Ne Il complice di Joseph Kanon ci troviamo nel 1962. Max Weill, un sopravvissuto all’Olocausto e ora cacciatore di nazisti, si trova al tavolino di un bar ad Amburgo insieme al nipote Aaron Wiley. Max ha trascorso tutta la vita a cercare le tracce dei nazisti nascosti in ogni parte del mondo. Adesso è anziano e sa che non gli rimarrà molto da vivere. Per questo motivo sta cercando di convincere il titubante Aaron, agente non operativo del governo americano, a continuare la sua opera.
Mentre i due stanno parlando Max si ferma all’improvviso: ha riconosciuto in un uomo che passava lì vicino Otto Scheramm, medico nazista e suo ex compagno di studi all’università. Era stato Otto, all’epoca dell’Olocausto, a mandare il figlio di Max nelle camere a gas.
Il cuore dell’uomo non regge e Max si accascia preda di un infarto, ma non prima di aver chiesto ad Aaron di dare la caccia a Otto, utilizzando tutti i suoi dossier e contatti.
Così Aaron non ha scelta. Deve andare da solo nel Paese dove Otto si è rifugiato cambiando cognome a lui e alla figlia Hanna, trovarlo e cercare di consegnarlo alla giustizia. La missione si rivelerà ancora più complicata del previsto: Aaron dovrà destreggiarsi fra la CIA e gli israeliani, ciascuno intenzionato ad ottenere qualcosa da Otto. E Hanna scombussolerà ancora di più i piani di Aaron.
Il complice, tra spy story e romanzo d’amore

Nel romanzo Il complice la storia può essere suddivisa in due parti che si intersecano fra di loro. Dopo il lungo preambolo iniziale volto a dare il via alla trama vera e propria, da una parte abbiamo la spy story vera e propria con la ricerca di Otto e gli intrighi di tutte le parti coinvolte, con Aaron che si trova a fare i salti mortali per perseguire il suo ideale di giustizia. Dall’altra abbiamo l’imprevista love story che unirà Aaron e Hanna.
Pur fra qualche attimo di confusione qua e là (in alcuni paragrafi non si riesce a capire bene chi stia parlando), la storia prosegue verso il suo inesorabile finale che non porterà pace e tranquillità ai nostri protagonisti, ma che avrà una svolta imprevedibile. Non mancheranno appostamenti, ricerche, pedinamenti. Tutti gli elementi classici dei thriller spionistici, insomma.
Curiosamente, nonostante il protagonista sia Aaron, bisogna dire che in realtà lui si trova più che altro ad agire trascinato dagli eventi: ogni imprevisto lo costringe a modificare sul momento i propri piani. A decidere veramente come andrà a finire la vicenda sarà, invece, Hanna.
Il complice è una buona spy story che, grazie anche l’argomento di base (il Nazismo con tutte le sue conseguenze), vi farà riflettere non poco.
Il libro
Joseph Kanon
Il complice
traduzione di Nello Giugliano
Newton Comtpon, 2020
Score
Il nostro voto
Una buona spy story
Conclusione : Interessanti le scene d'azione come anche il far riflettere su questioni legate al Nazismo e alle sue conseguenze spesso ignorate. Tuttavia alcuni passaggi sono un po' confusi e non ci piace la rapidità con cui si instaura la love story.