Torino. Ottobre 2008.
Torino Nouvelle Vague
All’Hotel a cinque stelle Duc d’Aoste et de Chambéry soggiornano molte delle personalità ospiti del festival cinematografico della Nouvelle Vague, soprattutto registi, attori e relativi accompagnatori.
Il sabato sera al Museo del Cinema si svolge proprio la splendente sfarzosa Nuit Blanche, premi e discorsi importanti.
Quando tutti insieme tornano in albergo viene assassinata Alma Sofi Jensen Falk, famosa attrice francese 68enne, nata in Svezia e con cittadinanza italiana, da tutti conosciuta come Sophie Alma.
Il suo primo marito era stato l’immenso anziano Jean-Simon Leclercq, occhiali dalla montatura di celluloide nera e pochi capelli grigi pettinati in tutte le direzioni, anche lui presente con la nuova compagna.
Arrivano i poliziotti. Il cadavere si trova nell’ampia stanza all’ultimo piano. Medico legale e scientifica compiono le iniziali verifiche. Prima dell’alba prende in mano la situazione il commissario Mauro Ferrando, i giornalisti non sono ancora arrivati ma non tarderanno.
Cercando nel giardino sotto le finestre del ristorante, Mauro trova la probabile arma del delitto: la statuetta consegnata poche ore prima dal festival all’attrice. La domenica mattina presto va a Palazzo di Giustizia per parlare con il Procuratore, che assegna il caso al più caro amico e coetaneo di Mauro, il 36enne pm Erasmo ‘Rasmo Mancini, da luglio tornato a vivere e lavorare a Torino (dopo otto anni a Roma con la moglie), ormai consensualmente separato e capace il mese prima (in ferie) di risolvere comunque due rapimenti di minori e un omicidio (oltre che di scrivere un libro), appassionato di cinema e indefesso lavoratore.
Anche Mancini era andato alla Notte Bianca, per accompagnare la giovane traduttrice (dal e verso cinese e giapponese) Marina Cattani. Aveva pure fuggevolmente incontrato l’uccisa sul belvedere che sorregge la guglia della Mole Antonelliana. È tutto un programma… tanto più che molti sono convinti che il colpevole sia Leclerq.
L’omaggio di Franco Ricciardiello a Jean-Luc Godard
L’ottimo poliedrico scrittore Franco Ricciardiello (Vercelli, 1961) voleva realizzare un omaggio a Jean-Luc Godard (1930) e non poteva certo sapere che sarebbe morto oggi, il 13 settembre, a pochi mesi dalla pubblicazione del suo bel romanzo, narrato in terza persona su Erasmo (alcune scene su Mauro, in parallelo, la soluzione spetterà a entrambi).
Leggere quest’avventura è un buon modo no fiction per ricordare il grande réalisateur de cinéma.
Stile e struttura di Torino Nouvelle Vague
I titoli dei quindici capitoli riprendono i titoli dei film da lui diretti, da À bout de souffle a Un film comme les autres. Poi l’indagine impone di vedere o fa tornare alla memoria innumerevoli sue scene, raccontate con cura e precisione.
I dialoghi spesso surreali fra i protagonisti e il regista sono in linea con i personaggi creati nella relativa cinematografia (Mancini era vissuto a Parigi e parla bene francese, meno l’inglese).
Ovviamente Leclerq è Godard. Praticamente ogni straordinaria risposta agli interrogatori più o meno formali è tratta da sue interviste e dichiarazioni.
Del resto, quasi a metà romanzo, il regista sceglie di confessare l’omicidio, pur se il pm capisce subito che non è vero. Lui invece è l’affascinante protagonista della fiction.
Se può, va elegante e comodo in bicicletta, evita i giornalisti e le telecamere, non beve alcolici, scrive di musica, non ha un televisore, l’aspetto spicca oltremodo.
Lo stile investigativo di Leclerq/Godard
Ogni donna gli sorride e lo brama, molte e belle lo insidiano. Il suo metodo investigativo è accumulare quante più informazioni possibili, tentare collegamenti incrociati e aumentare le probabilità di incappare nell’indizio casuale che può aiutare.
Così studia eventuali casi analoghi di femminicidi o violenze da parte di gente famosa (e li rileggiamo con lui) e non gli sfugge che c’è stato anche l’annegamento nel Po di un uomo con fisionomia scandinava o svedese. Erasmo è attratto da Marina e vivono da settimane una storia segreta (vegetariana), hanno fatto il patto di non nascondersi mai nulla, ma anche lei piace e deve pure testimoniare in un processo nel quale lui sostiene l’accusa da pubblico ministero, non si potrebbe. Inoltre, Mancini è davvero assorbito dal lavoro, come Ferrando soffrono di terrore del vuoto e di alta febbre del fare.
Una giornalista intraprendente si ubriaca col Beaujolais, Erasmo ricomincia a gustare il bicerin col cioccolato fondente. Musiche tante e ben scelte, anche se la soluzione sta negli Abba.
Il libro
Franco Ricciardiello
Torino Nouvelle Vague
Todaro, 2022
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