Di fronte a noi oggi uno dei più grandi poeti della letteratura britannica di tutto il ‘700: Thomas Gray (1716-1771). La sua celebre Elegia scritta in un cimitero campestre rimane, a distanza di tre secoli, una delle poesie in lingua inglese più amate e citate della storia. Persino il generale James Wolfe la declamò prima di lanciarsi nella battaglia della piana di Abraham. Concluse poi con una frase che indubbiamente la dice lunga sul fascino e il successo del componimento di Thomas Gray: “Signori, avrei preferito scrivere questa poesia che conquistare il Québec domani”.
Il genio parsimonioso di Thomas Gray
Nonostante il ruolo che Gray ricopre nella storia della letteratura, la sua produzione poetica non fu certo abbondante. Quel suo estro malinconico si esprimeva con parsimonia, un’eleganza discreta, un riserbo che toccava corde profonde. Un velato omoerotismo soffonde le sue poesie come le sue lettere e molto si è detto della sua intensa amicizia con Horace Walpole. Di quel loro lungo viaggio in Europa, Italia inclusa, da cui la loro amicizia ne uscì ferita. Proprio in Toscana, i due dopo un litigio decisero di separarsi, andando in direzioni opposte. Uno strappo che tuttavia riuscirono a ricucire qualche tempo dopo, alimentando così per secoli la curiosità di studiosi e biografi su entrambe le sponde dell’Atlantico.
La vena poetica di Thomas Gray, la cui velata omosessualità trovava sfogo nelle tenere amicizie con altri giovani uomini, si alimentò tragicamente dalla morte dell’amato Richard West. Una perdita che segnò una svolta nell’opera del poeta che, schivo per natura, si chiuse in un grande riserbo, rifiutando nel 1757 anche il titolo di Poeta Laureato.
Il celebre poeta si spense nel luglio del 1771, dopo aver ottenuto il titolo di Professore Regio di Storia a Cambridge. Un incarico che gli permise di vivere gli ultimi anni senza troppi impegni e affanni. Perfetto corollario di una vita che da sempre aveva rifiutato gli allori e le troppo accecanti luci della ribalta.
Qui di seguito una strofa del suo capolavoro: Elegia scritta in un cimitero campestre.
Il vanto di un nome illustre, lo sforzo del potere
e tutta la bellezza, tutta la ricchezza che mai sia stata data,
attende allo stesso modo l’ora inevitabile.
I sentieri della gloria non portano che alla tomba.
Foto | John Giles Eccardt [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
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