Oceano mare
Particolare della copertina di Oceano mare di Alessandro Baricco

Oceano mare: riassunto e frasi del romanzo di Baricco

Oceano mare è un romanzo scritto da Alessandro Baricco nel 1993. È forse uno dei libri più famosi dell’autore.

Il romanzo è suddiviso in tre libri: Locanda Almayer, Il ventre del mare e I canti del ritorno.

Aspettatevi un romanzo onirico, con personaggi strani e a volte anche surreali. Lo stile è quello classico di Baricco: usa molte ripetizioni, tende ad associare fra di loro parole a volte prive di contesto e ama molto le frasi paratattiche.

Da questo libro è nata poi l’ispirazione per lo spettacolo teatrale Locanda Almayer di Gianlorenzo Brambilla. Inoltre, se avete visto il film In the market, il monologo del macellaio è tratto proprio dal libro. Anche la canzone Camera con vista sul ritorno dei Cappellaio a cilindro parla di questo romanzo.

Oceano mare: riassunto e trama

La vicenda di Oceano mare è ambienta soprattutto nella Locanda Almayer (Baricco ha ammesso di essersi ispirato a Joseph Conrad). Qui transitano e si incontrano tutti i personaggi, ciascuno con i propri fardelli, paure e con il proprio passato.

Locanda Almayer

La tematica del mare viene presentata tramite gli occhi e le storie dei singoli personaggi, tanto che proprio il mare assume vari aspetti, da quello magico e taumaturgico a quello più terribile.

Abbiamo Elisewin, giovane donna affetta da ipersensibilità e che ha paura di tutto e di tutti. Poi c’è il professor Bartleboom, ossessionato dai suoi studi sui limiti e il pittore Plasson, alla continua ricerca degli occhi del mare, il quale viene da lui dipinto usando solamente acqua di mare (per cui le sue vedute oceaniche sono solamente delle tele bianche).

E ancora: incontriamo Madame Deverià, spedita fin qui dal marito affinché possa guarire dall’adulterio, che lui considera una malattia e Padre Pluche, il sacerdote che accompagna Elisewin nel suo viaggio.

Il ventre del mare

Il secondo dei tre libri, Il ventre del mare, invece si riferisce al naufragio della Méduse, fregata francese naufragata, per l’appunto, nel 1816 al largo della Mauritania. Dopo il naufragio, 147 persone fra equipaggio e passeggeri, cercarono di salvarsi a bordo di una zattera. Ma qui si scateneranno i peggiori istinti umani, fatti di sofferenza, abbandono, desolazione e morte, con anche atti di cannibalismo. Anche qui l’ispirazione è al dipinto La zattera della Medusa di Théodore Géericault. In questo libro conosciamo Savigny, medico francese facente parte dell’equipaggio e un marinaio che perderà la donna che ama proprio a causa della vicenda sulla zattera.

I canti del ritorno

Infine arriviamo al terzo libro, quello conclusivo, dove Baricco, dopo averci raccontato le storie di così tanti personaggi, ci svelerà quale sia il destino di ciascuno di loro, mentre sono alloggiati alla Locanda.

Oceano mare: citazioni e frasi famose

Prima di tutto l’incipit di Oceano mare di Alessandro Baricco.

Incipit

Sabbia a perdita d’occhio, tra le ultime colline e il mare – il mare – nell’aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione – immagine per occhi divini – mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità – verità – ma ancora una volta è il salvifico granello dell’uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un’inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore.

Frasi e citazioni da Oceano mare

E adesso un po’ di frasi e citazioni tratte dal romanzo di Baricco.

  • Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c’è, tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela, io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio. Ce la farò, vero?
  • La natura ha una sua perfezione sorprendente e questo è il risultato di una somma di limiti. La natura è perfetta perché non è infinita.
  • Aveva la bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.
  • È uno specchio, questo mare. Qui, nel suo ventre, ho visto me stesso. Ho visto davvero.
  • Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.
  • Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni.
  • Quando facevo i ritratti alla gente iniziavo dagli occhi. Li studiavo per minuti e minuti, li abbozzavo con la matita e quello era il segreto perché una volta che voi avete disegnato gli occhi. Succede che tutto il resto viene da sé, è come se tutti gli altri pezzi scivolassero da soli intorno a quel punto iniziale […] il problema è: dove cavolo sono gli occhi del mare?
  • Sai cos’è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un’orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c’è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta.
  • La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso, il destino, quando, d’un tratto, esplode.
  • Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio… Tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.
  • Succede. Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo. Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire.
  • Un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.
  • Il mondo di fuori è sempre là. Puoi fare qualsiasi cosa ma stai certo che te lo ritrovi al suo posto, sempre. C’è da non crederci, ma è così.
  • Questo, mi ha insegnato il ventre del mare. Che chi ha visto la verità rimarrà per sempre inconsolabile.
  • Non è che io non abbia le idee chiare, le ho chiarissime ma solo fino a un certo punto della questione. So perfettamente qual è la domanda. È la risposta che mi manca.
Nymeria

Nymeria

Nerd inside, come scopo nella vita sto cercando di leggere tutta la letteratura fantasy possibile e immaginabile.. Beh, poi ci sono anche i manga, i videogiochi, i telefilm, i film... ce la farò?

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