Ricordi dormienti di Patrick Modiano riporta a noi lettori l’atmosfera che l’autore predilige, quella legata al passato che mai passa del tutto, e che lascia un’impronta indelebile nella memoria.
Basta un attimo, un colore, un suono, un profumo: percezioni capaci di riavvolgere la bobina e tutto riparte dal punto esatto in cui si era fermato.
Perché nulla si ferma davvero nelle storie di Modiano, bensì riposa all’interno di ogni suo personaggio, in attesa d’essere destato.
Ridestare i ricordi dormienti
I ricordi dormienti non hanno bisogno di grandi eventi per essere risvegliati: in questo caso si tratta di un libro presente in una delle tante bancarelle lungo la Senna, il cui titolo trascina Jean – il protagonista – in quell’altrove di cui neppure aveva più coscienza.
Ed eccolo respirare la Parigi della giovinezza, un’epoca meravigliosa tuttavia attraversata non soltanto da leggerezza o incoscienza.
Le speranze ancora vive
«Il momento della giornata che preferivo era tra le sei e le otto e mezza del mattino, d’inverno a Parigi quando faceva ancora buio. Una tregua prima dello spuntare del giorno. Il tempo era sospeso e ti sentivi più leggero del solito».
Frequentare i caffè a quell’ora era per Jean far parte di una scenografia suggestiva, scenografia sostituita nel tempo – dopo gli anni ’60 Parigi ha subito significative trasformazioni dal punto di vista urbanistico – ma impressa nel presente. Un’atmosfera degna del giusto incontro perché «finché faceva ancora buio tutte le speranze erano vive».
Jean e Geneviève
Nella Parigi di quel tempo, prima che edifici che la caratterizzavano venissero demoliti per lasciar spazio alla modernità, Jean incontra Geneviève ad ogni alba per parlare di libri, di esoterismo, di strani personaggi come la dottoressa Peraud, della quale non riveliamo altro poiché sarà la sua presenza a rivestire di inquietudine una storia apparentemente soltanto nostalgica.
Ma, a proposito di riflessioni sul tempo andato, ve ne sono in questo libro anche altre che scavano molto più indietro, con escursioni nell’adolescenza.
La fuga come stile di vita
«Fin dagli undici anni, le fughe hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia vita» racconta il protagonista. E aggiunge:
«Oggi provo un certo rimorso. Benché io non sia molto incline all’introspezione, vorrei capire perché la fuga fosse, in qualche modo, il mio stile di vita. E la cosa è andata avanti parecchio, direi fino ai ventidue anni. Chissà se era paragonabile a una di quelle malattie infantili dai nomi strani: pertosse, varicella, scarlattina?».
Ricordi dormienti sta a Patrick Modiano come i suoi libri precedenti stanno al suo bisogno di rivivere il passato.
Abbiamo recensito altri suoi testi che – uniti a questo – paiono episodi di uno stesso lavoro, e rappresentano un viaggio tra i ricordi in realtà mai davvero dormienti. Lui non fugge, non fuggono i suoi personaggi, ma è evidente che forse, a volte, lo vorrebbero.
I ricordi: scardinanti o avvolgenti
In fondo, la fuga rappresenta uno stile di vita per tutti noi, restando in tema di ricordi. Capaci di sostenere situazioni estremamente a rischio, possiamo facilmente crollare di fronte a un ricordo inopportuno che fa capolino nel nostro presente, non è vero? Facile, rievocarne alcuni dal niente, magari mentre sfogliamo un vecchio album di fotografie o ascoltiamo una vecchia canzone. E, con essi, arrivano dapprima le sensazioni e poi le emozioni, a volte così impetuose da far vacillare.
Meglio fuggire, a volte, lasciarli dormire…
Un tassello mancante
Modiano, Premio Nobel per la Letteratura 2014, è proprio questo che vuole dirci da molto tempo.
Non sappiamo quanto ci sia di suo in questo suo testo (pubblicato da Einaudi) così come in altri, ma l’impressione che resta dopo averli letti e che quella mescolanza tra autobiografia e romanzo, malinconia e mistero, rappresenti più una sua necessità che un’offerta al lettore.
Necessità che all’ultima pagina ci dà l’impressione di qualcosa rimasto in sospeso, dell’altro da dire che non è stato detto, forse un tassello mancante che apparirà nel prossimo libro.
Il libro
Patrick Modiano
Ricordi dormienti
traduzione di Emanuelle Caillat
Einaudi, 2018
Score
Il nostro voto
Per chi ama la lettura lenta
Conclusione : Una scrittura mai incerta, curata, uno stile spesso poetico. Suggestive le immagini di Parigi, così ben descritta e mai in modo banale. Ci appare in malinconiche cartoline ingiallite capaci di coinvolgerci nel viaggio a ritroso.