In napoletano l’estate è ‘a stagione, a indicarne il ruolo di primo piano che questo periodo occupa rispetto agli altri.
Stagione matura di frutti e di colori, di profumi che inebriano i sensi perdendo la freschezza primaverile senza rinunciare, però, alle note persistenti che si trasformano in sensazioni compiute e seducenti. Stagione di sole, ma singolarmente stagione di notti limpide e vellutate che forse più dei giorni infuocati si fanno ricordare.
Le più belle poesie per l’estate
L’estate e le poesie vanno d’accordo: molti poeti hanno scritto di estate e ci hanno lasciato versi che rendono più luminosa e bella questa stagione. Facciamo un excursus di alcune celebri poesie sull’estate.
Den Sutejo
Il nostro percorso tra le poesie per l’estate parte da lontano, con un haiku di Den Sutejo (1633-1698) che si domanda:
Vi sono scorciatoie
nel cielo,
luna d’estate?
Arthur Rimbaud
Più vicino a noi, nel tempo e nello spazio, Arthur Rimbaud (1854-1891) ci espone i suoi progetti per l’estate:
Nelle azzurre sere d’estate, me ne andrò per i sentieri,
graffiato dagli steli, sfiorando l’erba nuova:
trasognato, ne sentirò la frescura sotto i piedi,
e lascerò che il vento mi bagni la testa nuda.
Giovanni Pascoli
Giovanni Pascoli (1855-1912), dal canto suo, è come se fosse affacciato alla finestra a guardare chi passa durante l’estate:
Guardi chi passa nella grande estate:
la bicicletta tinnula, il gran carro
tondo di fieno, bimbi, uccelli, il frate
curvo, il ramarro.
Francis Thompson
Per il poeta inglese Francis Thompson (1859-1907) il papavero è il bacio che la bella stagione ha dato alla terra:
L’estate ha toccato con le labbra il seno della nuda terra.
E ha lasciato il segno rosso di un papavero.
Vincenzo Cardarelli
Vincenzo Cardarelli (1887-1959) trasforma in poesia le grandi sudate che si fanno nelle notti estive:
Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini,
dell’albe senza rumore –
ci si risveglia come in un acquario –
dei giorni identici, astrali,
stagione la meno dolente
d’oscuramenti e di crisi.
Salvatore Quasimodo
Che bella stagione sarebbe senza cicale? Salvatore Quasimodo (1901-1968) quasi vuole nascondersi con loro per frinire nell’attesa delle stelle:
Cicale, sorelle, nel sole
con voi mi nascondo
nel folto dei pioppi
e aspetto le stelle.
Cesare Pavese
Cesare Pavese (1908-1950), invece, guarda a quello che succede nei giardini:
C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Astrid Lindgren
Astrid Lindgren (1907-2002), l’autrice di Pippi Calzelunghe, esprime con un “finalmente” la gioia estiva:
L’estate risplende,
il sole riscalda,
le mucche depongono
torte sui prati…
L’estate risplende,
il sole riscalda
Si fa finalmente
il bagno nel lago…
Ingeborg Bachmann
Infine, la poetessa austriaca Ingeborg Bachmann (1926-1973) immortala nei suoi versi quello che molti di noi fanno in questa stagione: ammirare la bellezza della natura.
Nulla di più bello sotto il sole che stare sotto il sole…
Nulla di più bello che guardare il bastone nell’acqua
e l’uccello nel cielo
ponderare il suo volo, e in basso i pesci nel banco.
Foto | Jill Wellington da Pixabay
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