William S. Burroughs

William S. Burroughs si vive, non si spiega

Nasceva il 5 febbraio 1914, William Seward Burroughs – più comunemente noto come William S. Burroughs –, scrittore statunitense eclettico, studioso di antropologia. Con gli amici Allen Ginsberg (con cui ebbe una relazione) e Jack Kerouac diede vita alla Beat Generation.

Gli scritti di William S. Burroughs

La sua vita la definiremmo degna di un romanzo (uccise sua moglie mentre tentava un esperimento alla Guglielmo Tell). Furono le sue esperienze con la droga, la morte, i viaggi ad alimentare i libri che lo resero famoso: La scimmia sulla schiena (1953) e Pasto nudo (1958).

La scimmia sulla schiena

Consumatore abituale di droghe, sin da giovanissimo, in La scimmia sulla schiena, edito in Italia da Rizzoli, osservò lucidamente, da studioso e sperimentatore, la sua dipendenza e i suoi tentativi di sottrarsi a essa. La scimmia non è altro che il dolore che riprende il sopravvento sul corpo allo sparire degli effetti delle droghe. Il romanzo, lucido, scarno, cruento, fece scalpore ed è ancora oggi un testo duro, per stomaci forti.

Pasto nudo

Considerato dallo stesso scrittore un romanzo minore, La scimmia sulla schiena, scritto in modo “tradizionale”, lascerà il posto al romanzo sperimentale Pasto Nudo. il più famoso dell’intera tetralogia composta da Burroughs e comprendente anche La macchina morbida (1961), Il biglietto che esplose (1962) e Nova Express (1964).

Sento sul collo il fiato caldo della Legge, li sento che fanno le loro mosse, piazzano pupe diaboliche come informatori e canticchiano davanti al cucchiaino e al contagocce che butto via alla fermata di Washington Square, salto un cancelletto girevole, scendo a precipizio due rampe di scale di ferro, prendo la metropolitana in direzione uptown… (incipit del Pasto nudo)

Pasto nudo resterà il libro più citato e più conosciuto di William S. Burroughs, nonostante le frasi frammentate, la struttura niente affatto lineare o scorrevole. La vita di Lee, il tossico protagonista della storia e alter ego dello scrittore, procede tra dipendenza, squallore, fobie. Attraverso il percorso e le esperienze di Lee, lo scrittore proseguirà non solo nella sua analisi della dipendenza (calcando la mano questa volta più sulle emozioni e i pensieri che sulle reazioni fisiche), ma anche sul rapporto che con droga e drogati ha la società americana.

Il romanzo, portato sullo schermo nel 1991 da David Cronemberg, suscita ancora oggi nei lettori reazioni controverse. C’è chi lo considera eccessivamente autoreferenziale e chiuso in se stesso. Chi, invece, vede in questo romanzo un capolavoro visionario.

Uno dei più bei commenti a questo romanzo è, a mio parere, quello di un utente di IBS che, controbattendo alle critiche precedenti, scrive:

Burroughs si vive, non si spiega.

Testo a cura di Mariantonietta Barbara
Foto | Origafoundation, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons

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