Fu Paul Verlaine a salvarlo miracolosamente dall’oblio. Senza il suo intervento, il portentoso talento di Tristan Corbière (1845-1875) sarebbe sprofondato per sempre nel silenzio. In mezzo all’indifferenza di critici e pubblico. Tristemente perduto nel frastuono crescente di un mondo superficiale e distratto, più attento al commercio e alle sue ingorde e fattive clientele che al vero ingegno (la voce del poeta, del visionario, cade, spesso e volentieri, nel vuoto).
Fu solamente dunque grazie alla pubblicazione da parte di Verlaine del saggio Les Poètes Maudits se il nome di Corbière riuscì faticosamente a risalire la china. A non colare a picco come uno di quei galeoni pieni di scintillanti tesori che in fondo al mare trovavano il loro desolato cimitero.
La difficile vita di Tristan Corbière
L’autore de Gli amori gialli ebbe del resto fin dall’infanzia una vita difficile, segnata prestissimo dalla malattia, le incomprensioni tra i genitori, la solitudine nata dalla sofferenza e, naturalmente non poteva certo mancare, l’infatuazione infelice e stralunata per un’attrice parigina da lui ribattezzata Marcelle.
Innamorato del mare (la sua più grande passione), sognava ogni giorno di imbarcarsi come Simbad il marinaio, solcare gli oceani vicini e lontani, visitare isole e continenti misteriosi e senza nome. Tuttavia, nonostante l’impossibilità di realizzare questo suo desiderio, egli riuscì ad avere una piccola barca con cui uscire in mare aperto e fingere, quando possibile, l’avventura. L’inaspettato. Il coup de théâtre.
La sua figura emaciata, estrosa, dinoccolata divenne ben presto nota agli abitanti di Roscoff, il paese in cui si era ritirato a vivere nella speranza di rallentare la malattia, quei reumatismi articolari che lo tormentavano sin da piccolo.
Simile a uno spettro divorato dalla febbre del vivere e della morte ormai incipiente, Corbière scrisse e pubblicò a sue spese Gli amori gialli, l’opera poetica che incantò Verlaine e sedusse Huysmans (Des Esseintes, protagonista di Controcorrente, ha tra i suoi libri più cari proprio la suddetta raccolta).
Il tempo del giovane poeta era però ormai giunto alla sua improrogabile scadenza. Tristan Corbière si spense, infatti, non ancora trentenne, nel marzo del 1875. Tutto il suo straordinario talento riassunto o, se preferite, distillato in un’unica, grande opera. Una visione poetica che, nera e luminosa, sulfurea e fantastica, incendia ieri come oggi la pagina e l’anima di chi, senza staccarne più gli occhi, scende (anzi sale) fino a essa.
Foto | SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons
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