Europa. Da milioni di anni. Le prime impronte di forme umane fuori dall’Africa risalgono a quasi due milioni di anni fa. Da almeno un milione Homo heidelbergensis cammina anche in Asia e in Europa. Da oltre 300 mila anni in Europa sopravvivono e si riproducono anche i Neandertal, i Sapiens da quasi 50 mila anni.
Nessuno può dire con sicurezza cosa sia successo nel periodo in cui si dividevano lo stesso continente quelle due specie umane (accanto ad altre): i Neandertal e i nostri antenati (di entrambe vi è da allora traccia nel genoma dei residenti europei), a volte così vicini da potersi guardare da versanti opposti di una valle.
Circa 40 mila anni fa siamo rimasti soli.
Europei senza se e senza ma
Nella migliore delle ipotesi gli “altri” si sono estinti non per volontaria causa nostra, nella peggiore li abbiamo spinti noi a estinguersi (più o meno direttamente).
A quel tempo gli immigrati eravamo tutti noi: gli europei di una volta oggi non ci sono più. Prima e dopo di noi il clima è cambiato più e più volte nel continente a nord del Mediterraneo.
I Neandertal, per esempio, hanno attraversato due grandi ere glaciali, Riss e Würm: seppero abituarsi a stare al ghiacciato, all’arso e in cangianti situazioni differenti.
Vale davvero la pena di conoscerli più da vicino, non così diversi da noi, all’aperto e a tavola, con le loro tecnologie musiche parole bigiotterie cosmesi.
Un certo strabismo è opportuno, si può e si deve apprezzare la loro unicità, tanto più che nelle nostre cellule sapiens abbiamo scoperto tracce leggibili delle migrazioni e delle genealogie delle specie precedenti e, soprattutto, noi europei (tutti neri fino a circa 10 mila anni fa) di quelle neandertal. Da qualunque fattore dipenda la nostra facoltà del linguaggio, questo si è evoluto in qualche antenato comune. Se l’uomo è animale parlante, i neandertaliani non erano meno uomini di noi.
L’importante saggio di Guido Barbujani
Il grande scienziato genetista Guido Barbujani (Adria, Rovigo, 1955) ha insegnato a New York e Londra, a Padova e Bologna, ora a Ferrara; da 45 anni studia e lavora pure sperimentalmente sul DNA; con chiarezza e completezza prova a tradurre la genetica delle popolazioni europee per noi principianti concittadini.
Struttura e contenuto di Europei senza se e senza ma
Il volume uscì con successo 13 anni fa e viene ripubblicato ora in edizione economica. Il fatto è che non è bastato dargli una sistemata; sono cambiati sia i dati scientifici che il contesto europeo (da ultimo con la Brexit); l’autore ha finito per aggiornarlo in larga parte e proprio per riscriverne tre quarti.
La struttura è restata la stessa, ma datazioni teorie ipotesi citazioni esempi approfondimenti hanno dovuto tener conto dell’accelerata evoluzione degli studi.
La sostanza viene ampiamente confermata: da milioni di anni siamo in continuo spostamento di qua e di là; è essenziale continuare a ricostruire queste migrazioni e i fenomeni per cui certe popolazioni si sono fuse con altre; nessun popolo ha mai avuto radici pure e univoche; i “veri” europei ci sono forse stati ed erano i neandertaliani, estintisi in seguito a un fenomeno migratorio (sapiens) dall’Africa; non c’è più, da nessuna parte da millenni (e anche qui ora), qualcuno che si possa chiamare veramente europeo, senza se e senza ma.
Mancano purtroppo ancora una riflessione collettiva e una discussione teorica multidisciplinare sul significato antico e moderno del migrare (assente anche nel piccolo glossario finale), sui differenti concetti storici e geografici di emigrazione e immigrazione (più usato il secondo per motivi contingenti, per quanto condivisibili), sui gradi animali e specificamente umani di necessità e libertà nel cambiare stabilmente (o stagionalmente) residenza in relazione alle altre specie e agli ecosistemi (mutevoli climaticamente).
Il libro
Guido Barbujani
Europei senza se e senza ma. Storie di neandertaliani e di immigrati
Bompiani, 2021 (nuova edizione, prima ed. 2008)
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