato – ci affaticano e tardano ad arrivarci dentro. Così può accadere con L’uomo è un grande fagiano nel mondo, scritto dal premio Nobel per la letteratura 2009 Herta Müller, e pubblicato in Italia da Feltrinelli.

L’autrice tedesca, nata in Romania, affronta un tema a lei caro, ovvero il terribile peso – sull’uomo – della dittatura, della violazione dei diritti, dell’annientamento della dignità, delle speranze. Lo fa raccontando la storia del mugnaio Windisch, il quale vive in un piccolo villaggio della minoranza tedesca in Romania, durante il regime di Ceaușescu.

L’uomo è un grande fagiano nel mondo

L’uomo desidera emigrare in Germania, con moglie e figlia, e spera che tanti sacchi di farina regalati alle persone giuste lo aiutino a realizzare questo progetto di vita. Tuttavia, la farina in cambio dei passaporti non si rivelerà la giusta merce di scambio, e sarà ben altro che il mugnaio dovrà offrire o accettare di cedere, suo malgrado, dopo tanta inutile attesa.

I capitoli della storia, tradotta per l’Italia da Margherita Carbonaro, potrebbero sembrare un insieme di fotografie collocate ad arte in un album. Non a caso, no! Con ordine, perché non se ne perda il collegamento tra loro. Eppure queste foto, tradotte in parole, divengono luce a intermittenza. La voce narrante è secca, il breve periodare rende il ritmo sincopato e lo mantiene per tutto il romanzo, che appare scarno e privo di emozioni.

Le vie strette, l’odore della zuppa, la terra che sporca, la nebbia, gli alberi da frutta, il grosso gallo cieco, il guardiano notturno e il gufo onnipresente, fungono da contorno nel tempo dell’attesa. Perché è di attesa che si racconta: quella che, una volta terminata, conduce verso la libertà. E se leggendo ci rendiamo conto che il tempo è fermo là, dentro quella speranza, ci è difficile viverla e farla nostra – così come sempre accade quando un libro ci coinvolge – per via della scelta dell’autrice d’essere avara di parole.

Un libro molto difficile da leggere, nondimeno ricco di metafore importanti come quella del fagiano citato nel titolo. Un simbolo, un uccello che per crudeltà della natura ha ali troppo pesanti per volare… Così come l’uomo, impedito dalla pesantezza della vita, dalle circostanze, dal momento storico che lo annienta incatenandolo “a terra”.

Le nostre impressioni sul romanzo di Herta Müller

Aspetti positivi del romanzo L’uomo è un grande fagiano nel mondo sono, senza dubbio, il tema trattato, l’attesa e la speranza di un domani che ci restituisca la vita, le metafore nascoste qua e là tra le righe

Tuttavia il ritmo sincopato, che non varia per tutto il romanzo, affatica e impedisce alla storia di raggiungerci del tutto. L’autrice usa un linguaggio scarno, povero. La voce narrante è secca: uno stile che non favorisce il coinvolgimento.

Il libro

Herta Müller
L’uomo è un grande fagiano nel mondo
traduzione di Margherita Carbonaro
Feltrinelli, 2014

Susanna Trossero

Avatar Susanna Trossero

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.