Le briciole del destino

Le briciole del destino di Maria Messina: la forza della donna nella Sicilia del primo Novecento

Le briciole del destino, pubblicato da Maria Messina nel 1918, non solo è dedicato ad Ada Negri, ma, a guisa di lettera, porta anche una sua breve e acutissima prefazione.

In quelle poche righe, la poetessa lodigiana cattura e rivela tutta l’essenza di quel piccolo ma prezioso libro di racconti in cui l’animo femminile vive e ripiega, stretto da un giogo crudele, sotto la scia di un destino avverso, indissolubilmente legato a uno sciame di stelle regalmente indifferenti o malignamente sulfuree.

Le briciole del destino

Storia dopo storia, le protagoniste de Le briciole del destino non compiono quasi mai gesti clamorosi. Non amano gridare ai quattro venti la loro infelicità o alzare minacciose i propri pugni contro il cielo, ma accettano piuttosto la sconfitta con una improvvisa piega amara delle labbra, un solco fondo sulla fronte, un triste e inaspettato velamento dello sguardo che le trasforma, dolorosamente, per sempre.

Se nel racconto d’apertura, Lo scialle, le speranze di una giovane sartina di paese cadono miseramente di fronte alla grettezza umana, facendole di fatto imboccare una strada di probabile emarginazione sociale, ecco che la protagonista di Casa paterna, respinta da tutti sembra, invece, scegliere la morte. Dare le spalle non alla vita, ma al modo in cui la sua esistenza – lacerata ormai dalla disillusione – si è configurata. Non le resta che, crollato ogni possibile baluardo attorno a lei, unirsi eternamente al mare. Mettersi in salvo da quel non essere amata e compresa.

Riscoprire un classico del Novecento

A questo punto, letta e riletta la raccolta di dodici racconti (leggendoli si diventa un po’ ingordi), come non condividere appieno l’ammirazione di Giovanni Verga o Leonardo Sciascia per questa grande scrittrice siciliana lungamente dimenticata? Qui come altrove, lo sguardo di Maria Messina coglie, infatti, verità insondabili. Tumulti segreti.

Con una piccola ma potente lanterna stretta in mano, la scrittrice attraversa a piccoli passi tutti i sentieri dell’anima, facendosi largo tra i suoi rovi, illuminandone via via gli angoli più bui. Le contrazioni più dolorose. Gli spasimi che, invisibilmente, la scuotono (e come potrebbe essere altrimenti) da capo a piedi.

Il libro

Maria Messina
Le briciole del destino
Sellerio, 1996

Giorgio Podestà

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